Commento di Andrea Zappaterra
Non amo definire sorprendente un lavoro appena lo si ascolta, ma forse questo è il caso, perché Luna Parkti sorprende per i testi, le citazioni, le stanze di vita quotidiana in cui anche tu hai vissuto episodi analoghi, ti fa riemergere un mare di ricordi non troppo lontani che hanno suggellato anche le tue esperienze giovanili (per chi ha vissuto gli anni 70/80), con l’illusione delle più grandi libertà offerte dai media, dei miti americani, dal sesso sfrenato, per poi accorgersi di essere incappati nella più grande schiavitù: il mondo della droga con la conseguente autodistruzione e disagio sociale.Questo abbaglio collettivo che luccica come un “Luna Park” nella oscura periferia della riviera romagnola, il paese dei balocchi che ti attrae come divertimento incondizionato, ma che alla fine ti presenta il conto molto salato, trasformando la vita di molti in un inferno.Musicalmente su sonorità di matrice americana si innestano brani Tecno Pop, Rythm & Blues, Ballate Pop Rock, tutti al servizio della canzone e del testo, curato e spontaneo allo stesso tempo, che fa di Davide Solfriniun cantautore sui generis.La voce è fresca e giovanile come il mondo che rappresenta, accompagnata dal suo gruppo di strumentisti, THE RIZIEROS' che sono: Francesco R. Cola alla batteria, Matteo Dondi al basso, Omar Bologna alla chitarra.Si inizia con Cenere, una metafora sul nostro mondo dove si aumenta la longevità in maniera artificiale, aggiustando fisicamente tutto quello che la moderna medicina può, dimenticando però che non si può riparare la solitudine, l’archivio delle persone conosciute che non ci sono più, la giovinezza e l’amore di una volta.Luna Park è un brano Tecno pop, l’abbaglio del mondo dorato delle discoteche per chi vive in una periferia lontano dai flash della mondanità, ma “la speranza non è una gazzosa!”, ossia le cose che contano sono ben altre.Bruno è forse il pezzo più significativo di tutto l’album, la storia di un tossicodipendente cresciuto con sani principi morali intorno alla chiesa di paese e su cui i genitori riversavano tanti bei propositi disattesi, perchè lui si trova a fare i conti con il mondo della droga che lo annienterà come i suoi amici, compagni di viaggi psichedelici. Mi piace il Blues è il monologo di un disadattato molesto, con la sua visione della vita e, ovviamente, del blues, una persona che solo per il fatto di aver vissuto esperienze come quella del Parco Lambro si ritiene al di sopra degli altri.Ballata è una storia sentimentale, dove il protagonista pervaso da senso di insicurezza e di inadeguatezza di fronte alla straripante bellezza di lei in gioventù, si accorge che oggi anch’essa è guardata male per via di un passato equivoco e dell’aspetto fisico venuto meno. Lavanderia e Mai più ogni cosa, due storie melanconiche velate dai ricordi del passato. Elvisla storia di un DJ morto forse prima di conoscere gli anni 80, soprannominato così per il suo aspetto sovrappeso ma accattivante.Hardcore è un’ironica presa in giro del mondo del sesso (Jessica Rizzo beatificata) visto con gli occhi di un adolescente, e infine Ci vuole tempo, un brano che denuncia il disinteresse delle istituzioni che hanno ben altro a cui pensare di fronte ai problemi del mondo giovanile, che comunque costituisce l’erba che cresce e quindi il mondo di domani.Solfrini ha il merito di non voler prendere posizione di fronte alle storie che racconta, ma si limita a narrarle lasciando all’ascoltatore il giudizio.
Nel complesso è un album dove i temi sono affrontati con ironia e anche con un pizzico di drammaticità, come se fossero usciti da un giornale di cronaca di una periferia romagnola, sospesi tra la malinconia del ricordo e il luccichio della modernità di un “Luna Park”.
Tracklist:
1. Cenere / 2. Luna Park / 3. Bruno / 4. Mi Piace Il Blues / 5. Ballata / 6. Lavanderia / 7. Mai Più Ogni Cosa / 8. Elvis / 9. Hardcore / 10. Ci Vuole Tempo
Link:www.davidesolfrini.itwww.newmodellabel.com