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Dare addosso allo Sport

Creato il 22 agosto 2012 da Mcnab75
Dare addosso allo Sport

Jessica Ennis

Con questo post mi tolgo un sassolino nella scarpa che mi infastidisce da parecchio tempo.
Parliamo, collateralmente, di sport. In particolare di quella pratica sempre più diffusa di snobbare, deridere, denigrare ogni manifestazione sportiva da parte di chi ha certi specifici interessi. Che poi sono gli interessi di buona parte dei lettori di Plutonia Experiment.
Come a dire: se sono un lettore, uno scrittore, un appassionato di fantascienza, horror etc etc faccio bella figura nel manifestare in ogni occasione possibile e immaginabile il mio disprezzo per lo sport, gli sportivi e gli appassionati del medesimo.
Ci ho fatto caso anche questa estate. Gli Europei? Mai visti in vita mia. Il calcio è una perdita di tempo per lobotomizzati.
Le Olimpiadi? Parlassero piuttosto dei soldi che hanno buttato per organizzare l’indegno spettacoli di questi tizi in mutande. Insomma, il tenore dei commenti era questo. Non ovunque, ripeto, bensì tra molti amici che condividono le mie stesse passioni.
A questo punto mi chiedo se sono io l’eccezione: a me lo sport piace e trovo piuttosto populista puntare il dito contro gli alti ingaggi degli atleti, l’inutilità di attività che hanno l’unico fine di intrattenere etc etc.
Fermo restando l’assoluta liceità di ciascuno di noi di odiare questa o quella attività artistica/ricreativa/sportiva, mi chiedo con reale curiosità e senza intento polemico cosa c’è dietro a tutto questo odio.

Mi si viene a dire che lo sport è, come già accennato, intrattenimento fine a se stesso.
A questo punto però si potrebbe dire lo stesso di, che ne so, la letteratura fantasy, i giochi di ruolo, i film horror. Insomma, di buona parte delle cose che piacciono ai lettori di Plutonia Experiment. Ai miei occhi è sempre sembrata una puntualizzazione sciocca. Se leggere un buon libro fantasy mi fa star meglio non lo ritengo tempo buttato. Né soldi scialacquati impunemente. Se guardare il Giro d’Italia mi dà la stessa soddisfazione va da sé che non lo ritengo a sua volta tempo sprecato.
Seconda -e conseguenziale- obiezione: eh, sì, certo, ma con un libro ti fai una cultura, con lo sport no.
In linea di massima potrebbe essere anche vero. Ma anche no. Lo sport, inteso nel suo significato atavico, dovrebbe insegnare valori umani ed etici. Poi, questo sì, tutto è stato travisato per il vil danaro, trasformando molte discipline sportive in baracconi di sponsor miliardari e  di manager avidi.
Non vi pare però che anche nell’editoria e nel cinema ci siano fenomeni simili? Non tocca certo a me ribadirvi quante volte abbiamo puntato il dito contro opere commerciali, senza alcun valore reale, culturale o qualitativo.

Questione soldi: è vero, nello sport girano molti, troppi soldi.
E nel cinema allora? Nella musica?
A me fa più schifo sentire i prezzi dei concerti di Madonna che non conoscere l’ingaggio di un calciatore qualunque di Serie A. Mi fa più senso sapere quanto gli editori e i distributori hanno lucrato sui libri e film di Twilight, arricchendo una scrittrice mormone di modestissime capacità artistiche. Questione di sensibilità. Meglio dare i soldi a Lionel Messi, per quel che mi riguarda.
Comunque sia vale la pena ricordare che questo è il mondo che abbiamo costruito, volendo o meno: gli idoli che tanto ci piacciono hanno il diritto (magari non etico) di essere strapagati. Vale per l’attore del cuore, per lo scrittore di bestseller, per la tennista famosa, per il calciatore top player.
Se ci deve essere una livella, che lo sia per tutti. No?

Dare addosso allo Sport

Victoria Pendleton


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