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Sono stati resi disponibili, sul sito dell'AGCom, i dati relativi al pluralismo politico ed istituzionale relativi al mese di marzo 2011, l'ultimo prima che l'apertura della campagna elettorale in vista delle amministrative primaverili dia uno stretto giro di vite alle norme sulla par condicio.
In questo mese, che ha visto alla ribalta temi di grande rilevanza internazionale - la crisi libica, il disastro nucleare in Giappone, la disfatta elettorale della Merkel in Germania - le ore che i telegiornali hanno dedicato alla politica e ai politici del nostro Paese sono state circa 168, in forte calo dalle 201 di febbraio e in numero inferiore anche rispetto alle 188 di gennaio.
Dati AGCom marzo 2011
Rispetto a gennaio e febbraio il trend di assoluto predominio governativo nei telegiornali italiani subisce una vera e propria impennata, a scapito questa volta non solo della maggioranza ma anche dell'opposizione, riducendo in maniera determinante il pluralismo delle voci. In particolare, come si può vedere dalla tabella, è il Governo (Presidente del Consiglio escluso) a dominare la scena, con quasi il 28% del tempo complessivo. Per fare un paragone, il partito più presente nei telegiornali, il PD, è stato accreditato del 12% del tempo di antenna, meno della metà.
Dati AGCom marzo 2011 aggregati per
Istituzioni - Maggioranza - Opposizione
Come mostra il grafico, il tempo istituzionale supera in media il 60% del tempo complessivo, in crescita del 6% sul mese precedente. È da notare come nei due telegiornali più visti, TG1 e TG5, il valore sia ben superiore a tale cifra: sono testate meno note ad abbassare la media. In particolare, solo in due telegiornali - TG4 e MTVFlash - il tempo dedicato alle istituzioni cala al di sotto del 50%. I picchi più alti, almeno tra i TG che offrono un congruo tempo complessivo, sono costituiti da Studio Aperto e proprio dal TG1 minzoliano, che si dimostra quindi un vero e proprio megafono delle parole del Governo. All'interno del tempo istituzionale è in netta crescita il Presidente della Repubblica, più volte chiamato al suo ruolo di guardiano della Costituzione, ma mentre Berlusconi appare lievemente defilarsi dalla scena (15%, -6% dal mese di febbraio), è il Governo a dominare la scena telegiornalistica in maniera assoluta, con il 28% del tempo complessivo (+6% dal mese di febbraio).
Dati AGCom 2011 aggregati per
Istituzioni - Maggioranza - Opposizione
Sia la maggioranza che l'opposizione soffrono lo strapotere istituzionale nei telegiornali, ma mentre la prima resta sostanzialmente stabile rispetto al mese scorso, la seconda scende bruscamente dal 31% al 24%. Se, quindi, nel mese di febbraio la distonia mediatica era tutta interna al centrodestra, marzo apre un nuovo vulnus nella qualità dei telegiornali italiani, danneggiando in maniera molto rilevante anche l'opposizione.
Dati AGCom marzo 2011 aggregati per
area politico-culturale
Togliendo dal conteggio il tempo istituzionale e suddividendo il residuo per schieramento politico, si vede come il centrosinistra torni ad essere lo schieramento prevalente in questo particolare conteggio temporale, anche se tale risultato è ottenuto solo perché la Lega Nord è stata inserita nel gruppo "destra" e non "centrodestra". Il TG4 ed il TG La7 sono le testate che danno il maggior spazio all'area moderata, mentre TG5 e Rainews si sono invece rivelate questo mese le testate che hanno offerto maggiore risalta al fronte progressita dell'agone politico.
Dati AGCom 2011 aggregati per
area politico-culturale
Dal confronto con i mesi precedenti si nota un certo effetto elastico rispetto a febbraio: le formazioni centriste e la Lega Nord si riportano su valori analoghi a quelli di gennaio, mentre è degno di nota il fatto che la sinistra cosiddetta radicali, pur tenuta ai margini della vita mediatica del Paese, sia riuscita ad avvicinarsi all punto percentuale del tempo disponibile.
Dati AGCom 2011 aggregati per mese
Il calo del centrodestra rispetto al mese di febbraio può essere imputato senza alcun dubbio al forte ridimensionamento di FLI: la formazione finiana è infatti scesa dal 9% del mese precedente al 2,8% di marzo. I due principali partiti appaiono anch'essi in calo, più modesto quello del PdL, più sostanzioso quello del PD che resta però la formazione politica predominante nei TG italiani. Gli altri partiti appaiono generalmente stabili, anche se è possibile individuare un lento e costante trend di discesa dell'UdC di Casini; nel mese di marzo le tre formazioni principali del Terzo Polo - UdC, FLI e ApI - hanno totalizzato un 5,4% complessivo, a fronte del 12,1% di febbraio: di certo non lo slancio giusto per iniziare al meglio la campagna elettorale per le amministrative.
Esaminando infine il comportamento dei telegiornali, la distorsione portata dal predominio mediatico del Governo premia i telegiornali che tendono a limitare questo effetto: sono quindi TG4 e MTVFlash le testate giornalistiche più virtuose da questo punto di vista, seguite a distanza dal TG3. Le più rispettose delle prerogative dell'opposizione, che si avvicinano maggiormente alla percentuale del 33% che le spetterebbe da par condicio, sono invece MTVFlash, Rainews e TG3.
Il mese di marzo costituisce in generale un severo campanello di allarme per la qualità dell'informazione televisiva: il superamento della soglia psicologica del 60% da parte di una qualsiasi delle tre componenti che normalmente si dividono equamente lo spazio mediatico, unito al fatto che entrambe le principali testate telegiornalistiche presentano tale parametro al di sopra della media, è un chiaro indice di come i telegiornali italiani siano sempre meno in grado di fare informazione equilibrata e di qualità. Un pessimo auspicio per l'apertura della campagna elettorale, dove al contrario di sarebbe bisogno del massimo rigore nell'applicazione delle regole.