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Dare senso ai sensi di colpa

Creato il 14 febbraio 2010 da Mammacattiva
Dare senso ai sensi di colpa
Qualche giorno fa ricevo la mail di Silvia e Serena di Genitori Crescono per invitarmi al tema del mese del Blogstorming. Annunciano che parleremo di "Ecofamiglie". Nella loro mail l'incipit è curioso. Si scusano perché questa volta non si rivolgono a me in prima persona ma con un generico "Carissimi amici blogger". Non che non l'apprezzi, al contrario, ma mi piace questo piccolo senso di colpa verso me medesima, perché hanno sempre più da fare e il tempo scarseggia. Mi piace perché significa che i loro contenuti hanno sempre più valore e sanno di poter contare sulla nostra comprensione. Dovrebbe essere così anche tra mamma e figli: se il mio tempo scarseggia perché aumentano le cose da fare a valore aggiunto, allora i miei figli saranno in grado di capire i momenti in cui non mi occupo di loro direttamente. Smaltimento dei sensi di colpa.
Ora la mia prima reazione è stata "Mumble mumble, e adesso che contributo posso dare?" Poi è partito un vago senso di colpa. Arieccolo, Mr. Senso di Colpa, sempre dietro l'angolo. "Sono io abbastanza eco-compatibile?" Formulo nella testa un breve elenco delle cose che faccio: non spreco acqua, spengo le luci, acquisto prodotti alimentari di stagione e del territorio, separo i rifiuti. Lo insegno ai bambini? Sì: chiudono l'acqua tra una lavata di denti e l'altra; fanno a gara a chi spegne prima la luce. A volte se la spengo io la riaccendono per poi dire che l'hanno spenta loro; ricicliamo vestiti e giochi, a monte e a valle, senza vergogna e pensieri che una cosa di seconda o terza mano sia disonorevole. Ma basta?
Do un'occhiata agli altri contributi…Acci, Mamma Imperfetta ha scritto un post perfetto. Anzi direi che ha scritto esattamente quello che mi passava per la testa. Devo quindi virare i contenuti se no ci ripetiamo.
Aumenta il vago senso di colpa. Uffi. Eppure nel 2009 ci ho lavorato sui sensi di colpa e me ne sono liberata vistosamente.
Idea! Avete presente quando vi regalano una cosa? Cosa rispondete? Prendete e portate a casa? Nella peggiore delle ipotesi esce uno spontaneo "Grazie". Se ve lo dimenticate, riparate con un "oddio, scusa, ero soprappensiero, grazie, grazie infinite".
Oppure, quando qualcuno starnutisce cosa dite? "Salute", mi auguro, sperando che il tipo si metta la mano davanti. Proseguiamo e facciamola più difficile. Quando scendendo dal treno vedete una signora anziana con la valigia, cosa fate? Personalmente mi offro di aiutarla e le porto il bagaglio giù. E tornando ai denti, la sera prima di andare a dormire quale azione mediamente riflessa portate avanti? Io non riesco ad andare a dormire se non mi lavo i denti. Scatta come una sensazione di fastidio.
Quest'estate siamo stati a Villasimius dove il comune gestisce in modo egregio il sistema di smaltimento rifiuti. La vacanza è poi proseguita nella casa in campagna dei miei dove vige lo stesso identico sistema. Abbiamo rispettato le regole e, tornati a casa, a malincuore siamo tornati alla banale separazione tra carta, plastica, vetro&lattine, pile, altro. Questo perché nel centro storico di Bologna non è previsto il supporto per la divisione tra umido e secco. Dopo solo quattro settimane di pratica "esotica", tornati a casa, abbiamo quindi provato un senso di fastidio, come se ci mancasse qualcosa. Chiamamolo "senso di colpa".
Ecco l'idea è che per una volta tanto un senso di colpa abbia poi il suo senso. Nel crescere la nostra famiglia e portarla verso scelte eco dovremmo lavorare ingegnosamente sui sensi di colpa e far sì che ogni volta che facciamo azioni dolose verso l'ambiente parta il disagio, il prurito e si compia quindi l'azione giusta. Più ci lavoriamo da piccoli e più certe attività diventeranno parte di noi, saranno leggere e spontanee. Non è solo l'educazione di dire grazie, prego, permesso e buonasera ma rispetto naturale per l'ambiente e le risorse scarse.
Sarebbe davvero bello se nel mondo sparisse la depressione o l'ansia post partum tipicamente generata dai sensi di colpa e prendesse piede la depressione per eco-incompatibilità. Allora sì che il mondo ne guadagnerebbe.
Questo post partecipa al blogstorming.
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