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29 ottobre 1268. Un ragazzino di 16 anni, Corradino, viene condotto in piazza del Mercato, a Napoli.
Cerca di tenersi in piedi, mentre lo strattonano spingendolo avanti, in mezzo ad una folla urlante. Le catene gli lacerano la pelle, ma presto non sentirà più nulla. Un colpo secco alla nuca e la sua vita sarà finita.
Il suo nome completo è Corradino di Svevia, ultimo della dinastia degli Hohenstaufen, sconfitto dallo schieramento di Carlo I d’Angiò.
Comincia così, in modo cruento, la storia della Chiesa di questa domenica: Santa Croce e Purgatorio al Mercato.
1351. In Piazza del Mercato, nel luogo in cui sorge una colonna con croce in stile gotico a segnalare il punto in cui avvenne l’esecuzione, viene eretta la Cappella di Santa Croce.
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1656. Un’epidemia di peste flagella Napoli. Lo scenario è dei peggiori: le vittime, accatastate ovunque, vengono infine deposte in varie zone della città. I numeri sono fuori misura. Proprio qui, nei granai di Piazza del Mercato, la fossa comune più grande culla quarantasettemila vittime. In loro onore, perché i defunti trovino pace, viene posta la Cappella del Purgatorio.
1871. La festa della Madonna del Carmine culmina in tragedia. I fuochi scatenano un incendio che distrugge varie costruzioni della zona, tra cui le due cappelle.
1876. Francesco Sicuro progetta una esedra in muratura ed una nuova chiesa per la piazza, lasciando che i resti delle cappelle precedenti rivivano nel nuovo luogo di culto: è la gestazione della Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato, nelle cui fondazioni ancora oggi si intravedono le ossa dei cittadini napoletani uccisi dall’epidemia.
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La Chiesa di Santa Croce e Purgatorio cela questi tumulti dietro una equilibrata facciata neoclassica che ricorda, in basso, un tempio. Quattro colonne doriche e due semicolonne scanalate incorniciano il portale, sorreggendo il timpano che reca in alto lo stemma borbonico. Si aprono sul prospetto, inoltre, quattro nicchie ospitanti le statue dei Santi Gennaro ed Eligio, alla base, Pietro e Paolo in alto. Due finestre in basso ed una in alto riempivano il luogo di riverberi luminosi, animando gli antichi marmi colorati.
La Chiesa culmina in una pregevole cupola. Bande maiolicate in verde, giallo ed azzurro dividono la superficie in spicchi decorati con altrettante maioliche verdi e gialle, rappresentanti un motivo a fiori.
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All’interno, la pianta a croce greca è divisa in tre navate. Sul portale di accesso, una splendida cantoria in legno bianco bordato d’oro ospita un organo.
I soffitti recano decorazioni di bianco stucco su fondo verde. Verdi e bianche, con spunti di rosso, sono anche le decorazioni interne della cupola. Ospita ancora una lapide commemorativa della esecuzione di Corradino ed il ceppo con lo stemma dei cuoiai sul quale, secondo la leggenda, il sovrano fu decapitato per mano di Punzo, un conciatore di pelli.
Grandi cornici in marmo e porfido circondavano un tempo le numerose tele, opere di grandi artisti locali tra cui Luca Giordano. Sono state trasferite al Museo Civico di Castel Nuovo.
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Perchè gli eventi che hanno fatto la storia della Chiesa della Santa Croce e Purgatorio ne hanno flagellato l’aspetto più e più volte.
1911. La Chiesa viene parzialmente restaurata: giovano degli interventi la splendida cupola e la facciata.
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1980. Dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il terremoto dell’Irpinia danneggia gravemente la chiesa di Santa Croce e Purgatorio. Il luogo viene chiuso: l’accesso ai fedeli è negato.
2010. Viene accertato uno stato di degrado insostenibile: la Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato è diventata lo scenario perfetto di atti vandalici, quasi una discarica silente.
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2013. In occasione della festa del Carmine, la Chiesa viene riaperta. I fedeli vivono con commozione il momento, cullati dalle note del concerto che si tiene al suo interno.
Ma il 2013 è un momento importante anche per un altro motivo: il 13 dicembre viene definitivamente approvato il finanziamento di 37.000 euro per salvarlo, nell’ambito del grande progetto “Centro storico di Napoli, valorizzazione del sito UNESCO”.
Si chiude così, per la Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato, un capitolo oscuro, fatto di quasi ottocento anni di buio e di dolore. Si aprirà, speriamo prestissimo, quello della rinascita a nuova vita, quello della gioia, del contatto con il proprio popolo. Sono questi i capitoli che tutti vorremmo leggere.