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Dalle trivelle al Tap (Trans Adriatic Pipeline)

Creato il 24 maggio 2013 da Trame In Divenire @trameindivenire

Non c'è pace per l'Adriatico. Non c'è pace per territorio e ambiente, in una terra, come la Puglia, già martoriata dai veleni: quelli dell'Ilva a Taranto e dell'Enel a Brindisi. Giusto per citarne alcuni. Ci mancava il gasdotto a solcare con violenza terra e mare.

Ieri, nel silenzio più assordante di buona parte della stampa italiana, il consiglio dei ministri ha convocato per oggi l'ordine del giorno per il recepimento della direttiva UE in merito all'accordo sul cosiddetto Tap, il Trans Adriatic Pipeline. Tirana, Roma ed Atene hanno già siglato lo scorso febbraio l'accordo intergovernativo a sostegno del Tap. Con l'approvazione dell'odg del governo italiano, il gasdotto dall'Azerbaigian approderà sulle coste salentine, a San Foca, Melendugno.

Per gli ambientalisti l'opera avrà un impatto devastante sul territorio. Basti pensare che nell'attraversare la Puglia di traverso,per il gasdotto si dovrà rimuovere numero imprecisato di olivi millenari. Nemmeno a farlo apposta, lo scorso gennaio la Regione Puglia ha approvato una modifica alla legge regionale 17/07 a tutela degli olivi secolari. Modifica che di fatto risulta permissiva e facilmente raggirabile a difronte a interventi, per i quali, dietro la litania dei diritti acquisiti prima della data dell'entrata in vigore della 14/07, si giustifica lo stato di emergenza e la priorità dell'interesse generale. Come dire, lo vuole l'Europa.

Sembra, che le battaglie contro le trivellazioni in Adriatico non siano servite a nulla. Come a nulla sembra sia servita la chiara indicazione degli italiani a difesa dei beni comuni, sancita con i referendum dell'aprile 2011. Ricordo ancora la marea di gente proveniente da tutta la Puglia, quando il 21 gennaio 2012 invase la città di Monopoli per protestare contro la minaccia delle trivellazioni petrolifere in Adriatico. A sostegno di quella battaglia , oltre alle centinaia di associazioni ambientaliste e territoriali, c'erano i rappresentanti di tutti gli schieramenti politici della Regione. Da Nichi Vendola a Rocco Palese. Per non parlare della massiccia presenza dei testimonial più disparati, tra questi la cantautrice Erica Mou, i Sud Sound Sistem e il comico Giobbe Covatta.

Ora non saprei se contestare l'utilità e la necessità di un opera mastodontica e devastante, o il fatto che l'opera (se di opera si può parlare), dovrebbe servire a rendere indipendente l'Europa dal fabbisogno energetico e soprattutto a svincolarla dalla dipendenza del gas russo. Il dubbio è che il tutto si giochi in una vera e propria guerra economica e finanziaria tra multinazionali, dove, come al solito a farne le spese sono le popolazioni e i territori sulle spalle dei quali questa guerra si consuma.

Per chi volesse approfondire:

- la notizia è partita dal lancio della Reuters, l'unica agenzia di stampa a parlarne, qui

- l'approvazione del governo delle larghe intese spartitorie, .

E intanto la stampa nazionale tace. Tacciono le opposizioni. Tace il governo regionale, figurarsi l'opposizione.


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