Seduta su una panchina solitaria un po’ in disparte, lungo il binario, sto divorando pagine e pagine del “thrillerone” che va di moda in questi giorni, non vi sto neanche a dire il titolo, tanto penso che lo immaginiate…
Ad un certo punto, un simpatico amico, per nulla intimorito dalla mia presenza, inizia a saltellare intorno al mio zaino, arrivando fin quasi alle scarpe. Fa di tutto per farsi notare e per farsi dare qualcosa da sgranocchiare. Purtroppo non ho niente di commestibile con me. Nonostante tutto il simpatico volatile continua a girellare intorno alla mia panchina. Non mi dà fastidio, è simpatico e mi tiene compagnia.
Ma la pacchia dura poco, ecco arrivare un grosso piccione. Probabilmente, vedendo il suo piccolo simile ronzarmi intorno, ha pensato che qui ci sia qualcosa da mangiare. Si avvicina facendo il grosso, come un bullo, un teppistello di periferia, mettendo in mostra i pettorali, come per dire: “Qui comando io, Ciccio, smamma prima che ti sistemi per le feste!!”. Il piccoletto non ci sta e si avvicina ancora di più alle mie scarpe.
Ma non c’è niente da fare. Le leggi della natura spesso e volentieri non vanno d’accordo con i sentimenti di simpatia. Davide è l’eccezione, di solito sono i Golia ad averla vinta nel mondo reale. E difatti la prestanza fisica e l’atteggiamento arrogante del piccione alla fine hanno la meglio e il piccolo pennuto è costretto a ritirarsi in buon ordine. L’antipatico piccione continua a passeggiare intorno alla panchina, cercando di farsi notare per elemosinare qualche briciola. Caro mio, hai sprecato la tua arroganza oggi, non ho niente da darti e, anche se avessi avuto qualcosa, non te lo saresti proprio meritato.