Dall' ESOF Di Torino: Il Respiro Della Terra

Creato il 07 luglio 2010 da Maestrarosalba

La notizia risale a ieri, divulgata in una conferenza tenutasi a Torino all'interno di ESOF (Euro Science Open Forum 2010), pubblicata da Science e ripreso da Le scienze.
Due studi entrambi svoltisi presso l'Istituto di biogeochimica Max Planck di Jena in Germania, cui hanno partecipato anche scienziati italiani, che hanno chiarito meglio i meccanismi del "respiro della terra", cioè la capacità della terra di riassorbire il biossido di carbonio.
Biossido di carbonio
Il biossido di carbonio, detto anche anidride carbonica,  è in pratica il prodotto della combustione in una serie di processi industriali, di fermentazione, il sottoprodotto della respirazione: un fenomeno in parte naturale e in parte forzato dalla mano dell'uomo.
Le piante lo utilizzano per la fotosintesi che, combinandolo con l'acqua e per azione della luce solare e della clorofilla, lo trasforma in glucosio liberando ossigeno come sottoprodotto.Da qui la rilevanza data anche nella scuola allo studio della fotosintesi circa il ruolo delle piante negli ecosistemi.
Semplificando, questi due studi riescono a misurare quanto biossido di carbonio le piante riescono ad assorbire dall'atmosfera restituendo ossigeno e se la temperatura influisce su questo processo nei diversi ecosistemi.
L'importanza delle foreste tropicali
Il primo studio ha evidenziato che l'assorbimento di biossido di carbonio raggiunge il livello massimo nelle foreste tropicali del pianeta, che da sole estraggono ben il 34% del biossido di carbonio dall'atmosfera. Il 26% dell'assorbimento globale è invece da attribuire alle savane, che tuttavia occupano circa il doppio della superficie terrestre rispetto alle foreste tropicali. In pratica gli alberi del nostro pianeta sono in grado di  attraverso il respiro di assorbire ogni anno circa 123 miliardi di tonnellate di anidride carbonica.
L'influenza delle piogge
I ricercatori hanno appurato che le piogge influenzano notevolmente la quantità di carbonio utilizzata dalle piante per la fotosintesi su oltre il 40% delle terre con vegetazione, una scoperta che sottolinea l'importanza della disponibilità dell'acqua per la sicurezza alimentare.
La terra respira in modo globale
Dalla seconda ricerca invece, è emerso per la prima volta che la temperatura dell'aria influisce sulla respirazione dell'ecosistema in modo simile in ogni parte del pianeta. Non vi sono differenze fra ecosistemi diversi. Dice il coordinatore del secondo gruppo di ricerca:

"Il risultato chiave della nostra ricerca è che la sensibilità alla temperatura a breve termine della respirazione dell'ecosistema alla temperatura dell'aria converge a un singolo valore globale. Diversamente dagli studi precedenti, mostriamo che la sensibilità della respirazione dell'ecosistema alle variazioni di temperatura sembra essere indipendente da fattori esterni e costante nei diversi ecosistemi. In altre parole, abbiamo rilevato una relazione generale tra la variazione della temperatura e la respirazione dell'ecosistema... I risultati della nostra ricerca riconciliano le apparenti contraddizioni di modellazione e studi sul campo".


Concludendo su Le Scienze si legge che:

Questo nuovo risultato suggerisce invece che la sensibilità alla temperatura della naturale esalazione del biossido di carbonio dagli ecosistemi sia stata soprastimata e che dovrebbe essere rivalutata.
Questo nuovo studio indica che i precedenti lavori sul campo non hanno distinto tra processi che agiscono su diverse scale temporali. Mahecha e il suo team hanno valutato i processi dei sessanta diversi ecosistemi sulla stessa identica scala temporale per riuscire a fissare a 1,4 il valore Q10 medio globale. Il loro nuovo valore standard per la sensibilità dei vari ecosistemi alla temperatura dell'aria suggerisce una reazione clima-carbonio a breve termine meno pronunciata, rispetto alle stime precedenti.


In questi studi ci sono nuove speranze, ma non meno obiettivi da raggiungere. Conoscere come sempre significa cercare le risposte più appropriate al problema.

photo greenpeaceFonte:Le ScienzeGreenMe


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