foto: flickr
Negli anni ho collezionato una serie di disavventure con i parrucchieri.... ve ne faccio dono prima di andare in vacanza.....
Col tempo sono passata dal biondo zoccola al rosso assatanata (sabato scorso).... sempre giuro, contro la mia volontà. Ho rischiato di esser picchiata, sono uscita mezza di un colore mezza di un altro, fatto la tinta in mezzo a foto di miracolati....Veramente quando io vado dal parrucchiere mi succede di tutto....
Questo ha fatto nascere in me una certa avversione per la categoria....
Vi lascio il primo racconto ..... seguiranno gli altri....
PS: Sono arrivate finalmente le vacanzeeeeeeeeeeeeee........ domani partooooooooooooooo
Fate i bravi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Tratto da una mail inviata a G - 4 settembre 2006
Esco di casa, e decido di sperimentare il parrucchiere fashion vicino al cinema. Era da un po’ che lo avevo notato, ma avevo sempre avuto paura di entrare, vedevo in agguato il rischio di un salasso; ma questa volta è diverso, punto proprio a quello. Nella mia nuova vita non devo badare a spese.
Suono il campanello a lato della grande vetrata ed entro decisa. Chiedo alla signorina che mi accoglie se è possibile fare un taglio e lei sorridendo mi indica la sedia di attesa.
Dopo venti minuti arriva il mio turno. Il parrucchiere mi fa accomodare sulla poltrona di fronte allo specchio, poi prende una ciocca e inizia ad osservarla in silenzio. Passa ad un’altra ciocca e continua a studiare i miei capelli come se avessero una rarissima malattia che dovesse essere diagnosticata. Non si muove una mosca. Poi finalmente il parrucchiere rompe il silenzio e dice
- Il problema dei tuoi capelli è che….
Perché i miei capelli hanno un problema? Penso
Questa cosa non mi era mai balenata.
ma lui continua – è che sono sottili e non hanno volume –
Bingo! Ci volevano venti minuti di studio per arrivare a questa conclusione?!
Continua a osservare i miei capelli, questa volta soffermando la sua attenzione sul colore
- Questo colore poi è banale, non sa di nulla, io ti proporrei un cambio totale che ravvivi anche il viso, proporrei un biondo naturale, niente colore elettrico e niente mesh che ormai fanno solo le anziane.
Oddio, non pensavo che fosse così impegnativo andare dal parrucchiere, e poi in tutta onestà al cambio di colore non ci avevo proprio pensato. Però, alla fine se cambio deve essere, tanto vale dimostrare coraggio e cambiare completamente. Ebbene si, cambio di colore sia!
Quindi, il parrucchiere si allontana un attimo. Ritorna da me traghettando vicino alla mia sedia un tavolino magico con tante pozioni colorate racchiuse in bottigliette di vetro e una coppetta bianca di plastica a centro tavolino. Mi lancia un rapido sguardo e inizia le sue diavolerie. Con un bilancino inizia a pesare la prima polvere, segna sul quadernetto e butta nella coppetta, poi continua fino alla terza e la quarta, quindi mette una schiuma bianca e inizia a mescolare a mescolare, come io mescolo le uova per fare la frittata. Io lo guardo in silenzio intimorita e lui decide di rendermi partecipe.
Tell me and I forget, show me and I remember, involve me and I understand
Così mi dice che questa è una nuova metodica che permette di avere una tintura personalizzata per ogni cliente, quindi sono l'unica al mondo ad avere questa colorazione di capelli.
La cosa anziché riempirmi di orgoglio mi atterrisce!!!!
Inizia a passarmi l'impasto tra i capelli, prende ciocca dopo ciocca dall'alto verso il basso, prima la parte destra poi la sinistra, mi guarda, e continua le sue diavolerie. Poi mi mette quel casco fondi-cervello e mi lascia lì e si sposta su una paziente anziana che sfoggiava un biondo platinato. Io mentre ho 180 gradi sopra la mia testa aspetto che il tempo passi inesorabile sfogliando una di quelle riviste con le donnine nude o con le strafighe alte 1.90, anoressiche e belle come il sole.
Il mio viso da bianco diventa rosato, poi rosso e prima che scatti la colorazione viola quel casco malefico si spegne! Penso che la tortura sia finita ma invece sono lontana dalla realtà.
