Sorprendono le notevoli somiglianze fisiognomiche tra il simulacro in oggetto e le raffigurazioni dei presunti alieni che il 25 aprile del 1964 incontrarono alcuni rappresentanti del governo statunitense a Hollloman nel New Mexico. L’approdo alieno a Holloman fu reso noto per la prima volta da Robert Emmeneger, documentarista ed esponente del Partito Repubblicano. Egli così dipinse gli ufonauti: “Erano esseri simili all’uomo, vestiti con una tuta aderente, alti circa un metro e sessanta, pelle grigio-azzurrina, grandi occhi distanziati dal taglio orientale, testa a ‘pera’ che si allunga dietro, vistoso naso adunco. In testa portavano copricapo adornati da vari giri di larghe fasce (o nastri), portavano orecchini, in mano tenevano un bastone simile ad uno scettro”. L’asta era probabilmente uno strumento per la traduzione automatica.
L’ufologo tedesco Michael Hesenmann, nel suo saggio “Il mistero dei cerchi nel grano”, aveva già notato curiose affinità: “Quando lo vidi per la prima volta (il disegno di Emmenger raffigurante gli alieni nasuti, n.d.a.) mi causò un effetto di déjà vù: da qualche parte dovevo aver visto quella fisionomia. Poi mi ricordai: a Berlino, nella sezione dell’Asia Anteriore del museo di Pergamo su un bassorilievo antico di 2800 anni, proveniente da Kalchu, città del regno assiro di Assurnasirpal II (883-859 a.C.) corrispondente all’attuale Iraq settentrionale. Vi si vede un genio – com’era denominato nel catalogo del museo – in realtà uno degli Anunnaki, cioè di 'quelli che vengono sulla Terra dal Cielo' per creare (o manipolare? N.d.r.) gli uomini a loro immagine e somiglianza. Lo stesso volto dal naso aquilino (sul bassorilievo guarnito, però, anche con una lunga barba), lo stesso scettro, lo stesso orecchino, lo stesso ‘elmo’ anche se, forse perché persona di rango inferiore, qui ornato con soli tre giri di nastro. Gli Egizi raffiguravano questi dei – che chiamavano Neteru, cioè ‘guardiani’ – con una pelle grigio-azzurrina e ne allungavano la parte posteriore del capo, una caratteristica che – prodotta artificialmente o geneticamente – ritroviamo nelle famiglie dei faraoni (come pure il naso aquilino, indice di nobiltà) che si ritenevano diretti discendenti degli dei.”
Alle similitudini riscontrate da Hesenmann tra l’iconografia degli extraterrestri nasuti ed il bassorilievo assiro si aggiungono ora quelle, ancora più evidenti, intercorrenti fra i visitatori di Holloman e il manufatto cananeo. Anzi, più che somiglianze paiono situazioni sovrapponibili.
Tutto ciò può essere interpretato come una curiosità erudita o a guisa di una semplice coincidenza, sennonché sappiamo che è nelle civiltà originarie, medio-orientali e non solo, che si trovano molte delle risposte che cerchiamo sul nostro martoriato presente. Chi avrà il tempo e la pazienza di studiare le culture primigenie, poste tra parentesi le ricostruzioni della storiografia e dell’archeologia accademica, scoprirà che le famiglie e le stirpi oggi ai vertici della politica e dell’economia discendono proprio dalle élites di popoli (Sumeri, Egizi, Hyksos, Assiri, Shasu- Habiru, Fenici, Amorrei, Persiani etc.) insediati nella Mezzaluna fertile e nelle regioni limitrofe. Un filo molto sottile, quasi invisibile, unisce il passato remoto all’oggi: è un filo che, se non individuato, rischia di attorcigliarsi attorno al collo e di strangolarci…
Fonti:
- earthfiles.com
- La pista sumera
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APOCALISSI ALIENE: il libro