Danilo Cortina, è un girovago per amore della pallavolo: da Catania a Latina nel 2003 quando era ancora sedicenne, poi a Macerata per tre stagioni a crescere nelle giovanili, un breve passaggio a Milano in A1 alla corte della Sparkling di Daniele Ricci, poi ancora Latina per tre stagioni, tra A1 e A2, con la conquista della prima Coppa Italia dei cadetti, quindi Molfetta e adesso Atripalda. «Sono davvero felice per aver vinto questa Coppa – ammette sorridendo -. E’ stata una soddisfazione mettere il freno ai tifernati che arrivavano alla finale ancora imbattuti in campionato e, naturalmente, da grandi favoriti per la vittoria». Un pronostico sovvertito, spiega Cortina, «grazie a un gruppo fantastico che ha meritato di portare a casa la Coppa e ai tifosi che ci sostengono». «Quando vinsi lo stesso trofeo con Latina non è stata la stessa cosa – ricorda -. Quella squadra era piena di importanti individualità, era quasi naturale conquistare quella Coppa Italia. Quella di Atripalda, invece, è stata la vittoria del gruppo». Ma, anche, la vittoria di Danilo Cortina, ormai ufficialmente libero a tempo pieno dopo un inizio da schiacciatore e un bel po’ di anni a barcamenarsi tra due ruoli. «Ad Atripalda mi sto trovando davvero bene», confessa il libero etneo che non si rammarica del fatto di non essere ancora riuscito a fare il salto nella massima serie. «La pallavolo è la mia vita sin da quando ero appena un ragazzo. È logico che io continui ad augurarmi di poter, prima o poi, di giocare in Serie A1. Chi non lo vorrebbe? – spiega -. Ciò non significa, però, che io sia deluso di giocare in A2. Anzi. Questa stagione sta procedendo molto bene, molto meglio di quanto era stato preventivato». In realtà quello di A2 per Danilo, e per Atripalda, è foriero di grandi soddisfazioni, che vanno al di là della conquista della Coppa Italia di categoria. «Città di Castello e Sora, a ragione, occupano le prime due posizioni – argomenta Cortina – ma questo è un campionato molto strano. Ci sono molte squadre che avrebbero potuto rendere di più e che, invece, si trovano in una posizione di classifica diversa da quella che si sarebbero aspettate. Poi ci siamo noi che stiamo facendo meglio di quanto altri avevano previsto». Va da sé che per Danilo il desiderio più grande sarebbe quello di poter tornare a giocare, un giorno, lì dove tutto è cominciato, a Catania. «Catania rimane una delle piazze migliori nella quale giocare a pallavolo – conclude -. Basta vedere l’entusiasmo che si respira ogni volta che viene organizzato un evento internazionale oppure andare in una delle palestre dove i ragazzini cominciano a giocare a minivolley. La pallavolo è nelle viscere dei catanesi, ma è necessario che la passione venga alimentata e che tutto il movimento torni a crescere come si merita».
(Pubblicato su La Sicilia mercoledì 9 gennaio)