Magazine Cinema
La trama (con parole mie): Barnabas Collins, immigrato con la famiglia negli Stati Uniti dall'Inghilterra nel pieno del settecento, inizia un burrascoso rapporto d'amore non ricambiato con la strega Angelique, che lo maledice provocando la morte dell'amata del giovane infierendo ulteriormente trasformandolo in vampiro e rinchiudendolo in una cassa solo con il suo dolore e la sete di sangue e vendetta.Quasi duecento anni dopo, all'inizio dei mitici seventies, Barnabas viene liberato da un gruppo di operai: tornato alla vita, e venuto a sapere che Angelique è ancora l'eminenza grigia dietro gli affari della città che i suoi genitori fondarono, il vampiro decide che è giunto il momento di prendersi cura dei suoi "futuri" parenti ed assaporare la rivincita sognata per così tanto tempo.Ma la strada perchè tutto possa finalmente compiersi è lunga, e non priva di difficoltà.
A volte capita anche ai migliori di commettere un errore in grado di cancellare come se niente fosse anni e anni di successi: è accaduto al mio adorato Roberto Baggio nella finale dei Mondiali del 1994 con quel rigore mai dimenticato, a Terrence Malick con quella ciucciata gigante diThe tree of life, a Don Winslow con l'ultimo Le belvee anche a Tim Burton, con l'agghiacciante Alice in wonderland.
Certo, tra gli scivoloni appena elencati quello del regista di magie come Edward mani di forbice o Big Fish è decisamente il più grave, tanto da rendere difficile credere che lo stesso possa essersi davvero ripreso: onestamente, e in onore del passato, ho cercato di approcciare Dark shadows con il minor numero di pregiudizi possibile - complice un trailer che mi aveva tutto sommato sorpreso in positivo, nonostante la consueta dose di timburtonite deppiana condita con la presenza da me faticosamente digerita di Helena Bonham Carter -, nella speranza di godermelo non come fosse un tentativo dell'autore di tornare alla ribalta ma come se fossimo ancora nel pieno degli anni novanta, ed il vecchio Tim potesse pensare di essere il regista di culto numero uno di quasi una generazione.
Purtroppo neanche le mie migliori disposizioni mentali sono servite per salvare Dark shadows da un destino di scialba mediocrità reso giusto leggermente più intrigante dalla presenza di Eva Green, che continua ad avere argomenti decisamente interessanti da proporre all'audience: la sequenza del sesso con Barnabas, quasi una parodia estremizzata della luna di miele vista in Twilight, resta uno degli episodi meglio riusciti di un film che passa e scivola via quasi fosse la più superflua delle visioni.
Una cosa che potrebbe suonare normale per un regista senza pretese, ma che per Burton ha il sapore amaro di una sconfitta, soprattutto se si considera che l'intera operazione pare un divertissement ad uso e consumo dei suoi protagonisti ed autori, quasi il triangolo Tim-Johnny-Helena, dopo aver visionato la serie da cui è stato tratto questo lavoro in una sera di noia alcoolica avesse deciso di trasformare il tutto in un giochino sul quale costruire il consueto circo di soldi e pubblicità come la migliore delle famiglie felici.
Ed è proprio la famiglia, il perno delle avventure di Barnabas - personaggio, peraltro, anche piuttosto divertente -: quella ormai perduta, quella in qualche modo rappresentata da Angelique e quella dei parenti acquisiti, una squadra di dissociati molto male assortiti.
Peccato che la sceneggiatura sia decisamente poco approfondita, sbrigativa e slegata, alcuni personaggi si perdano per strada - la Hoffman della Bonham Carter - ed altri decisamente promettenti siano letteralmente abbandonati a se stessi - la Carolyn della bravissima Chloe Grace Moretz di Kickass e Hugo Cabret -: proprio in fase di scrittura, in effetti, il film mostra il suo lato peggiore, presentandosi di fatto come un qualsiasi film Dreamworks tutto scenette e poca sostanza, alternando idee divertenti - l'assonanza McDonald's/Mefistofele ed il linguaggio forbito di Barnabas a colloquio con il gruppo hippy - a lunghi momenti di stanca in cui finiscono tutti per apparire come macchiette prive di spessore.
