Danilo Gallinari è il protagonista dell’ultimo tormentone social: su Facebook e Twitter i fans italiani si sono riuniti per cercare di farlo partecipare all’All-Star Game di Toronto, che si terrà il 14 febbraio.
Gallinari sarebbe il primo giocatore italiano a partecipare ad una Gara delle Stelle NBA, traguardo tuttavia difficile da raggiungere in una Western Conference davvero ricca di talento. Data l’attenzione mediatica ricevuta è opportuno partire dalle origini e scoprire la storia del Gallo.
Abbiamo un sogno: @gallinari8888 al’ASG! Danilo Gallinari #NBAVote #NBAPassion pic.twitter.com/pr94QGm6yf
— NBAPassion.com (@NBAPassion_com) January 8, 2016
Il Predestinato
Danilo nasce a Sant’Angelo Lodigiano l’8 agosto 1988 da mamma Marilisa e papà Vittorio, anche lui cestista e capitano dell’Olimpia Milano. L’Olimpia Milano in quegli anni è una delle squadre più forti d’Europa e, guidati da Dan Peterson, le scarpette rosse riusciranno addirittura ad ottenere il Grande Slam: Campionato, Coppa dei Campioni, Coppa Italia, Supercoppa Italiana ed Intercontinentale. Nato sotto una buona stella, Danilo è abituato fin dalla tenera età a peregrinare per varie regioni italiane: muove i suoi primi passi sul parquet a Livorno, poi torna nel lodigiano e a soli 16 anni esordisce in Serie B Eccellenza con il Casalpusterlengo nella stagione 2004/2005. L’anno successivo il club del padre, l’Olimpia, lo rileva, e lo manda a giocare a Pavia, in Legadue. Qui il giovane Gallinari vince il primo titolo di MVP della stagione con una media di oltre 14 punti a partita. Ritornato a Milano, sebbene giovanissimo, il Gallo dimostra fin da subito le sue caratteristiche tecniche stratosferiche che gli permettono di rendere semplici agli occhi del pubblico anche le cose più complesse: la naturalezza con cui padroneggia il suo fisico e la palla sono fuori dal comune. Anche tra i meneghini tutte le tappe vengono bruciate e, se nella prima stagione vince il premio come miglior giovane della Serie A, l’anno successivo non solo bissa questo successo, ma vince anche l’MVP della stagione e il premio come miglior giovane dell’Eurolega.
L’Italia inizia a stare un po’ stretta a Danilo, che intanto deve scontrarsi con due problemi che lo affliggeranno per tutta la carriera: gli infortuni e la sconfitta. I problemi fisici si fanno sentire fin dalla stagione di Pavia e frenano l’ascesa del Gallo in Nazionale: sembra quasi che il corpo non riesca a reggere il ritmo e le giocate folli imposte da una mente fredda ed esperta nonostante la giovane età. D’altro canto, se a livello personale riesce ad emergere e vincere molti riconoscimenti con Milano, come poi in futuro in NBA e in Nazionale, non riesce a vincere, è sempre l’ultimo ad arrendersi ma non riesce ad imporsi con la propria squadra.
Oltre Oceano
Consapevole dei suoi mezzi Gallinari si dichiara eleggibile per il draft NBA 2008. Al Madison Square Garden di New York il Gallo viene scelto alla sesta pick proprio dalla squadra di casa: i Knicks. Quella sera per la prima volta si scontra con le difficoltà della lega più famosa del mondo: i newyorkesi lo fischiano, non capendo la scelta del neo-coach (e vecchio compagno di papà Vittorio) Mike D’Antoni. In effetti, la stagione da rookie di Danilo è piuttosto complicata: in Summer League dopo aver ricevuto un duro scontro di gioco la schiena lo abbandona. L’esordio in NBA avverrà soltanto il 17 Gennaio 2009, con una gara da 6 punti in 16 minuti. La schiena, però, continua a bloccare il talento lodigiano, tanto da costringerlo al primo di una lunga serie di interventi chirurgici: ad aprile si opera e torna in forze per la nuova stagione. Da sophomore il Gallo zittisce tutti gli scettici e dimostra perché è un giocatore NBA scelto tra i primi 10 al draft: diventa una delle principali bocche da fuoco del sistema di D’Antoni: il “Run and Gun“. Le percentuali del numero otto sono fantastiche: 42.7% FG, 38.2 % 3PFG e oltre l’80% ai liberi. Questi numeri pesanti gli permettono di partecipare a due eventi dell’All-Star Weekend 2010: l’NBA Rookies Challenge e il Three Point Shootout, la gara del tiro da tre vinta poi da Paul Pierce.
