È ufficiale: Corrado Passera tra qualche ora giurerà come Ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti. Si tratta di uno dei ministeri chiave, di quelli che incideranno fortemente sui destini di questo Governo che sarà tecnocratico, più che tecnico. Il suo predecessore, Romani, non ha lasciato traccia del suo passaggio. Troppo appiattito sul berlusconismo di bottega per essere incisivo, troppo fedele al Padrone per svincolarsi dalle sue personalissime richieste.
Il Presidente Monti ha dichiarato: “Ho affidato a una sola persona (Corrado Passera) il ministero dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti. Questo corrisponde alla logica che desidero sottolineare: quella di mettere al centro le iniziative coordinate per la crescita economica”. Al Governo uscente, fra le tante difficoltà, si è sempre imputata, infatti, una cronica incapacità a mettere in atto una seria e concreta politica di sviluppo. La scelta di Passera sembra indicare che lo sviluppo passerà(scusatemi il facile gioco di parole) attraverso un più ampio coinvolgimento del sistema bancario nazionale, chiamato a fare la sua parte per stimolare la ripresa dell’agonizzante economia italiana. Ovviamente, un uomo dal passato professionale di Corrado Passera (ricordiamo Olivetti, Poste, ora Banca Intesa) lascia presumere che egli non sarà un mero esecutore di ordini. La sua autorevole presenza si giustifica solo se diverrà foriera di un mutato ruolo delle banche che da semplice cassaforte del risparmio dovranno evolvere in elemento di stimolo alla crescita. Banche che mai come in questo momento soffrono per il “credit crunch” ma che già si stanno muovendo per una rapida ricapitalizzazione (vedi caso UNICREDIT).
In ballo, peraltro, tra le varie competenze del neo Ministro, ci sono ancora, ad esempio, le frequenze residuali del digitale terrestre da assegnare. Romani, da perfetto aziendalista, le voleva collocare gratuitamente, favorendo di fatto il suo dante causa. La cosa interessa, a noi del TPL, più direttamente di quanto possiamo immaginare. Infatti, nei mesi scorsi, alcuni esponenti dell’allora opposizione avevano sostenuto l’ipotesi di dirottare i proventi della vendita all’asta delle frequenze per colmare il deficit di risorse sottratte al Trasporto Pubblico Locale. Questione non da poco, visto che le aziende del settore a livello nazionale, compreso il Gruppo EAV, soffrono di una crisi finanziaria ai limiti del tracollo. In Campania la situazione, come sappiamo, è addirittura da default, ma altrove non stanno poi tanto meglio. Basti guardare a cosa accade a Roma.
Le aziende di trasporto, in questi anni, hanno continuato a vivere al di sopra delle proprie reali possibilità e, ora, sono tutte fortemente indebitate, sia con i fornitori che con le banche. Quanto accaduto poche settimane fa con la improvvisa “stretta creditizia” operata ai danni di Circumvesuviana e SEPSA è stato un chiaro “avvertimento”. Certo, all’avvertimento ha fatto seguito una rinnovata apertura di credito, ma il problema è come e se le banche avranno la disponibilità di cassa per sostenere gli impegni presi.
Le banche italiane sono state per decenni sonnacchiose e oziose custodi dei risparmi del popolo più risparmiatore di Europa(secondi solo al Giappone nel mondo). Non hanno mai brillato per attivismo, anzi, insieme al sistema corporativo hanno contribuito ad ingessare la nostra economia. Certo, oggi non soffrono le perdite di altri sistemi bancari ma sapranno rispondere alle mutate esigenze e richieste che proverranno sicuramente da un Governo che non potrà chiedere solo lacrime e sangue? Sapranno, in definitiva, le banche rispondere ad una chiamata all’azione che le deve vedere sostenere la crescita del PIL? E, soprattutto, come intenderà risolvere la crisi finanziaria del TPL nazionale il neo Ministro Passera? Nell’attesa di ricevere le prime risposte, dopo aver per anni discusso di “patonze”, non ci resta che sperare nella… Passera.
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli