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Dalle Olimpiadi di Londra alle figuracce di Marchionne. Non è vero che si piange dappertutto. In Italia un po’ di più.

Creato il 28 luglio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Dalle Olimpiadi di Londra alle figuracce di Marchionne. Non è vero che si piange dappertutto. In Italia un po’ di più.

Diciamolo, la figata più figata di quel genio che si chiama Danny Boyle, è l’arrivo nello stadio olimpico, in elicottero, della Regina Elisabetta IIª, con Daniel Craig(ultimo popolarissimo James Bond) che le fa da scorta. Un vero e proprio colpo di scena al quale la glaciale Queen si è prestata in modo ammirevole (quando ha letto la formula di apertura dei Giochi è tornata invece se stessa, un gelido chirurgo gallese). Per il resto, l’apertura delle Olimpiadi di Londra si è dimostrata uno spettacolo degno di un collegamento in mondovisione, con non si sa quanti miliardi di persone che l’hanno seguita fino a notte fonda o in pieno pomeriggio (problemi di fuso orario). Ha fatto impressione vedere sfilare atleti di superpotenze e di staterelli insignificanti che spesso non compaiono neppure nelle carte del National Geographic. Ha fatto impressione veder sfilare la squadra siriana e quella libica, la tunisina e la egiziana, ma il cuore è andato a mille quando a sfilare sono stati i quattro gatti del Myanmar (ex Birmania) e il pensiero è andato a quella gran donna di Aung San Suu Kyi. Ci sta anche questo, nei Giochi Olimpici: dare una ripassata alla situazione geografico-politica del mondo. E così, mentre Londra ha tutti gli occhi degli abitanti del pianeta puntati addosso, in Italia si continuano a combattere guerre striscianti per il raggiungimento dell’unico obiettivo che i quacquaracquà della politica romana conoscono: il potere. Ferma al palo la riforma elettorale, le cronache dicono che dal prossimo anno 26mila nuove assunzioni dovrebbero andare a ripopolare la moribonda scuola pubblica italiana. Chissà se sarà vero, anche perché con questo governo, a volte, sembra di rivivere l’età di latta di Nano Bifronte, un giorno ne dice una quello appresso un’altra. Sta accadendo con le provincie. La decisione finale toccherà alle regioni. Fermi restando i criteri legati alla popolazione residente e ai chilometri quadrati di superficie, saranno i consigli regionali ad effettuare gli accorpamenti. In linea di principio sembra una soluzione di buon senso ma, conoscendo i politici regionali, i dubbi sulla effettiva fattibilità di un lavoro serio permangono anzi, si incrementano. Beppe Grillo dice “no” a tutte le alleanze. No a Di Pietro, no a Vendola. È la sua strategia, neppure troppo nascosta: cavalcare l’incazzatura e poi...si vedrà. Siccome il M5S alle elezioni del 2013 (o anticipate) rischia di prendere un fottio di voti, la speranza è che se dovesse governare non prenda ad esempio il caso di Parma. A proposito, alla fine, la giunta Pizzarotti è stata fatta o no? Si possono conoscere i nomi degli incensurati componenti o siamo fermi a Topo Gigio assessore alla Sanità e all’Orso Yoghi responsabile delle politiche ambientali? A Marchionne, “Ce ne fossero di manager come lui”, disse Chiamparino (Pd), è stato chiesto di lasciare la presidenza dei Costruttori Europei. Il Sergio, secondo i tedeschi della Volkswagen, è reo di aver reso dichiarazioni improvvide sulla politica dei prezzi che la casa delle “automobili del popolo” sta perseguendo. L’ad della Fiat, smentito anche dalla Commissione Europea, non ne sta azzeccando più una. Lui pensa all’America, a Detroit, a Obama che gli ha stretto la mano e agli stabilimenti in Serbia, in Polonia e in Brasile. Cazzo gliene frega a lui del mercato europeo...



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