Non è vero che la gente non capisce, non possa capire. Vero, invece, che la gente perlopiù è allevata con tanto invisibili quanto mostruosamente consistenti paraocchi affinché non possa affrontare i suoi problemi. (Danilo Dolci, Nessi fra esperienza etica e politica, vol. II, Lacaita 1993)
Mi hanno raccontato della “Marcia per la Pace nel Vietnam” di Danilo Dolci del 1967 e della sua sosta qua nella mia città (io avevo solo tre anni, troppo piccolo per sapere o capire… o forse no?), ma sono rimasto sorpreso di una cosa, del fatto che di questa persona straordinaria oggi si parli così poco. Danilo Dolci, un sognatore, un soggetto scomodo che osava combattere con le armi della non violenza la mafia, la miseria, la corruzione, gli intrighi politici, lo sfruttamento dei lavoratori e molto altro, un esempio “laico” prezioso, soprattutto in questi nostri tempi così ingloriosi e depressi. Le mie poche e modeste parole non sono sufficienti per ricostruire il percorso unico e irripetibile di un uomo eccezionale, le sue azioni concrete, le sue lotte. Mi sono sempre chiesto perché non gli avessero mai attribuito il Premio Nobel per la Pace, poi guardo la lista dei vincitori e capisco tutto… Forse qualcosa sarà cambiato, ma evidentemente lui non era considerato un “potente” come i capi di stato impalmati a suo tempo o certi personaggi più sponsorizzati… Proprio nell’anno della mia nascita, il 1964, l’allora arcivescovo di Palermo, nonché cardinale, sostenne a proposito di Danilo Dolci che “dopo più di dieci anni di pseudo apostolato questa terra non può vantarsi di alcuna opera sociale di rilievo che sia da attribuirsi a lui”, e aggiunse che il gran parlare della mafia, Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa e Danilo Dolci rappresentavano le tre cause maggiori del disonore della Sicilia… Non credo ci sia altro molto da aggiungere. La differenza è che Danilo Dolci non si sentiva nemico di nessuno, non vedeva nell’altro un pericolo, una diversità da convertire o abbattere, ma solo un riferimento con cui dialogare e confrontarsi senza ricorrere alla violenza diretta o indiretta. Abituati come siamo a dare del “Lei” o del Voi” a chi sostanzialmente è come noi e non migliore, abbiamo bisogno della figura di Danilo Dolci, un uomo che ha sempre dato del tu ai suoi simili, alla terra, al mondo.
© Marco Vignolo Gargini
http://it.wikipedia.org/wiki/Danilo_Dolci
http://danilo1970.interfree.it/dolci.html
http://www.fondodanilodolci.it/