Dalla A di Aradori alla Z di Zisis: l’alfabeto di EuroBasket 2013

Creato il 24 settembre 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Gli Europei 2013 in Slovenia si sono conclusi con la vittoria, la prima nella sua storia, della Francia di Tony Parker che ha superato in finale la Lituania. Medaglia di bronzo per la Spagna, reduce dai successi nel 2009 e nel 2011, che si è dovuta accontentare del gradino più basso del podio ai danni della Croazia. La rassegna continentale ha inoltre messo a disposizione i pass per i Mondiali 2014, ben sette: peccato che l’Italia di Pianigiani sia arrivata ottava a causa dei ko filati con Lituania, Ucraina e Serbia, e ora tocca sperare in una wild card. Un Europeo che, nonostante le molte assenze, è stato comunque divertente, sorprendente, emozionante, ha messo in vetrina qualche nuovo giocatore e soprattutto, particolare non da meno, è stato trasmesso in tv per gran parte. Riassumiamo questi 18 giorni di basket con l’alfabeto dell’Europeo, un termine significativo per ciascuno dei 26 caratteri disponibili.

Dalla A di Aradori alla Z di Zisis: l’alfabeto dell’Europeo

A – Aradori: tutti hanno in mente gli errori nel finale con la Lituania e si è beccato gli insulti su Facebook. Insulti inappropriati e immeritati per un giocatore dal cuore enorme che ha dimostrato di essere un attaccante di lusso per questo livello: 12 punti di media, 23 con la Turchia.

B – Belinelli: senza Bargnani e Gallinari, l’Italia si è affidata a lui. Il prossimo giocatore degli Spurs ha alternato grandi giocate, leadership e numeri eccellenti (14 di media, 23 alla Grecia) a prove negative, forzature e incapacità di giocare con la squadra (2 su 19 con l’Ucraina e 3 su 13 al tiro con la Serbia, le gare decisive). Croce e delizia.

C – Croazia: quarto posto quasi a sorpresa. Buon lavoro di Repesa sul gruppo, unito e solido. Le individualità, con Tomic e Bogdanovic, fanno ben sperare anche per il futuro, in attesa di Saric e Hezonja.

D – Datome: il capitano azzurro ci ha creduto fino alla fine, nonostante gli acciacchi. Gigi, prossimo ai Pistons, ha dato tutto, è sicuramente tra i primi dieci giocatori di questo Europeo, ha fatto giocate da highlights, come la stoppata e il canestro decisivo per l’overtime alla Spagna. 14 e 5 di media col 47% al tiro, il 43 da tre e il 91 ai liberi: è stato il migliore in assoluto nella prima giornata con 25 punti alla Russia. Gigigante.

E – Europei in Slovenia: ci si aspettava qualcosa in più ma la crisi economica non ha dato scampo. Tanto pubblico quando giocavano Dragic e compagni, tutto vuoto per gli altri. A Capodistria invece sempre tanti italiani a tifare.

F – Francia: alla seconda finale consecutiva, la terza assoluta, è arrivato il primo oro. Un successo meritato per il gruppo guidato da Parker, Diaw e Batum e ben diretto in panchina da Collet. Decisivo il successo sulla Spagna in semifinale.

G – Gasol: senza Pau, era Marc il leader della Spagna. Solo Parker meglio di lui nella corsa all’Mvp. Ha chiuso a 14, 8 rimbalzi e 2 assist di media con 32 punti con l’Italia, dominando ogni match in vernice. Il bronzo gli sta stretto ma il sorpasso al fratello Pau è ormai cosa fatta.

H – Hervelle: il lungo del Belgio, ex del Real Madrid, è stato il miglior rimbalzista con 7.9 a gara.

I – Italia: gli azzurri ci hanno fatto sognare. Peccato per l’epilogo di questi Europei, ottavi e senza Mondiale. Ma le 5 vittorie di fila per iniziare, il successo sulla Spagna, il grande cuore e l’unità del gruppo di Pianigiani, comunque non esente da critiche, hanno trasmesso emozioni forti.

J – Janicenoks: l’uomo simbolo della Lettonia arrivata alla seconda fase. 11.5 punti di media, 18 contro la Serbia e tante giocate decisive per i suoi.