Peccato davvero, perchè tornando indietro nel tempo e ripensando alle numerose perle regalate da Burton in passato - Ed Wood, Mars attacks!, Beetlejuice - suona davvero un pò triste pensare di doversi rifugiare in un paio di gag che funzionano e sul fascino di un'attrice - anche se, occorre ammetterlo, Michelle Pfeiffer ancora si difende nonostante abbia di fronte la già citata Eva Green - e su una sorta di finto alternativismo fuori dagli schemi per poter portare a casa un film che possa - e neppure troppo - funzionare, ignorando charachters che un tempo avrebbero fatto la fortuna - e la gioia - dell'autore di Frankensweenie e dei suoi sostenitori come quello di David Collins, lasciato ai margini per concedere spazio ad inutili esibizioni di effetti, atmosfere e movimenti di macchina.
Probabilmente Burton comincia a soffrire della stessa mancanza di ispirazione di Allen e Scorsese, eppure, tentato dal successo commerciale, insiste nel non riuscire a concepire che una pausa di riflessione e, perchè no, depurazione, potrebbe essere utile perchè possa tornare sul grande schermo senza essere necessariamente il Burton che il pubblico si aspetterebbe, e chissà, arrivare a sorprenderlo con qualcosa di dirompente come Big Fish, ad oggi a mio parere il suo lavoro più grande ed universale.
L'unica consolazione è data dal fatto che, da queste parti, cominciavano a mancare vittime illustri da sacrificare sul sacro bancone delle bottigliate: che, peraltro, per questo pallido tentativo di ripresa, il buon Tim neanche merita.
Ma, nel dubbio, mi tengo pronto: chissà che la prossima sia la volta buona.
MrFord
"No more Mister Nice Guy
no more Mister Clean
no more Mister Nice Guy
they say he's sick, he's obscene
I got no friends 'cause they read the papers
they can't be seen with me
and I'm feelin' real shot down
and I'm gettin' mean."Alice Cooper - "No more Mr. Nice Guy" -
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Big Game
Anno: 2015Durata: 90'Distribuzione: Eagle PicturesGenere: AzioneNazionalita: USARegia: Jalmari HelanderData di uscita: 25-June-2015Il coraggio, un patto, la... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
The Green Inferno – Nuovo trailer e conferma della release italiana per il 24...
Nessuna buona azione resterà impunita. Così recita il nuovo trailer italiano di The Green Inferno, film diretto da Eli Roth, che non altro che è un omaggio al... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
L’esilio (A Tolonc) – Mihály Kertész (1914)
Prima di andare negli Stati Uniti e vincere due Oscar, Micheal Curtiz aveva conosciuto il successo in Ungheria. Tra i suoi primi lungometraggi troviamo A Tolonc... Leggere il seguito
Da Mutosorriso
CINEMA, CULTURA -
Accidental love
Regia: Stephen Greene (David O. Russell)Origine: USAAnno: 2015Durata: 100'La trama (con parole mie): Alice, giovane cameriera di una cittadina dell'Indiana... Leggere il seguito
Da Misterjamesford
CINEMA, CULTURA -
Il cinema italiano protagonista alla cineteca di La Paz, in Bolivia con...
Continua lo straordinario tour in America Latina di Born in the U.S.E. – Nato negli Stati Uniti d’Europa, il film scritto e diretto dall’anarchico regista... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Stasera alle 21,10 su Mediaset Italia 2 La cosa di John Carpenter
Anno: 1982Durata: 109'Genere: FantascienzaNazionalita: USARegia: John CarpenterLa cosa (The Thing) è un film del 1982 diretto da John Carpenter, liberamente... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA