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Dare mo shiranai - Nobody knows

Creato il 16 settembre 2010 da Robydick
Dare mo shiranai - Nobody knows2004, Hirokazu Koreeda.
Film liberamente ispirato ad una vicenda che fece molto scalpore in Giappone nel 1988, nota internazionalmente come "The four abandoned children of Sugamo".
In brevissimo, 4 bambini, figli di altrettanti padri, vivono chiusi in casa, la madre li nasconde alla vita civile tranne il primo, il dodicenne Akira, che si occupa anche di svolgere compiti da genitore nei confronti dei fratelli (in totale sono 2 maschi e 2 femmine). Akira solo esce, fa la spesa, paga le bollette, fa tutto, la madre è spesso assente anche per giorni. Nessuno di loro frequenta amici, né scuole, né svolge qualsiasi attività extra-familiare.
Un giorno la donna sparirà, senza fare più ritorno.
I soldi finiranno nell'arco di poche settimane. Akira va dai "padri" a chiedere aiuto senza trovarne, lavoro non glie ne danno ché è troppo giovane. Andare dall'assistenza sociale non se ne parla, sono indottrinati tutti e 4 su questo rischio di venire separati in diverse famiglie. Trascorreranno mesi, resteranno senza corrente, senza acqua, non pagano nemmeno l'affitto ma la padrona è rassegnata ad aspettare la madre e riescono a farla franca. La casa lentamente diventa una specie di discarica, nemmeno il bagno è utilizzabile... lascio immaginare il resto, o meglio lo lascio alla visione.
E' un film duro da sostenere, anche per la durata di 140', ma veramente bellissimo ed imperdibile. La caduta nell'inferno di questi bambini, che pure mantengono integra l'innocenza della fanciullezza, è lunga e ripresa con dettaglio, per gran parte solo con luci e suoni naturali, rarissime le musiche con però una canzone nel drammatico finale da pelle d'oca.
Ad un certo punto la segregazione non sarà più praticabile. Per lavare i panni od espletare i bisogni andranno in un parco vicino. Tanti quindi i momenti "pubblici" eppure proseguono nel loro isolamento sostanziale, nessuno pare accorgersi di loro tranne i pochissimi che li aiutano a procurarsi un minimo di cibo per non soccombere alla fame. Alcune inquadrature, coi bambini nello sfondo di una società affaccendata sono straordinarie e non danno spazio ad interpretazione.
Quante domande si saranno poste i giapponesi su come sia stato possibile un fatto del genere, e quante ce ne dobbiamo porre tutti, che anche in europa e molto di recente fatti di segregazione sono emersi seppure molto diversi.
Nessuno sapeva, ed in fondo nelle grandi città si ama poco chi ficca il naso nei fatti propri e quindi si crea una sorta d'indifferenza al prossimo mascherata dalla parola discrezione. Ci può stare in fondo, però quei bambini erano pur nati e nessuno ne ha mai chiesto conto. Possibile che nell'era dell'informazione e dell'analisi incrociata delle informazioni (è il mio lavoro nella vita privata, considerazione inevitabile) il fatto che una casa abitata non avesse più i collegamenti a servizi essenziali come acqua e corrente elettrica non ha destato interesse in nessuno? Chi mai poteva vivere lì?
Una storia di valore assoluto, difficile definire questo un "film asiatico".
Opera eccezionale che ha imposto Koreeda tra i registi giapponesi più amati anche in occidente. Io sono al terzo che vedo di lui e già 2 sono nell'Olimpo.

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