Scritto da Krizia Ribotta
David Ranta ieri, finalmente scarcerato
Dopo 22 anni di reclusione per un crimine mai commesso, David Ranta è finalmente libero.
Era l’8 febbraio 1990 quando l’uomo, ora 58enne, venne accusato per l’omicidio del rabbino hassidico Chaskel Werzberger, un sopravvissuto di Auschwitz, che morì dopo 4 giorni di agonia in seguito ad un tentativo di rapina avvenuto nella gioielleria di Williamsburg, a Brooklyn, dopo che il ladro gli sparò in testa.
L’intera comunità ebraica fu particolarmente colpita dall’accaduto, e il detective che si occupò del caso, Louis Scarcella, stando a quanto scritto allora dal New York Times, usò procedure poco ortodosse. Molte regole vennero infrante durante le indagini e a pagarne fu Ranta, un disoccupato con precedenti di droga.
L’uomo, dichiaratosi fin da subito innocente, fu condannato al massimo della pena, 37 anni e mezzo, e venne rinchiuso in un carcere di massima sicurezza.
Ieri, 22 marzo, è stata una data fortunatanata per lui: è stato finalmente rilasciato. Grazie infatti alle nuove indagini condotte dal procuratore distrettuale di Brooklyn, Charles Hynes, che si occupa dei casi di condanne più discussi, è stata fatta luce su una prova che allora non era stata esaminata. Da quanto è emerso pare che Scarcella, ormai in pensione, avesse convinto alcuni testimoni a dichiarare il falso e non avesse registrato gli interrogatori di Ranta.
L’ex detective, dal canto suo, ha rivelato al noto quotidiano newyorkese, che l’ha immediatamente contattato: “Non ho mai incastrato nessuno in vita mia”. Eppure non c’era alcuna prova che incastrava Ranta e che lo collegava con l’omicidio.
Finalmente giustizia sembra essere stata fatta, anche se con più di 2 decenni di ritardo. Questo dà speranza anche a coloro che stanno scontando condanne ingiuste in Italia e chissà che forse, prima o poi, tutti quegli assassini che sono ancora a piede libero nel nostro Paese, pagheranno per gli atti brutali che hanno commesso.