Ieri sera a una festa alle Officine Corsare, a Torino (due saloni, un cortile e
un solo cesso), in coda per il bagno, attacco bottone con una.
“Prego, solo per gli occhi che hai ti lascio passare avanti”.
Esita, poi fa, “davvero?”
“Sì sì, hai degli occhi molto belli. Prego”.
-
Attacchiamo bottone, come ti chiami, di dove sei, che fai etc etc
“La psichiatra precaria”…
Cioè, per come eravamo abituati male (io e V.) nei nostri
approcci lei mi prende in contropiedi e molto educatamente,
tranquillamente o ingenuamente attacca a parlare con me come niente
fosse, non sapendo della mia esperienza con casi patologici come
V.
-
Insomma, iniziamo a chiacchierare, mi racconta alcuni casi esilaranti.
E’ perfetta. Prima dei rispettivi turni al cesso le chiedo se dopo
posso offrile da bere e dice “no grazie, sono qui con il mio gruppo di
amici fuori”.
-
Altro colpo di scena: non mi dice “Non posso, sono impegnata, ho un
ragazzo, che però sta solo nella mia mente per dirti una bugia e
tenerti lontano anche perché – pure se non ti conosco ancora per un
cazzo – ma io ti vedo più come un caro amico”.
-
Penso che dopo la pisciata la raggiungerò e continuerò a parlare. Lei
esce dal bagno, si gira a salutarmi (sorride anche, io muoro). Piscio,
esco, inizio a girare per tutto il locale, vado al banco dei panini
dai miei amici e chiedo a tutti i clienti. Persa di vista. Ora, io
potrei davvero aver bisogno di una visita psichiatrica e non ho
chiesto neanche il suo numero. Sono un cretino.
Lei si chiama Cristina, è di Asti e vive a Torino. Più o meno avrà la
mia età. Fa – appunto – la psichiatra per quelle fondazioni, gruppo
etc d’aiuto ai malati.
-
Ha i capelli castani mossi e gli occhi azzurri. Sarà alta 1.55 m
circa. Se per caso l’avete mai vista o conosciuta fatemi sapere.