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Dallas Mavericks: un ultimo ballo ai playoffs?

Creato il 30 settembre 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

Nel Texas della palla a spicchi il vecchio detto “gallina vecchia fa buon brodo” va parecchio di moda. Basta chiedere numi a San Antonio, felice di riaccogliere a casa il duo Duncan-Ginobili (39 anni il primo, 38 il secondo) consapevoli che l’esperienza di questi due signori può ancora fare la differenza, senza dover parlare a voce alta di ricostruzione.
Questa scuola di pensiero è praticata da alcuni anni anche dall’altra squadra texana, i Dallas Mavericks che all’alba di una nuova stagione si presentano ai nastri di partenza con un roster ben mixato di esperienza, punti fermi e qualche scommessa.

Come capita già da alcuni anni il mercato free agent non premia la squadra di Mark Cuban, infatti dopo aver fallito il tentativo di portare in Texas Dwight Howard due estati fa, quest’anno hanno detto ‘no’ altri due nomi eccellenti come LaMarcus Aldridge (che è ritornato nel suo Texas, ma giocherà per coach Popovich a San Antonio) e sopratutto DeAndre Jordan il quale dopo aver raggiunto un accordo verbale con Dallas ha deciso di prolungare la sua permanenza ai Clippers.
E come è accaduto l’estate scorsa i Mavericks sono passati velocemente al piano B decidendo di non rifirmare Tyson Chandler portando in maglia Mavericks l’ex guardia di Portland Wesley Matthews (per lui quadriennale da 64M$) ma sopratutto il playmaker Deron Williams, ex stella di Utah Jazz e Brooklyn Nets con i quali si è accordato per il buyout che ha permesso al 31enne di sottoscrivere un contratto biennale (di circa 11M$) con i Mavericks. Se le caviglie gli permetteranno di restare sano fisicamente, Williams con Nowitzki potrebbe formare un asse veramente interessante e pericoloso vista l’abilità dei due nel giocare pick&roll e pick&pop, sapendo che dopo il clamoroso fallimento ai Nets, questa è l’ultima chiamata per togliersi l’etichetta di “bollito” e di “in-allenabile”.

Inoltre per sopperire al mancato arrivo di Jordan sono approdati a Dallas un veterano come Zaza Pachulia ed una scommessa come JaVale McGee desideroso di sfruttare l’ultima vera chance per scrollarsi di dosso l’etichetta di giocatore tanto atletico quanto poco intelligente cestisticamente.

Al di là delle operazioni di mercato in entrata è chiaro che la cartina tornasole della stagione di Dallas sarà innanzitutto Dirk Nowitzki e l’impatto che i suoi 37 anni (ed i 17 anni di esperienza di NBA) avranno sul suo minutaggio e sulle prestazioni in campo. Senza dimenticare Chandler Parsons che con la partenza di Monta Ellis (che ha firmato per gli Indiana Pacers) diverrà la prima/seconda opzione dell’attacco Mavs. Dall’alto dei suoi 15.7 punti con il 46% al tiro sarà lecito aspettarsi un contributo importante, in termini di minutaggio e di qualità di gioco, anche se almeno inizialmente dovrà recuperare dall’infortunio che l’ha tenuto fuori (pesantemente per gli equilibri di coach Carlisle) dai playoff.
Poi bisogna considerare anche il “supporting cast” costituito dai vari John Jenkins, Devin Harris, JJ Barea, Samuel Dalembert e Jeremy Evans ai quali sarà richiesto energia e punti in una rotazione a 8-10 uomini.

Punti di forza e debolezza dei Mavs 2014-2015

In una Western Conference sempre super competitiva è importante saper migliorarsi per stare al passo delle migliori squadre, ed analizzando alcune statistiche dello scorso anno è chiaro come i Mavericks di Carlisle dovranno migliorare in difesa, sopratutto nella protezione del proprio canestro, se vogliono rimanere in lotta per la corsa ai playoff. Il possibile arrivo di DeAndre Jordan poteva in qualche modo aiutare la causa, ma indubbiamente ai nastri di partenza Dallas si presenta come una vecchietta che non va sottovalutata perchè ancora in grado di riservare qualche asso nella manica. Sarà sufficiente ad arginare lo strapotere dei nuovi padroni della Western Conference?

 

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