Con la nomina di Dan Ettinger a nuovo Chefdirigent degli Stuttgarter Philharmoniker e Generalmusikdirektor della città, la vita musicale di Stuttgart ha acquisito un’ altra collaborazione stabile con una personalità di alto livello. Il quarantatreenne direttore israeliano è infatti considerato una delle giovani bacchette più quotate del momento, per i grandi successi ottenuti nelle sue apparizioni in teatri come la Bayerische Staatsoper, la Wiener Staatsoper, il Metropolitan e il Covent Garden oltre che per l’ eccellente lavoro svolto al Nationaltheater Mannheim, istituzione che sotto la sua direzione artistica ha conquistato una posizione di rilievo nel mondo operistico tedesco. Ho assistito a diversi spettacoli tra quelli diretti da Dan Ettinger a Mannheim e ne ho sempre ricavato impressioni molto positive, soprattutto nel caso del Ring allestito con la regia di Achim Freyer per il bicentenario wagneriano, forse la più riuscita produzione della Tetralogia fra tutte quelle messe in scena dai teatri tedeschi nell’ anno celebrativo. Dan Ettinger assumerà la carica di Chefdirigent degli Stuttgarter Philhermoniker a partire dalla prossima stagione e nel frattempo si è presentato al pubblico della Liederhalle per il concerto inaugurale del ciclo 2014/15. Un appuntamento il cui interesse era ulteriormente accresciuto dalla partecipazione di una star emergente del concertismo internazionale come Alisa Weilerstein, trentaduenne violoncellista nativa di Rochester impostasi all’ attenzione del pubblico internazionale con una serie di esibizioni insieme a tutte le maggiori orchestre sinfoniche mondiali, accolte in modo lusinghiero da tutta la stampa specializzata.
Alisa Weilerstein proviene da una famiglia con tradizioni musicali illustri. Suo padre, il violinista Donald Weilerstein, è stato il fondatore del celebre Cleveland Quartett e insieme alla figlia e alla moglie, la pianista Vivian Hornik, ha formato il Weilerstein Trio che attualmente è Ensemble in Residence presso il New England Conservatory a Boston. La giovane violoncellista ha iniziato a esibirsi in pubblico all’ età di tredici anni e, dopo essere stata insignita nel 2006 del Leonard Bernstein Prize allo Schlewig-Holstein Musik Festival, ha raggiunto la definitiva consacrazione internazionale tramite la firma di un contratto discografico esclusivo con la DECCA, per la quale ha inciso finora tre album.
Per la sua esibizione insieme agli Stuttgarter Philharmoniker la violoncellista americana ha scelto il Concerto in mi minore op. 85 di Elgar, una brano da lei presentato in diversi debutti importanti come quello di pochi mesi fa con i Berliner Philharmoniker diretti da Daniel Barenboim nell’ Europakonzert 2014 e per il suo primo album con la DECCA, che il critico Norman Lebrecht del BBC Music Magazine ha nominato come Recording of The Year 2013. All’ ascolto dal vivo, la Weilerstein ha dimostrato senza dubbio che i giudizi lusinghieri della critica sono pienamente meritati. Si tratta senz’ altro di una concertista di alta classe, preparatissima dal punto di vista tecnico, in grado di sfoggiare un suono rotondo, caldo, vibrante e ricchissimo nella dinamica. Dal punto di vista interpretativo, il fraseggio è contraddistinto da una carica espressiva e da un’ ampiezza di respiro davvero molto notevoli e la cantabilità appassionata con cui sono state rese le frasi più intense della partitura di Elgar, a partire dallo struggente recitativo iniziale, dimostrava eloquentemente la personalità spiccata di una strumentista già matura e dotata di grande personalità. Una prestazione di notevole rilievo, perfettamente sostenuta dalla bacchetta di Ettinger, attentissimo nel calibrare colori e pesi strumentali in perfetta sintonia con la solista.Nella seconda parte, Dan Ettinger ha presentato la Quarta Sinfonia di Brahms, in una esecuzione che mi ha confermato una volta di più le qualità eccellenti del giovane musicista israeliano. Dotato di un gesto pulito, chiaro ed eloquente e di un notevolissimo senso della forma, Dan Ettinger ha interpretato la partitura brahmsiana con un tono acceso e ricco di vigore drammatico, un’ eccellente flessibilità di fraseggio e una grande attenzione per l’ architettura d’ insieme. Gli Stuttgarter Philharmoniker hanno suonato con grande compatezza e precisione anche se il nuovo Chefdirigent dovrà lavorare in futuro per ottenere una maggiore rotondità e ricchezza di armonici nella sezione degli archi. Molto buona invece, per intonazione e morbidezza di suono, la prova dei legni e degli ottoni. Nel complesso, un’ esecuzione molto ben riuscita soprattutto nella Passacaglia finale diretta da Ettinger con un bellissimo slancio drammatico e una passionalità davvero coinvolgente. Come ho già detto in apertura di questo post, Dan Ettinger sarà sicuramente un acquisto prezioso per la vita musicale di Stuttgart e il successo trionfale di questo concerto costituisce un felice auspicio per una collaborazione che si annuncia ricca di aspetti interessanti.