Il parrucchiere mi si avvicina e con un pettine inizia a sfrucugliarmi i capelli, quindi da ordine all'aiutante araba di passare alla seconda fase. Perchè c'è una seconda fase???!!!!
La ragazza mi passa un secondo intruglio in testa questa volta soffermandosi sulle radici e non sull'intera estensione del capello. La ragazza a differenza del parrucchiere ride sempre. Ride a squarciagola scusandosi con me dicendo che è in crisi di astinenza da caffè: non bere il caffè le fa questo effetto.
Anche la seconda fase finisce e ahimè vedo di nuovo quel malefico casco avvicinarsi alla mia poltrona.
Per fortuna la seconda volta il tempo passa molto più veloce, non so se perché effettivamente ci sto meno tempo o se ormai la mia pelle è diventata insensibile a qualsiasi evento esterno.
Passo al lavaggio. La ragazza araba mi mette sotto un getto d'acqua stranamente ad una temperatura accettabile e ogni tanto si interrompe per mettermi cremine tra i capelli che poi pettina. Poi nuovamente shampoo e poi nuovamente acqua. Non saprei dire quante volte questo rituale sia stato compiuto!
Poi finalmente ritorno sulla mia sedia davanti allo specchio, pronta a vedere cosa è accaduto ai miei capelli. Quando il parrucchiere toglie l'asciugamano dalla mia testa io mi sento svenire: sono bionda.... ma di un biondo... che nemmeno una lucciola della palmiro togliatti avrebbe voluto quella tonalità di biondo. Non ce la faccio a vedere quell'immagine nello specchio e abbasso lo sguardo sulla rivista che tenevo sulle ginocchia.
Poi penso "ok ora alzo nuovamente lo sguardo, e vedo che è un biondo normale, mi sono giusto spaventata e ho visto quello che in realtà non è"!
Rialzo lo sguardo e vedo la stessa immagine nello specchio! Il pensiero che i capelli in quel momento erano bagnati e che da asciutti sarebbero stati ancora più gialli, non mi aiuta a riprendermi dallo shock!
Il parrucchiere rompe per la seconda volta il silenzio e dice
- Sai abbiamo avuto un'ottima idea a farti il colore....il biondo ti illumina il viso -.
Io sorrido imbarazzata e penso "ci credo ora sono un lampadario!"
Guardo l'orologio e penso “sono le 19.30 se questo si sbriga faccio ancora in tempo ad andare al supermercato e comprarmi una tintura che mi dia un aspetto umano”.
Il parrucchiere inizia il taglio: dice che mi farà un taglio che mi darà volume ai capelli. Io visto che al problema del volume non ci ho mai fatto caso sottolineo
-si, ma non tanto volume-.
Lui sorride: ho difficoltà ad interpretare questo suo ultimo gesto.
Mi prende una ciocca di capelli, me la solleva verso l'alto e da un rapido colpo di forbice: il pezzo di ciocca tagliato schizza da una parte della stanza! Continua così finché non crede che l'opera debba ritenersi conclusa. Io passo il tempo a guardare le traiettorie delle mie ciocche bionde che schizzano di qua e di là della stanza. Per fortuna inizialmente avevo precisato che volevo sistemare il taglio in modo che la lunghezza dei miei capelli rimanesse il più possibile invariata e almeno in questo mi da ascolto.
Mi asciuga i capelli e ovviamente una asciugatura liscia sarebbe stata troppo banale e decide di optare per un liscio spettinato, una di quelle acconciature che vanno di moda adesso, mi dice mentre fa librare in aria il phon! Mi sento sfinita e ormai lascio seviziare i miei capelli come lui preferisce.
Pago il conto e me ne esco. La ragazza mi sottolinea che hanno provveduto ad aprire una scheda su di me in cui viene registrato tutti i quantitativi del mio colore in modo da riaverli uguale la prossima volta che vado. Mi arriverà a casa la scheda fidality, con tutti gli sconti a cui ho diritto.
Ormai ti schedano dappertutto. Così anche loro, oltre all’università, il medico, il supermercato hanno aperto una scheda sul mio caso umano.
Esco dal salone e decido che ho bisogno di prendere un pò d'aria, faccio il giro dell'isolato prima di tornare a casa. Vedo la mia immagine riflessa nello specchio e alla fine penso che poi non è così male!
Trovate sotto la mia foto di me giallo lampadina....