Nonostante le buone prestazioni Danilo Gallinari lascia la Grande Mela per raggiungere i Denver Nuggets, nella trade che ha portato ai Knicks Carmelo Anthony nel febbraio 2011. In Colorado il Gallo può subito giocare i playoffs, anche se i Nuggets verranno subito eliminati dagli Oklahoma City Thunder, che perderanno poi in finale con i Miami Heat dei Big Three. Subito dopo partecipa agli Europei 2011 uscendo nella fase a gironi: nonostante si dimostri -ancora una volta- tra i migliori, la sua squadra non riesce a prevalere, rimediando ancora la sconfitta. Durante il lockout torna a Milano per otto partite fino a quando a dicembre ricomincia l’NBA: il 2012 è un anno fantastico per Gallinari che diventa il fulcro dei Denver Nuggets di George Karl e fa registrare il suo momentaneo career-high di 39 punti. Ai playoff i Nuggets riescono quasi nel miracolo, portando fino a gara 7 la serie contro i Lakers, ma sono costretti a cedere a Bryant e compagni con una bruttissima prestazione di Danilo, ormai senza energie e senza idee.
Gli Infortuni e il Ritorno
Diventato ormai idolo a Denver, Danilo Gallinari e i suoi fanno una stagione strepitosa fino a quando il numero 8 si rompe il crociato sinistro ad aprile 2013. Nel momento di massima ascesa, questo bruttissimo infortunio sembra troncare la crescita del miglior talento italiano. Ad un passo dall’essere considerato un All-Star. tutto si blocca: è l’inizio di un calvario che terrà fuori il Gallo per tutta la stagione successiva, protagonista di un doloroso recupero dovuto anche ad un’operazione sbagliata. Il rientro avverrà soltanto nella stagione 2014-2015 nella quale Gallinari torna a brillare di luce propria regalando spettacolo in Colorado, nonostante i Nuggets si siano molto ridimensionati: aggiorna anche il suo career-high a 47 punti contro i Dallas Mavericks.
In estate, il figlio di Vittorio veste ancora una volta la maglia azzurra per cercare di portare la talentuosa nazionale italiana al successo a Euro 2015: Danilo Gallinari ha la responsabilità di essere la punta di diamante della squadra, insieme a Belinelli e Bargnani. La sua presenza in campo è fondamentale: il Gallo gioca partite incredibili regalando all’Italia i quarti di finale, persi contro la Lituania. Dopo questa partita è avvenuto uno sfogo in cui il giocatore si è detto stufo di perdere, vuotando anni di frustrazione e di sconfitte immeritate. Durante questa stagione Gallinari sembra aver raggiunto la totale maturità e, per quanto i Nuggets non siano un’ottima squadra, sta facendo segnare le sue migliori cifre in NBA, eccetto le percentuali al tiro viziate però dal maggior numero di tiri che si prende per partita. Vederlo all’All-Star Game sarebbe spettacolare per i tifosi italiani ed un giusto premio per la sua carriera fatta di estrema classe e tanta sfortuna.
Q: Guess who’s averaging 24.3 PPG so far in January (4th in the West)? A: Danilo Gallinari. #NBAVote #Nuggets #JustSaying — Denver Nuggets (@nuggets) January 9, 2016
QUI le modalità con cui votare i giocatori in vista dell’ASG di Toronto: