Magazine Atletica
La notte fra venerdi e sabato e' stata pazzesca. Mi addormentavo, poi dopo 10 minuti l'incubo della bicicletta mi svegliava, ma poteva pure essere stata la cena, in puro stile cajun, a base di Jumbalaya, innaffiata da birra, e cosi' alle 8 e 30 ero gia per strada con Mirco per cercare quel meccanico che sembrava la mia salvezza. Ovviamente il piu' vicino non era in una zona comoda, e comunque a non meno di 15/20 miglia.
Comunque sembrava girare per il verso giusto, perche' era dentro un centro commerciale dove abbiamo prima fatto la spesa "alimentare", poi -anche se non proprio quello che cercavo, ovvero le maltodesterine- ho trovato un integratore a base di maltodestrine che mi consentisse di assumerle in gara.
Infine, ma solo perche' apriva dopo, il Bike work, nella persona di Dustin accoglie la mia supplica e cambia le brugole che reggono il cannotto reggisella. Gli chiedo di farmi anche un check, e dopo averla osservata un po' decide che e' ok... io ero gia' contento di poter essere in gara, e dopo un breve giretto nel parcheggio per vedere se il canotto non collassava horicaricato la bici sull'auto e siamo ritornati all'hotel.
Da qui ci siamo diretti alla registrazione, dove in diversi passaggi (non meno di cinque) otteniamo i pettorali ed il braccialetto. Chiaramente nel momento in cui decidiamo di fare un giro per l'expo viene giu' un diluvio universale, e nello shop, comunque, non c'e' granche', in fondo e' solo un mezzo.
Ritornati in hotel, prendiamo le bici e andiamo a fare il check in. Per motivi di scurezza e' vietato usare coperture totali, e quindi uso un paio di sacchetti per corprire le appendici e la sella. ndiamo a cenare nel self service dell'hotel, fra una marea di bambini (siamo a Disneyworld, dopo tutto!) che non sono per nulla molesti (non fanno tignate, non urlano, non danno fastidio....), ma quasi educati, direi. Pasta e insalata, ma all'americana, quindi non proprio salutare...
Race day.
La partenza, prevista per le 6 e 30 ci costringe ad una levataccia, e alle 4 e mezzo siamo diretti, io e Mirco, perche' dalle previsioni piovose Carla decide di rinunciare, al parcheggio del Magic Kingdom. Neanche scesi dall'auto comincia a piovere e forte. Smettera', in una sorta di contrappasso dantesco poco prima dello start del nuoto. In zona cambio mi saluta Sebastian (Pedraza), venuto a fare allenamento per l'IM Texas, e conosciamo Roberto, il suo amico. In ultimo vedo anche Pier Luca, gia' quasi in acqua.
La gara e' racchiusa in poche cifre, ho fatto il mio personal best con una super bici (sotto le 3 ore!), mentre nel nuoto, dove mi sembrava di nuotare alla grande (muta vietata e lago, binomio terribile...) e tutto sommato (ovvero il suddetto binomio) me la sono cavata (46 minuti), ma pensavo molto meglio. Certo non cia siamo fatti mancarenulla, dal fango alle alghe al crampo a 500m dall'uscita, risolto non so neanche io come.
In bici, tranne che la ruota posteriore proprio stamattina decidesse di toccare il telaio, messa a posto con un paio di pugni, e forse per una non corretta posizionatura, anche il cambio funzionava solo il 19-11. Poco male, in realta' il 39 l'ho usato in partenza e all'arrivo, e il 21 non mi e' mai servito (tanto per far capire quanto era piatto). Il vento era fastidioso, eccome, e probabilmente con meno vento sarei andato anche piu' forte. Per certo la scia era piuttosto in voga, anche se non proprio come certi grupponi che si vedono da noi, pero' c'erano diversi treni che viaggiavano ad oltre 40 kmh. Il percorso comunque risulta noiosissimo, forse e' anche per questo che non si puo' fare a meno di spingere sui pedali come passistoni tedeschi.
Ad un certo punto mi si rompe anche la coppa sinistra manubrio da crono, ed evidentemente lo sforzo per bilanciarmi ha fatto si che il lombare cedesse di schianto poco dopo la T2, tarpandomi ogni velleita' di una signora mezzamaratona. Comunque un tempo, 2 ore e 54 minuti a 31,2 di media, roba mai vista neanche in allenamento sugli stradelli.
Il percorso della corsa riserva anche la sorpresa di un pezzo sull'erba, nel punto piu' assolato, caldo ed umido di tutto il percorso, ed i medici, dotati di macchini elettriche avranno raccolto una deicna di atleti cotti da questo mix. tre giri da 7 chilometri, in un continuo incrociarsi e avanti indietro da far girare la testa. Menzione di merito per i ristori 1 e 3, l'uno per l'ispirazione dark con teschi e tombe e musica dark ed heavy metal a tutto volume, il tre per i travestimenti dei volontari. 2 ore e 42 minuti di sofferenza, anche per i piedi, arrivati ben presto a temperatura di fusione.
Sarebbe un mezzo perfetto se la zona avesse piu' servizi per sportivi e non bisognasse usare sempre le navette (che pero' non accettano bici a bordo) per raggiungere la zona cambio. Comunque me lo ricordero' per un pezzo per questo mio Personal Best!!!
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