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Dark shadows (di Tim Burton, 2012)

Creato il 31 maggio 2012 da Iltondi @iltondi

Liverpool, 1760: la famiglia Collins si imbarca per il nuovo mondo, l’America, destinazione Maine; lì diventa in poco tempo padrona di un impero commerciale nel campo dell’ittica, e la stessa città nella quale si sono trasferiti prende il loro nome, diventando Collinsport. Il piccolo Barnabas (Johnny Depp) cresce e si innamora di Josette (Bella Heathcote), respingendo però l’inserviente Angelique (Eva Green). Quest’ultima si rivela una strega dai poteri terribili e letali, così per vendicarsi uccide dapprima la sua famiglia e poi Josette, mentre in seguito tramuta Barnabas in un vampiro e lo fa seppellire vivo. Liberato nel 1972, Barnabas Collins deve fare i conti con la decadenza dei suoi discendenti e con un altro impero: quello messo su da Angelique. Dark shadows (di Tim Burton, 2012)

Forse è un’ovvietà, ma un’ovvietà necessaria, dire che Tim Burton è uno di quei registi che sa mantenere il suo caratteristico stile pur concedendosi incursioni nei più svariati generi cinematografici. La sua filmografia è un condensato di storie di enorme potenza visiva, ambientate in luoghi, tempi e maniere differenti: si va infatti dai supereroi (Batman) alla fantascienza (Mars attack! e Il pianeta delle scimmie), dall’horror (Il mistero di Sleepy Hollow) all’animazione (La sposa cadavere), dal musical (Sweeny Todd) alle favole gotiche (Edward mani di forbice e Alice in Wonderland). Dark shadows, ripreso da una serie televisiva andata in onda negli Stati Uniti tra la metà degli anni 60 e l’inizio dei 70, si colloca in una fascia trasversale, che va da un prologo gotico a uno sviluppo horror. Sin dal risveglio del protagonista è chiaro però che Tim Burton stavolta ha aggiunto un ingrediente: un umorismo insolito eppure ben dosato. Le situazioni, i dialoghi e i personaggi, ognuno dei quali “diverso” a suo modo (oltre a vampiri, streghe e licantropi ci sono una psichiatra alcolizzata, un padre egoista e anaffettivo, un bambino traumatizzato e una baby sitter che vede i fantasmi), sottolineano questa scelta (tra i momenti più divertenti, la M di McDonald’s scambiata per la M di Mefistofele, l’attrazione di Barnabas per la lampada in cui fluttuano bolle rosse, l’amplesso devastante e passionale con la strega Angelique e sottofondo musicale di Barry White). Oltre alle trovate registiche, spicca una colonna sonora superlativa (musiche di Danny Elfman e poi T-Rex, Black Sabbath, Donovan, Iggy Pop, The Moody Blues). Presenza d’eccezione per Alice Cooper, che fa il suo concerto shock rock durante una festa nella tenuta dei Collins. Continua il fortunato connubio di Tim Burton con Johnny Depp ed Helena Bonham Carter (come diceva l’allenatore Boškov: «Squadra che vince non si cambia»), ma nel cast ci sono anche Jonny Lee Miller (visto nei cult Trainspotting e Plunkett & Macleane), l’eterno Christopher Lee (al quinto film con Burton) e le bellissime Michelle Pfeiffer (cinquantaquattro anni e non dimostrarli) e Eva Green (ad averne di streghe come la giovane attrice francese…).



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