Le cronache delle librerie narrano, a cadenza periodica, la comparsa del “cliente igienista”. Cliente igienista è quel cliente con il quale il libraio sostiene questo genere di conversazione:
- Salve vorrei il libro X.
- Certo, glielo prendo subito.
Ricevuto il libro lo rigira tra le mani, lo analizza perplesso, poi chiede:
- Ce l’avreste mica una copia intonsa, mai sfogliata da nessuno, magari incellophanata?
In quel caso, se il libraio è fortunato, ne possiede una copia debitamente impacchettata. Se il libro è una novità c’è una buona probabilità che esista una copia nel magazzino della libreria che viene dritta dritta dal magazzino dell’editore e che sia stata maneggiata finora da un esiguo numero di mani. Nel caso di un titolo più datato (già a partire da poche settimane dopo la sua nascita) le cose si complicano. Nella filiera i libri cominciano ad andare avanti e indietro, a viaggiare, a essere maneggiati da un numero indefinito di operatori. Per comprendere come si svolge tutto questo girovagare, quali sono le tappe fondamentali del “giro del libro”, devo obbligatoriamente introdurvi una figura poco nota ma essenziale nella filiera: il distributore. Chi è costui?
I distributori, o in forma minore i grossisti, sono anelli di congiunzione tra gli editori e le librerie. I più importanti in Italia si chiamano Messaggerie, PDE, ALI… e raccolgono in sé una serie di editori. Altri grandi gruppi editoriali come Mondadori, RCS e Giunti hanno una propria distribuzione.
I distributori hanno due compiti fondamentali: occuparsi delle novità e del rifornimento. Per le novità concordano un calendario con gli editori. Se è stabilito che Harry Potter esca il 6 gennaio, è il distributore ad essere garante che i libri siano a destinazione nei tempi prestabiliti.
Il distributore si occupa anche e soprattutto di fornire alle librerie il rifornimento dei libri richiesti. Quando ordino un libro mi rivolgo direttamente all’editore solo in casi molto particolari. Nella maggior parte dei casi è il distributore a gestire gli ordini. Il libro che arriva in libreria non è necessariamente una nuova copia proveniente dal magazzino dell’editore. Questo perché il distributore si occupa anche delle rese. A volte il libro che io ricevo può essere anche una doppia, tripla, ennesima resa. In libreria, quando un titolo non vende, è lecito e usuale rimandarlo indietro, metterlo cioè “in resa”. Io, libraio di Parma che ordino una copia de I promessi sposi, potrei ricevere la famosa copia incellophanata, oppure potrei ricevere la copia invenduta che il libraio di Firenze ha messo in resa, a sua volta proveniente dal libraio di Napoli che l’ha ordinato per primo (oppure no!). Insomma, questo libro può essere letteralmente passato di mano in mano e quindi, caro lettore igienista, le possibilità che il tuo libro sia fresco di stampa si assottigliano.
Francine Van Hove, ‘L’Odalisque aux coussins rayés’
Forse sto contribuendo a far crollare un mito. Talvolta con i nostri libri si creano situazioni di intimità tali che pensare quante mani possono averli toccati ci può far dubitare di volerli ancora portare a letto e di volerci addormentare con il viso schiacciato sulle pagine. I nostri libri, come i nostri fidanzati, non sono stati solo nostri, hanno un passato con cui fare i contri: facciamocene una ragione!
Giulia Lanzolla