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In occasione dell’uscita del nuovo film di Tim Burton, Dark Shadows, ho pensato di proporvi la recensione dell’omonimo libro. Sia il romanzo della Parker che il film di Burton si sono ispirati alla serie televisiva di Dan Curtis, un vero e proprio cult negli Usa degli anni ’60, e l'autrice del romanzo, edito in Italia da Tre60, è proprio l’indimenticabile interprete di Angelique. Quando ho iniziato la lettura di Dark Shadows ero convita di entrare in mondo dove l’anima di Barnabas, soggiogata dal fascino di Angelique, cerca disperatamente di liberarsi dal peso della maledizione che si è abbattuta su di lui, ma in realtà ho trovato tutt’altro e la cosa mi ha piacevolmente stupita.La Parker, infatti, ha voluto raccontare le origini dell’affascinante Angelique e ha cercato di indagare, attraverso la sua dolorosa storia, le radici di quel male della quale è diventata una sorta di “portatrice sana”. Attraverso le parole della Parker, infatti, possiamo ripercorrere i caldi, assolati e mistici anni di Angelique nell’isola di Martinica, il suo ambiguo rapporto con il padre e la sua infanzia vissuta da “piccola dea”.Nel romanzo è dedicata una maggiore attenzione ai primi anni di Angelique e al suo incontro con la magia, ma la Parker non manca di ripercorrere anche quelli della sua adolescenza e le prime battute della sua appassionata e tormentata storia con l’affascinante Barnabas. Grazie al romanzo, quindi impareremo a conoscere una Angelique vittima della sua passione e del suo burrascoso passato e non una femme fatale spietata e avida di vendetta. L’abilità della Parker, quindi, sta nella capacità di aver costruito una storia dove la distinzione fra bene, male, buoni e cattivi non è così netta e dove il lettore non si troverà a patteggiare per un personaggio piuttosto che un altro, ma a scoprire sia gli angoli oscuri che quelli più luminosi dei nostri due protagonisti. Il ricordo di Angelique viene riportato in vita attraverso le pagine del suo diario che Barnabas, a distanza di secoli, si ritrova fra le mani. Grazie al diario, infatti, Barnabas stesso avrà la possibilità di rivalutare quella donna che si è ripromesso di odiare per l’eternità e guardare, sotto una nuova luce, tutte le sue folli e apparentemente inspiegabili azioni. Il personaggio di Barnabas, invece, che ci saremmo aspettati epico, coraggioso e a tratti deliziosamente sfacciato è invece caratterizzato in modo diametralmente opposto. Ci viene infatti restituito un Barnabas inetto, che non lotta e che resta inerme davanti alle inevitabili manovre del destino, ma soprattutto un uomo che nel momento in cui cerca di agire o muoversi semina solo rabbia e dolore. Se nei suoi giorni alla Martinica possiamo godere del suo lato audace e romantico, in quelli a Collinwood potremo solo "apprezzare" la sua incapacità a lottare e la sua, a tratti snervante, inguaribile tendenza all’egocentrismo. In questo romanzo dalle atmosfere allendiane a venir fuori, quindi, è la figura di Angelique presentata come una donna coraggiosa e passionale, che deciderà di abbandonarsi al male solo quando vedrà svanire anche l’ultima speranza di una possibile felicità. Se di Barnabas e Angelique riusciamo ad avere una prospettiva quasi a tutto tondo, grazie a questo gioco di chiaroscuri caratteriali, degli altri personaggi che incontriamo all’interno del romanzo riusciremo ad avere solo un’idea sommaria. Se da un lato avrei preferito una maggiore caratterizzazione dei personaggi secondari, soprattutto di Josette la rivale di Angelique, dall’altra forse è proprio la visione distorta e tragica della nostra protagonista a restituirceli come ombre sullo sfondo della sua storia. A mio parere Dark Shadows è un romanzo da leggere se si vuole avere una visione a tutto tondo, e non scontata, delle vite di Barnabas e Angelique, per scoprire il lato nascosto e misterioso di questa storia affascinante.Alla prossimaDiana
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