K – Kalnietis-Kleiza: i trascinatori della Lituania, il fattore KK. Il play, l’unico a roster, è stato il miglior assistman a 5 di media (oltre 12 punti e quasi 5 rimbalzi) mentre l’ala è stata decisiva in semifinale, 22+11 con la Croazia.

L – Lituania: i baltici si confermano formazione d’èlite a livello continentale e l’argento è meritato. Ha rischiato di uscire con l’Italia ma poi è arrivata in fondo: Kazlauskas doveva gestire meglio il talento e i lunghi.

M – Mondiali: nel 2014 andrà in scena la rassegna iridata, in Spagna. Questi Europei hanno fornito sette partecipanti: Francia, Lituania, Spagna, Croazia, Slovenia, Ucraina, Serbia.

N – Nedovic: un buon Europeo con la Serbia prima di andare ai Warriors. Talento tecnico e fisico per il play ex Lietuvos: 9 punti di media e 12 per schiantare l’Italia nella gara che valeva il Mondiale.

O – Orenga: l’erede di Sergio Scariolo non ha saputo eguagliare il suo precedessore. Il neo ct ha portato la Spagna al bronzo dopo due ori europei e un argento olimpico centrati dal coach bresciano ex Milano.

P – Parker: da anni uomo simbolo della Francia, è riuscito a mettere le mani su un titolo importante. Dopo la delusione della sconfitta in finale Nba con gli Spurs contro gli Heat, si è rifatto in Slovenia. Sempre in doppia cifra, 19 punti di media e 32 per battere la Spagna in semifinale.

Q – Quintetto All Tournament: Tony Parker, votato Mvp della manifestazione, Marc Gasol, Linas Kleiza, Goran Dragic e Bojan Bogdanovic.

R – Rai: all’attacco del presidente federale Petrucci ha risposto con una copertura quasi totale della manifestazione. Gli appassionati non si sono persi praticamente nulla.

S – Spagna: dopo due ori di fila le Furie Rosse hanno abdicato. Senza Pau Gasol e Navarro la squadra ha mostrato di avere limiti, Rubio è apparso ancora una volta un corpoo estraneo. Ma la sensazione è che hanno gettato un altro oro alla portata.

T – Trinchieri e Tanjevic: Grecia e Turchia sono state due delusioni. Per il coach ex Cantù, al debutto da ct, è mancato anche un pizzico di sfortuna, col ko di Spanoulis. Per il grande Boscia un gruppo, purtroppo, incapace di assumere le sue direttive e avere fame sul parquet.

U – Ucraina: missione compiuta per i ragazzi di Mike Fratello. I gialloblu, che ospiteranno Eurobasket 2015, saranno al mondiale grazie al successo sull’Italia. Il gruppo è giovane e futuribile, con un leader come Jeter e prospetti come Kravtsov e Lypovyy.

V – Vesely: finalmente lampi importanti dal talento degli Washington Wizards. La Repubblica Ceca ha sfiorato la seconda fase: 17+11 rimbalzi di media, 3 doppie doppie e 27 alla Georgia per Vesely.

W – Wild Card: sono 4 disponibili per il Mondiale. In lizza ci sono Brasile, Cina, Turchia, Canada, Russia, Grecia e Italia. Dura per gli azzurri, ad occhio cinesi, canadesi, russi (bronzo olimpico) e turchi (vice campioni del mondo) sono favoriti.

X – X-Factor: quello che hanno dimostrato di avere i giovani rampanti. Da Alessandro Gentile, 14 di media per l’Italia e tante giocate da far girare la testa agli scout, a Dario Saric, finalmente visibile ad alto livello, passando per il 16enne Ludvig Hakanson, destinato a ben figurare con quella faccia tosta, e per Sergey Karasev, prima scelta dei Cavs, 9.5 di media e 25 in faccia alla Turchia.

Y – Yugoslavia: ogni volta che c’è una manifestazione Fiba viene in mente cosa potrebbe essere se fosse ancora unita. Goran Dragic, Ante Tomic, Bojan Bogdanovic, Nenad Krstic, Mirza Teletovic, più tutti gli altri: farebbe paura!

Z – Zisis: l’ultimo a crederci per la Grecia, senza la stella Spanoulis. L’ex play di Treviso e Siena, con orgoglio e cuore, ha trascinato i suoi nel decisivo match con la Croazia ma non è bastato.


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