Magazine Cucina
Personalmente conosco abbastanza bene Slovenia, ci sono andata un'infinità di volte a partire dal 2005, quando avevo sentito per caso alla radio una pubblicità di un hotel a Portorose, e ho organizzato una vacanza a sorpresa. Da allora l'amore per questa terra, dolce e semplice, si è guadagnato il posticino nel mio cuore. Pian pianino ho scoperto la bellezza del territorio, la cordialità della gente, le specialità locali di mare e di terra, la bontà del tartufo che non è etereo ed elegante come quello di Alba, ma imponente e terreno; e, naturalmente, anche i vini. Certo, è superfluo fare paragoni con quelli italiani, è tutta un'altra storia, ma provando e assaggiando in giro, ho trovato cantine interessanti. Così, quando mi è arrivato l'invito per la serata Dalla Slovenia con Amore a Roma, non ho esitato un'attimo.
Una splendida location storica, il palazzo Ferrajoli, ha ospitato per una sera 5 aziende vinicole, selezionate con cura da Andreja Lajh: Cantina Brda , Marjan Simčič , Movia , Nicolas Gee , Sanctum
Palazzo meraviglioso, ingresso rigorosamente con l'invito, gente distinta, vestita bene, di tanto in tanto sentivo "Salve, Eccellenza!..". Bella serata, finalmente!
Stranamente, quando si tratta di mangiare, alcune apparenze spariscono, e vedevo i camerieri con i vassoi assaliti praticamente all'uscita dalle cucine. Una signorina con un bel vestitino rosso, come una signora di una certa età, come anche molti altri, si sono appostati all'ingresso della sala e si aggiudicavano tutte le portate in entrata. Mah... A volte sembra che la gente frequenti gli eventi solo per mangiare.
Non conoscevo nessuna delle cantine presenti, così è stata un'avventura vera, pura. Alla cantina Brda ho assaggiato una Ribolla spumantizzata, poco frizzantina ma gradevole al palato, da Nicolas Gee mi sono divertita, ammirando le sue bizzarre etichette sulle Magnum, e ho provato un Blaufrankiesh che non ho idea cdi che vitigno sia. Buono però, un vino da tavola amabile che non sovrasta i sapori dei cibi. Ma la vera scoperta è stato Marjan Simčič, decantato da tanti, ma sconosciuto a me, ignorante, fino all'altroieri. Amo le sorprese, però, amo le scoperte. In due parole, colpita e affondata dal suo Merlot, promettente al naso, un'esplosione in bocca di erbe di montagna, mirto, ginepro. E quello è stato proprio "il bicchiere della staffetta", perché dopo "rien ne va plus", sul serio.
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