Nel quadro della pubblicazione degli Atti della conferenza dell’IsAG “L’Unione Eurasiatica: sfida od opportunità per l’Europa?”, svoltasi lo scorso 19 settembre alla Camera dei Deputati, si propone quest’oggi l’intervento introduttivo di Antonio Fallico, console onorario della Federazione Russa a Verona e presidente dell’associazione “Conoscere Eurasia”, che ha dato il suo contributo all’organizzazione. Sono già stati pubblicati gl’interventi dell’ambasciatore kazako S.E. Andrian Yelemessov, del consigliere Aleksandr Zezjulin dell’Ambasciata della Federazione Russa, e di Paola Brunetti, dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico. Il professor Fallico non ha potuto presenziare personalmente all’evento, ma ha inviato il testo seguente.
Vi ringrazio sinceramente per aver accettato di partecipare a questa conferenza che è centrata su un argomento di estrema attualità, considerata la situazione di incertezza che caratterizza in questo periodo i mercati mondiali ed in particolare quelli europei, anche se l’incertezza si alterna, grazie al cielo, con qualche momento di graduale rasseneramento come sta avvenendo in questi giorni.
E’ ben noto a tutti noi come Mosca negli ultimi decenni abbia mantenuto un orientamento “europeista” che ha privilegiato i rapporti politici e commerciali con i tradizionali partner del Vecchio Continente, in particolare Germania, Francia ed Italia. Non ci sono particolari timori che i rapporti con i paesi europei vengano ridimensionati nel breve e medio termine. Il recente ampliamento del gasdotto Nord Stream ed il rilancio dei piani per il South Stream testimoniano come la Russia continui ad investire tantissimo nelle relazioni con l’Europa. E’ pur vero, per altro, che la crisi economica nell’Unione Europea possa far sorgere qualche elemento di preoccupazione considerato che la Russia è legata a doppio filo con i mercati europei. L’UE assorbe circa il 50% del commercio estero russo, ed una parte consistente delle riserve della Banca Centrale Russa, che ammontavano ad oltre USD 517 miliardi al 7 settembre scorso, sono in Euro.
In questo quadro l’intensificazione dei legami tra Russia, Bielorussia e Kazakistan, attraverso l’Unione Doganale entrata in vigore nei mesi scorsi e la creazione di una più ampia Unione Euroasiatica nel 2015, è un progetto di straordinaria importanza che potrebbe essere letto come un parziale riorientamento ad est delle economie dell’area euroasiatica ma anche come l’avvio della creazione di un ponte tra le economie di Europa ed Asia. A me sembra che l’integrazione euroasiatica sia un processo naturale, direi anche ovvio. Ho la convinzione che tale processo non rappresenti né una alternativa né una forma di competizione con l’Unione Europea, ma al contrario possa essere un importante passo in avanti per un progetto che porterà alla creazione di un grande spazio economico unico che possa svilupparsi da Lisbona a Vladivostok, progetto che potrà gradualmente realizzarsi soltanto attraverso una costante cooperazione tra l’Unione Euroasiatica e l’Unione Europea e che alla fine si risolverà in un beneficio comune. E non può che essere così: le due Unioni sono un po’ come dei vasi comunicanti, necessariamente interdipendenti fra di loro.
In tale ottica sarà interessante sentire dagli eminenti oratori che partecipano a questa conferenza qual è la loro visione prospettica e quali sono i meccanismi di interazione che prevedono possano essere utilizzati per far sì che l’esperienza del processo di integrazione europea possa essere utilizzato, in qualche misura e valutandone ovviamente gli aspetti positivi e meno positivi che lo hanno caratterizzato, nel costruire l’Unione Euroasiatica. Il processo di integrazione europea, come noto, si è gradualmente sviluppato da un accordo pragmatico firmato nel 1951 e limitato alla creazione di un mercato comune per il carbone e l’acciaio, ed è poi approdato negli anni, dopo decenni, ed a seguito del Trattato di Roma del 1957, alla costituzione di una unione politico-economica con la creazione di una propria moneta e di un proprio parlamento. Il processo di integrazione euroasiatica avrà probabilmente tempistiche più veloci ed anche caratteristiche piuttosto diverse; siamo infatti in un panorama politico-economico completamente diverso. Considerata la volatilità dei mercati mondiali in questo momento e l’incertezza degli scenari di sviluppo, vien da pensare che la forma di integrazione più prudente e con maggiori possibilità di riuscita possa essere realizzata proprio attraverso un sistema che regoli in modo pragmatico soprattutto il commercio internazionale, le tariffe doganali e gli scambi di mercato.
E quindi sarà estremamente interessante sentire i commenti dei nostri amici russi, bielorussi e kazaki qui presenti. Così come sarà altrettanto interessante capire in quale modo l’Europa e l’Italia si stiano preparando in un momento economico non facile, e in un contesto di commercio internazionale caratterizzato anche dalla recentissima entrata della Russia nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), a cooperare con le forze promotrici dell’Unione Euroasiatica per uno sviluppo che possa risultare reciprocamente benefico e possa dare una base ancor più solida alle rispettive aspirazioni di continuare a rivestire ruoli di leader nello sviluppo economico globale.
Ringrazio nuovamente gli intervenuti per il prezioso apporto che daranno nello sviluppare le tematiche in programma ed auguro Buon Lavoro!