Franceschini “Cos’altro deve succedere per capire i rischi che corre la democrazia italiana?”
Franceschini , lei sta suonando l’allarme?
“Sì, cosa serve ancora perché ci svegliamo? Perché capiamo che Berlusconi vuole istituzionalizzare un modello di potere già costruito nei fatti? Propone un presidente della Repubblica eletto dal popolo ; che controlla le tv non avendo risolto il conflitto d’interessi; che nomina i parlamentari poiché non vuole toccare il “porcellum” l’attuale legge elettorale ; che nomina il presidente del Consiglio ; che controlla i pm; che condiziona la Corte costituzionale… Guarda alla Francia , Berlusconi. Ma ben oltre Sarkozy , oltre De Gaulle. Guarda al Re Sole “lo Stato sono io”. Alla Monarchia assoluta”
Il premier davanti alla platea degli industriali ha fatto un sfregio al Quirinale: ha rincarato l’attacco alla Corte Costituzionale. Cosa sta davvero accadendo?
“Tutto deriva dal suo stato d’animo e dall’idea che avere vinto le elezioni significhi non essere chiamati a servire il proprio paese per cinque anni ma essere diventato padrone dello Stato. Per uno che ha in testa quest’idea distorta , diventano un ingombro il Parlamento , la Consulta, la magistratura e anche il Quirinale quando svolge le funzioni di garanzia e di rispetto alla Costituzione che Napolitano esercita in modo ineccepibile”
Il suo allarme trascina l’opposizione verso un anti-berlusconismo stile Di Pietro o Grillo?
“Ogni volta che abbiamo il dovere di fare una battaglia giusta scatta l’accusa di anti berlusconismo. Dobbiamo liberarci da questa sudditanza psicologica. Non sembri retorica , ma la nostra generazione ha ricevuto un sistema di libertà e garanzie democratiche che è frutto delle lotte delle nostre madri e dei nostri padri, che fossero comunisti, democristiani, socialisti, azionisti, repubblicani. Abbiamo il dovere di consegnare ai nostri figli una società più libera, non meno libera. E fra cinquant’anni , guardando questo ventennio , potrebbero chiedersi di noi: ma dov’erano , cosa facevano?”
Lo showdown per Berlusconi è più vicino o più lontano?
“Il declino può essere un fenomeno lento ma inesorabile. Quando c’è una tentazione autoritaria , la fase più pericolosa è proprio quando si avvicina la fine. La Costituzione materiale è stata modificata. Il Messaggio Berlusconi-Bossi ha distrutto la coscienza civile del paese. La nostra Repubblica si è fondata sui principi di comunità , accoglienza , solidarietà, volontariato e di lotte politiche però su un tessuto comune di valori. E adesso che questi valori ci sarebbero serviti per fronteggiare la crisi , tutto è stato bruciato da vent’anni di Berlusconismo. Prevalgono egoismo individuale o territoriale , spregiudicatezza , negazione delle regole , ricchezza e popolarità come parametri di successo personale : le televisioni e i comportamenti di Berlusconi hanno creato questo modello. Dobbiamo sfidare la destra sui valori”
Eppure non si fa altro che parlar di riforme. Ansi , di riforme condivise. E’ un dibattito virtuale.
“Questo paese ha bisogno di riforme per diventare più moderno. Ma sono anche stufo dello snobismo, in base al quale essere riformisti è essere sempre un passo più avanti degli altri nel dialogo e nelle aperture , anche quando è a un passo dal baratro. C’è una condizione irrinunciabile per lavorare costruttivamente in Parlamento sulle regole , cioè l’impegno formale che le modifiche alla Costituzione si facciano solo con un’intesa maggioranza-opposizione , senza la quale si rinuncia. Se la risposta del Pdl fosse no, è la prova del tentativo di trascinarci in un pantano. L’opposizione deve tenere alta la guardia. E agire. O vogliamo sperare che le cose cambino per un raggio dal cielo che illumini Berlusconi? O che Fini trovi il coraggio nei fatti o nono solo nelle parole? Il Pd deve avere la consapevolezza dei rischi vicini e concreti per la democrazia italiana. Se si crede in una battaglia giusta , la si vince anche quando sembra impossibile. Se no, si sprofonda nella tattica e si perde. Il sistema tedesco o il doppio turno francese , il bipolarismo , i modelli organizzativi del Pd , la leadership futura, se i Democratici devono scegliersi un papa straniero o affidarsi ai segretari regionali, sono temi importanti, ma drammaticamente secondari, oggi”
Però il problema è anche dall’altra parte del ring. Nel Pd , di cui lei è stato segretario e ora capogruppo alla Camera, anche Prodi invoca un ricambio. Non c’è un valido competitor di Berlusconi?
“Non mi pare sia così, il Pd ha un segretario eletto e tutti noi abbiamo il dovere di sostenerlo e di costruire insieme a lui la linea. In questo momento se i rischi di cui ho parlato sono veri , le priorità sono l’unità del Pd e dell’opposizione e non le alleanze future”
madyur