Milano è lo scenario della manifestazione per ricordare i 10 anni trascorsi dall’assassinio di Dax. Ma oggi cosa vuol dire antifascismo? Dax ha difeso un ideale.
Potrei raccontare la vicenda di Davide Cesare detto Dax, ma non basterebbe una pagina di giornale per narrare la triste vicenda di un ragazzo di 26 anni ucciso a Milano con 10 coltellate da 3 nazifascisti.
Domani Milano ricorderà Dax con un corteo che partirà alle 15 da Piazza 24 Maggio; il corteo “Dax vive! 10 anni con te, 10 anni senza te”.
Dax era un antifascista, caratteristica che, purtroppo, sembra racchiudere solo una fetta della nostra società.
Cosa vuol dire essere antifascista?
Contestare il nazifascismo e chiunque lo professi. Pratica che troppo spesso viene delegata a quella fetta di società che non si vergogna di dichiarare il proprio antifascismo; pratica che dovrebbe essere adottata da tutta la società civile che dovrebbe prendere le distanze da qualsiasi forma di nazifascismo.
Nazifascismo che racchiude tra le proprie idee la discriminazione sessuale, razziale e di opinione politica. Qualcuno potrebbe storcere il naso quando si fa riferimento al concetto di opinione politica, affermando che il fascismo rappresenta un’opinione politica, e quindi si è liberi di poter “professare” questo pensiero. Così non è, e nel 2013 è ancora necessario sottolineare che della concezione di opinione politica, il fascismo non ne fa parte, è estromesso dalla XII disposizione transitoria della Costituzione italiana e dalla legge Mancino del 1993. Dax quella notte, mettendosi davanti ai propri compagni non ha difeso fisicamente soltanto loro, ma ha difeso un’ideale sancito dalla nostra Costituzione e di conseguenza, ha difeso tutti noi, compresa quella fetta di società civile che non si pronuncia sulla problematica del fascismo (vedi Grillo) creando confusione e, implicitamente, legittimando tutte quelle associazioni e quei partiti che si richiamano ad un ideale nazifascista.
La notte del 16 marzo la violenza non si è fermata dopo le 10 coltellate inferte a Dax. In un comunicato si legge: “La storia di Dax è anche una storia di repressione poliziesca, ad oggi infatti sono stati assolti i carabinieri e i poliziotti che quella sera pestarono indiscriminatamente i compagni fuori dall’ospedale e invece due compagni di Dax sono stati condannati ad un anno e otto mesi, pena poi commutata in uno strozzinaggio economico legalizzato di 130.000 euro.”
In tutta Italia sono state moltissime le iniziative che hanno preceduto la data del 16 marzo per ricordare Dax. Ad esempio a Roma nei mesi di febbraio e marzo sono stati moltissimi gli incontri e i dibattiti sulla vicenda.
Quella notte del 16 marzo 2003 tutti i militanti antifascisti potevano essere Dax, la lama nazifascista poteva colpire chiunque, in qualsiasi città. Proprio per questo non bisogna creare una categoria: l’antifascismo. Tutti la società civile che ha rispetto per la storia della nostra Costituzione si dovrebbe riconoscere in questo ideale.