Il tizio seduto sulla panchina si era accorto di avere una malattia che gli aveva reso la vita un inferno. Era un pensatore compulsivo ossessivo. Ossessionato dalle compulsioni del pensiero. Aveva le convulsioni da pensieri. Si era accorto effettivamente di non riuscire a fare una sola azione per secondo, ma continuamente la sua mente doveva buttarsi su diversi argomenti, fatti, sensazioni, emozioni.
Era sempre sul chi va là del pensiero. E stava diventando pazzo. Nessuno lo sapeva, ma lui sì.
Era certo che era pazzo anche se gli altri non lo sapevano. Non lo sapevano perché nessuno sapeva cosa fosse la pazzia. Era nato normale e moriva pazzo. Ecco come le cose cambiano, un attimo pensò.
Chissà se quando era piccolo aveva mai pensato al suo futuro. Il futuro fa diventare pazzo l’uomo, ne era quasi convinto e stava cercando delle prove. Se l’uomo fosse vissuto senza futuro, avrebbe sicuramente trovato equilibrio. Non avrebbe fatto le guerre, avrebbe mangiato con calma banane e carboidrati tutto l’anno. Ne era certo: quando era piccolo pensava al futuro come ad un gioco degli adulti a cui bisognava credere. Ma a forza di far finta di crederci ci si crede per davvero.
Cosa vuoi fare da grande? Il benzinaio, no l’architetto, no il calciatore, no l’attaccapanni – ma l’attaccapanni non è un lavoro! – e che differenza fa? – voglio fare il muratore – davvero non c’è altro che ti interessa? E così via fino alla fine dell’infanzia, quando capisci che ti hanno fatto giocare sul futuro e ora ti hanno messo in testa questa idea.
Chissà le persone come erano quando erano piccole. Chi ora fa il vagabondo cosa sognava da bambino? Chi adesso fa finanza rubando i soldi da bambino cosa pensava del suo futuro? Chi fa la cassiera che ne sapeva del suo futuro da bambina?
Io vorrei sentirmi un surgelato, pensò ad un momento, loro hanno un futuro definito. Hanno una vita già preconfezionata. Non possono uscire dal ciclo di produzione. Noi sì, è questo il punto, sentenziò la mente del tizio. Non c’era rimedio. Decise di andare a farsi surgelare.