Pronta la bozza del piano energetico mentre il 43% degli italiani, secondo l’Osservatorio sull’efficienza energetica, sarebbe già pronto ad effettuare interventi per risparmiare energia.
Come già spiegato, quattro i punti chiave del programma: ridurre la differenza di costo dell’energia tra l’Italia e gli altri paesi europei, la sostenibilità ambientale, la sicurezza degli approvvigionamenti e la crescita, puntando su efficienza energetica, reti gas, rete dell’energia elettrica e rinnovabili. Su quest’ultimo punto il sottosegretario si è dichiarato possibilista perchè le Fer dovrebbero,”pesare di più ma con incentivi in linea con la crescita del mercato“.
Ma è sul fronte dell’efficienza energetica che sembrano aprirsi le prospettive più interessanti. Secondo i dati dell’Osservatorio sull’efficienza energetica, le case degli italiani hanno impianti poco efficienti e le vecchie caldaie sono ancora utilizzate dal 64% delle famiglie (solo il 18% usa quelle a condensazione o le pompe di calore). Una situazione di “generale arretratezza” (il 57% lamenta difficoltà nel capire come orientarsi) dove il 43% delle famiglie sarebbe disponibile a valutare e realizzare interventi per risparmiare energia. Per 3,3 milioni di famiglie (il 13% del campione) nel corso dei prossimi dodici mesi c’è comunque in programma un intervento per rendere energeticamente più efficiente la propria casa. Anche per le piccole e medie imprese il calore arriva ancora da caldaie vecchio stile (il 53% del campione) mentre solo l’11% utilizza quelle di nuova generazione. Idem per l’attenzione al risparmio: il 45% si dice disponibile a intervenire per migliorare le cose.
A frenare il mercato, secondo i dati dell’Osservatorio pesa, su tutti, la crisi economica. Il 78% delle famiglie ha dichiarato che: “non sono questi i tempi per fare degli investimenti”, così come il 75% degli imprenditori. Per il 90% del campione è comunque evidente che efficientare le proprie case o aziende, vuol dire risparmiare soldi. Il 62% rimane invece convinto che è meglio non abbandonare la strada vecchia per quella nuova: non intende cambiare abitudini o mettere mano alla propria casa.
Ed è quindi dagli impianti più efficienti e dal migliore isolamento termico che dovrebbe partire l’impegno del Governo. Ma sappiamo che con il risparmio domestico tante centrali termoelettriche poco efficienti, tenute in vita dai picchi dei consumi, non avrebbero più ragioni d’esistere.
Per il momento gli italiani, almeno secondo il sondaggio, sono disponibili a capire se di fronte a degli impegni concreti si può pensare ad un investimento sul futuro. Vediamo se le parole saranno “trasformate in risparmio energetico” e se lo Stato vorrà rinunciare al guadagno sui prezzi dell’energia che in Italia, si sa, costa il 25% in più degli altri paesi. In ballo 15 miliardi che pesano sulle nostre bollette.