Magazine Diario personale

Dalla parrucchiera

Creato il 21 settembre 2011 da Eireen74

Cari lettori, dovete sapere che io, da circa 18 anni, porto i capelli cortissimi: secondo me i tagli corti sono pratici, sbarazzini e originali. Richiedono però una manutenzione attenta e costante, per cui è necessario recarsi dalla parrucchiera ogni 5-6 settimane al massimo, o si rischia di trovarsi in testa una cofana che al confronto Amy Winehouse, con tutto il rispetto, era pelata. Per i primi tempi di questo regime ho sempre cambiato parrucchiere, sperimentando e provando, ma poi un pomeriggio di alcuni anni fa, ho avuto un colpo di fulmine per la “parrucchiera della mia vita” e da allora mi sono sempre affidata a lei, che conosce alla lettera ogni mio capello, i miei gusti, le mie esigenze, i colori che mi stanno bene e quelli che odio etc…etc…. Insomma era un idillio.  E si sa che quando un rapporto funziona, è importante coltivarlo e cercare di portarlo avanti il più a lungo possibile. E, fosse stato per me, il matrimonio tricologico sarebbe anche durato tutta la vita. Sennonché un anno fa mi sono trasferita in Germania. E se per questo primo anno ce l’ho sempre fatta a continuare ad andare a farmi tagliare i capelli da lei, la mitica, adesso non posso più farlo, perché le mie visite in terra patria si sono rarefatte a causa di forza maggiore. Il punto è che, fino a sabato scorso, ero terrorizzata dai parrucchieri tedeschi, sui quali girano leggende metropolitane terrificanti. Pare che un’amica dell’amica di mia cuggina sia andata una volta da una parrucchiera tedesca, il giorno dopo uscita di casa e da allora non abbia più avuto il coraggio di mostrarsi in pubblico, memore di come è stata guardata da passanti, amici e parenti, inorriditi dal suo look. Perciò io, per prevenire risultati del genere ed evitare di trovarmi con i capelli cortissimi sopra e lunghi dietro – tipico taglio che io associo al tedesco con Birkenstock e calzetto – mi sono informata in anticipo. Ho cominciato a gennaio di quest’anno e nell’ordine ho chiesto:

  • Alla sorella che vive in Australia, la quale ha avuto due fidanzati parrucchieri, ha lavorato lei stessa presso parrucchieri e ha abitato a Londra, patria del taglio di tendenza. Lei si è proposta di informarsi presso sue ex-colleghe su quali fossero i migliori parrucchieri di Monaco. Ho così ottenuto tre nomi.
  • Ad una mia collega inglese, che porta sempre tagli cortissimi fantastici e colori strepitosi, di indicarmi chi fosse la sua parrucchiera.
  • A un’altra mia collega dai capelli corti da chi andasse e lei e così ho scoperto che va da una turca da cui spende pochissimo e che le taglia i capelli esattamente come vuole lei, invece di fare come le tedesche che, pare, ti fanno quello che vogliono loro e poi ti ritrovi con una banana in testa.

A questo punto avevo fin troppa scelta e poi c’è anche la parrucchiera di fianco a casa mia, che tra l’altro si chiama come me. Che fosse un segno del destino?
Avvicinandosi il momento del taglio e diventando i miei capelli di giorno in giorno sempre più una cofana senza forma, ho cercato di studiarmi un po’ di vocabolario in tedesco: sfilare, fare le meches, fare i colpi di luce, alleggerire e via dicendo. Poi ho pensato che la cosa migliore fosse portare una fotografia e mi sono messa a googlare, per poi stampare una sorta di book da mostrare alla prescelta. Insomma dietro c’è stato tutto un lavoro accuratissimo, una preparazione minuziosa, un piano d’azione pensato nei minimi particolari. E alla fine, dopo avere passato notti in bianco dal terrore, dopo avere avuto incubi di me che mi aggiro per l’ufficio con un taglio a pera, disprezzata da tutti e immagini di me  che acquisto in fretta e furia una parrucca per salvare la situazione… Beh, sabato scorso mentre passeggiavo nel quartiere Harras, mi è caduto l’occhio su un negozietto minuscolo e semivuoto di parrucchieri chiamato “Hairstyle and More” e, non so perché, mi ha ispirato fiducia. Sono entrata d’istinto, senza pensarci, ho chiesto se avessero tempo per un taglio e nel giro di mezz’ora, senza fotografie, arrangiandomi solo con un fraseggio limitato (avevo dimenticato tutta la terminologia studiata) e i gesti, sono stata tagliata divinamente da una parrucchiera tedesca. Non ha detto una parola - grazie, Signore, grazie -, si è messa al lavoro, efficiente, concentrata, accurata et…voilà! Splendido, non potevo crederci, continuavo a rimirarmi nello specchio, soddisfattissima. È stato così semplice, visto? Tanto rumore per nulla!


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