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Dall’Ilva alla svendita della natura

Creato il 13 agosto 2012 da Albertocapece

Dall’Ilva alla svendita della naturaLo scontro sull’Ilva, pur facendo parte del brogliaccio usurato dei drammi e delle opacità italiane, contiene dentro le sue scelte incivili malattia o lavoro, tutto il senso del colpo di coda che il pensiero unico sta tentando in questi anni: la trasformazione della natura da piano sul quale si fonda il mercato a oggetto di mercato essa stessa. Si è saputo oggi che qualche mese fa il governo Cameron ha speso 100 mila sterline per incaricare una società di ricerca di valutare un prezzo annuale complessivo degli ecosistemi della Gran Bretagna. La risposta non deve aver soddisfatto il premier perché si fa notare che “alcuni dei servizi forniti dagli ecosistemi inglesi possono in realtà essere  di valore infinito.”

Certo Cameron non si è fatto scoraggiare da questo piccolo intoppo, dà per scontato che un prezzo ci sia, tanto che è stata messa in piedi una Commissione per il Capitale naturale,  una Ecosystem Markets task force ed è stata creata tutta una nuova nomenclatura ad hoc: l’ambiente naturale ora si chiama “capitale naturale”, i suoi processi “servizi ecosistemici” , colline, foreste e bacini fluviali sono denominati “infrastruttura verde” , la biodiversità è chiamata “asset class” con un valore, un prezzo e dunque una scambiabilità  all’interno di un “mercato di ecosistema”. La radice di questa delirante idea la si è potuta vedere all’opera qualche decennio fa quando si cominciò a discutere di acqua: dal momento che si trattava di una risorsa sempre meno abbondante era necessario risparmiarla. Come? Facendola diventare da bene pubblico a bene di mercato: il prezzo era l’arma segreta per far diminuire i consumi.

Naturalmente questa politica ha arricchito a dismisura le multinazionali dell’acqua e non ha fatto diminuire per nulla i consumi che invece sono schizzati verso l’alto: è stato solo un esproprio. Ma adesso vediamo lo stesso schema di ragionamento: la natura non viene considerata come un valore commerciale, dandole invece un prezzo si stimolerà la sua protezione. E come è successo per l’acqua non è altro che il preambolo per una massiccia, delirante svendita di beni comuni, come del resto di evince dalle ipotesi a cui perviene l’  Ecosystem Markets task force: cioè l’emissione di bond e di altra robaccia del genere.

Naturalmente questo implica che terreni, paesaggi, corsi d’acqua, montagne e quant’altro  possano essere sfruttati per ciò che rende maggiormente, non per il loro valore rispetto alla nostra vita, alla nostra fantasia e al nostro benessere. E soprattutto su di essi si estinguerà ogni possibilità di controllo democratico. Non solo, ma è un piano assolutamente suicida, perché non tiene in considerazione i legami e il feedback tra i vari ecosistemi, portando a un vero e proprio massacro dell’ambiente e degli uomini che sono così pazzi e così scemi da farsi scippare la vita dalla cieca avidità altrui.

Naturalmente la mia speranza è che gli ometti ottusi come Cameron vadano all’inferno prima che possano portarci all’inferno. Ma è abbastanza chiaro che una vicenda come quella dell’Ilva e gli alti lamenti del governo per le decisioni di chiusura hanno molto a che fare con tutto questo: il valore dell’ambiente di Taranto è inferiore al valore prodotto dal complesso siderurgico e parrebbe di credere assai inferiore al valore dei profitti di Riva. Ma non solo: il profitto ha più valore della forma più immediata di ambiente che è il nostro corpo. Per questo complesso di ecosistemi individuali e generali, il prezzo migliore è quello dell’acciaieria.

Questo è il mondo che ci stiamo fabbricando.

Piccola bibliografia 

S.O ‘Gorman e C.Bann, 2008. Una valutazione dei servizi inglesi di ecosistema terrestre, una relazione al Defra. http://www.fires-seminars.org.uk/downloads/valuation_englands_ecosystem_services.pdf

Petrina Rowcroft et al, settembre 2011. Ostacoli e opportunità per l’Utilizzo dei pagamenti per i servizi ecosistemici. Report per DEFRA. 29.pdf http://randd.defra.gov.uk/Document.aspx?Document=PESFinalReport28September2011%% 28FINAL

Duke G et al, 14 giugno 2012. Opportunità per le aziende del Regno Unito:  quale  valore e / o Servizi per Protezione della Natura. Task force Ecosystem mercati.http://www.defra.gov.uk/ecosystem-markets/files/EMTF-VNN-STUDY-FINAL-REPORT-REV1-14.06.12.pdf

Ecosistema Mercati Task Force, luglio 2012. Il punto sulle azioni

Helen Dunn, ottobre 2011. I pagamenti per i servizi ecosistemici. Defra prove e analisi. http://www.defra.gov.uk/publications/files/ecosystem-payment-services-pb13658a.pdf

http://www.defra.gov.uk/environment/natural/biodiversity/uk/offsetting/

DEFRA, luglio 2011. Biodiversità compensazione: principi guida per la biodiversità

Duke G et al, 14 giugno 2012. Opportunità per le aziende del Regno Unito quale valore e / o per i di Servizi Protezione della Natura. Task force Ecosystem mercati.http://www.defra.gov.uk/ecosystem-markets/files/EMTF-VNN-STUDY-FINAL-REPORT-REV1-14.06.12.pdf


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