Giovedi 18 Novembre 2010, dopo le prime due puntate di Romanzo Criminale la serie, su History Channel è andata in onda la prima puntata della Storia della Banda della Magliana. Un bellissimo prodotto, di grande qualità e con immagini inedite. Ma ancora più strabiliante è stato come, un fatto pronto ad aprire degli spiragli interessanti sul Caso Moro, non sia stato affatto ripreso, successivamente, dalla stampa. Nessun giornale o mezzo di informazione ha, infatti, sottolineato le dichiarazioni di Danesi sul famoso incontro tra Franco Giuseppucci e Flaminio Piccoli, potente deputato Dc, sulle rive del Tevere.
http://www.youtube.com/watch?v=07MdB7Bbmk8
Ma, per capire meglio l’importanza di certe dichiarazioni, facciamo un passo indietro: 16 Marzo 1978, 9:15, un commando delle Brigate Rosse rapisce il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro e massacra la sua scorta composta da 5 uomini. L’agguato avviene a Roma in zona Monte Mario, precisamente in via Mario Fani, e in tempi rapidissimi tanto che, sia i carabinieri ( Domenico Ricci e Oreste Leonardi) sia i tre poliziotti ( Raffaele Jozzino,Giulio Rivera e Francesco Zizzi ), non riescono né a uscire dalle macchine né a rispondere al fuoco. Finita la mattanza, prima di dileguarsi, i brigatisti caricano Moro in una Fiat 132 blu. Pochi minuti dopo una telefonata all’Ansa darà l’annuncio dell’accaduto.
I giorni di prigionia di Moro, furono 55. Tutto il paese venne gettato nell’angoscia e nella paura per finire il 9 Maggio nella romana Via Caetani. Una Renault rossa,infatti, venne fatta trovare nelle vicinanze di Via Botteghe Oscure, Sede del partito Comunista Italiano, con il corpo senza vita di Aldo Moro. Tutti dissero che era stato fatto il massimo per liberare il presidente Dc, ma fu realmente così?
Aldo Moro è uno dei politici italiani più importanti del momento. E’ artefice dell’apertura ai socialisti ed è il principale interlocutore con il Pci per portare a termine il “compromesso storico”, necessario all’epoca per togliere dallo stallo senza precedenti, la politica italiana. E’ proprio quella mattina che il presidente della Dc si stava recando alla Camera per il dibattito di fiducia al quarto governo Andreotti. Il primo con il sostegno del Pci.
All’inizio furono coinvolti più soggetti nella disperata ricerca di Moro. Si fecero incontri con malavitosi fuori e dentro il carcere per cercare di arrivare ad un contatto diretto con i rapitori cercando, invano, di avviare trattative “sottobanco” rispetto alla fermezza annunciata all’opinione pubblica. Si interpellò Raffaele Cutolo della NCO (Nuova Camorra Organizzata), si chiese a Francis Turatello (leader della criminalità milanese e non solo) e alla Mafia, si intimò ai brigatisti in carcere….tutti,Banda della Magliana compresa (tramite la camorra), furono arruolati in questa caccia. E qui i risvolti sono molteplici.
Moro fu tenuto prigioniero per la maggior parte del tempo nella “prigione del popolo” di Via Montalcini, in zona Magliana, anzi, esattamente all’interno del quadrilatero “residenza” di alcuni boss della Banda della Magliana. Fu Nicolino Selis a scoprire il covo delle Brigate Rosse e comunicarlo a Franco Giuseppucci. Ma è proprio quando si arriva a questo punto che tutti i contorni della vicenda si fanno più foschi.
Come si vede nella fiction Romanzo Criminale, Giuseppucci disse alla camorra di aver trovato il covo ma, come realmente accadde, risposero che ormai l’affaire Moro non interessava più. Quello non fu il solo modo per contattare lo Stato e svelare l’indirizzo misterioso. Secondo Abbatino, in una delle sue confessioni , ci fu un incontro tra Giuseppucci e l’Onorevole Flaminio Piccoli sulle rive del fiume capitolino. Incontro che il parlamentare democristiano negò in modo ambiguo.
Infatti ai magistrati disse che andò si in una zona vicino al Tevere ma isolata e soprattutto da solo ( cosa oltremodo strana visto soprattutto il periodo di cui si sta parlando, terrorismo e rapimenti …) e non incontrò nessuno. Dopo decenni, dall’unica voce della Banda della Magliana che non si è mai pentita, si apprende, invece, che quell’incontro ci fu e proprio lui ne è testimone.
Certo è che tale vicenda non doveva continuare (casualmente?) ad essere sfocata ma approfondita. Sviscerarla non per riaprire certe ferite o far “traballare” qualche scheletro nascosto in certi armadi sul caso Moro ma, solo perché è un diritto italiano e dell’italiano aver chiarite, almeno, certe responsabilità.
Flaminio Piccoli incontrato in questa situazione, lo ritroveremo anche nel caso Calvi-IOR (vicenda che, Notte Criminale, approfondirà a breve). La domanda che al momento sorge spontanea però è: si riuscirà mai a finire di smontare questa matrioska per arrivare a delle verità certe, oppure, vinceranno quei molti che, pare, tentano, con tutte le loro forze, di stancare chi è in cerca dell’uscita di questo labirinto?
Notte Criminale le forze le ha ancora. Per non peccare di presunzione, sicuramente non saranno quelle decisive ma, arrendersi alla polvere del tempo non è nei nostri costumi. La verità è libertà.
Alessandro Ambrosini
* il video caricato sul nostro canale you tube, è stato rimosso, sebbene, come sempre facciamo, le fonti non erano e non sono rimaste anonime. Di seguito il link alla puntata andata in onda sul canale Fox Italia che dà voce a quanto scritto (min 13:00):
http://www.youtube.com/watch?v=KYXxexU9tTw
Fonti foto e video: Ansa, Unità, History Channel