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Datagate. Dati web forniti da diversi Paesi agli Stati Uniti

Creato il 30 giugno 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
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Nuovo scandalo nella vicenda Datagate: sette Paesi, tra cui l’italia, avrebbero fornito agli Stati Uniti dati sulla navigazione web e sulle comunicazioni dei propri cittadini.

Un accordo segreto stipulato sin dalla fine della II Guerra Mondiale e che riguarderebbe anche Francia, Germania, Inghilterra e Olanda che avrebbero fornito dati ogni qualvolta la National Security Agency lo richiedeva.

Le nuove rivelazioni vengono da Wayne Madsen, ex tenente della marina americana, che ha lavorato alla NSA per 12 anni.

Ma le novità non si fermano alla trasmissione dei dati dei normali cittadini; dall’esame di alcuni documenti che Snowden ha fornito al giornale Der Spiegel, sembra che i servizi segreti americani abbiano spiato, oltre alla Cina, anche l’Unione Europea. Cimici installate negli edifici di rappresentanza europea e infiltrazione nella rete interna dei computer, è in questo modo che gli americani sarebbero stati in grado di aver accesso a tutte le conversazioni avvenute nei locali della rappresentanza UE e a tutti i dati trasmessi e contenuti nei diversi computer.

Sviluppi che hanno suscitato le immediate e furenti dichiarazioni del presidente Schulz:  “Se è vero è un enorme scandalo. Potrebbe causare un forte strappo nelle relazione tra l’Ue e gli Stati Uniti“.

Intanto il vice presidente Biden ha chiesto all’Ecuador di rifiutare la richiesta di asilo di Snowden che attualmente si troverebbe ancora nella zona di transito dell’aeroporto di Mosca. A dichiararlo è proprio il presidente ecuadoriano Correa “Abbiamo parlato dell’affare Snowden e lui mi ha trasmesso in modo molto cortese la richiesta americana di rifiutare la richiesta d’asilo”.

Da Mosca arriva invece  l’invito a una collaborazione tra il Senato e Snowden, il Cremlino vorrebbe infatti conoscere l’eventualità che negli Stati Uniti possano essere stati spiati anche cittadini russi; queste le parole del senatore Gattarov: “Invitiamo Edward Snowden a lavorare con noi e speriamo che, appena definirà il suo status legale, collabori con il nostro gruppo di lavoro e ci fornisca prove dell’accesso delle agenzie di intelligence Usa ai server di aziende internet”.

Articolo di Olga Anna Furchì


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