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Day 89 – La nave senza nocchiere

Creato il 26 ottobre 2010 da Thechinup

In India le notizie dall’Italia, arrivano circa con 24 ore di ritardo.

E, se dopo l’uscita di scena dell’Italia dai Mondiali, tutti dispensavano consigli su convocazioni e tattiche, dopo l’intervista di Marchionne a Che tempo che fa, tutti gli italiani erano AD Fiat.

Ho ascoltato l’intervista: mi sono subito saltate alla mente le parole che il mio amico Giovanni aveva scritto qualche mese fa, sempre sulla questione FIAT.

“[…] Bisognerebbe aprire gli occhi di fronte alla globalizzazione.
Parlo a te, operaio di Pomigliano, come parlo a tutte le persone del mondo occidentale.
Se tu non sei disposto a farti il culo un po’ più di quanto non sei abituato (e cioè in Italia tendenzialmente molto poco), ci sarà qualcuno che lo vuole fare per te. Perchè mentre tu pensi a comprarti il cellulare nuovo, c’è gente al mondo che lo fa per fame. Se questo non lo capisci non è colpa della FIAT. Se un lavoro fatto da te costa il doppio che fatto altrove, lo si fa altrove, punto e basta. E la colpa, di nuovo, non è della FIAT, ma solo tua. Perché se la macchina che hai costruito costa un po’ di più delle altre, tu sei il primo a non comprarla. Perché quando fai la spesa, prendi pure le arance che vengono da Marte, se costano 10 centesimi in meno. Ma dietro ogni arancia che compri c’è una persona, che non ha venduto la sua. E che probabilmente perderà il posto di lavoro.
E’ ora di svegliarsi.Tutti, indistintamente.

E’ ora di capire che al mondo siamo sette miliardi e che ci sarà sempre qualcuno più bravo di noi. Se la FIAT facesse il bene di Pomigliano, sarebbe solo da ipocriti. Per salvare cinquemila posti di lavoro, se ne perdono centinaia di migliaia dopo 5 anni, quando le macchine troppo care non si vendono più, e la società fallisce.

Vorrei proprio venire nel parcheggio della tua fabbrica, a vedere quanti di voi hanno una FIAT.”

Ero d’accordo con quello che avevo letto allora, e lo sono tanto più adesso quando, guardandomi intorno in India vedo miseria e gente disposta a tutto per uscire dalla propria situazione.

Vedo gente che guadagna €1,5 al giorno e si spacca la schiena per portare a casa qualche moneta.
Se tu operaio/lavoratore italiano non sei disposto a farlo, c’è qualcuno nel terzo mondo, ma anche in Serbia e Polonia, che lo fa meglio di te.
Se tu operaio/lavoratore italiano non lo fai bene, come in Francia e Germania, non puoi pretendere la loro paga. Non è possibile che tu non vai a lavorare perché gioca il Napoli, perché  poi ti devi misurare con gente che lavora “no matter what”, perché ha FAME.

Allo stesso tempo, sono d’accordo anche con quelli che affermano che la FIAT ha una quantità di dipendenti non trascurabile, che ha avuto aiuti dallo Stato e quindi dai contribuenti ecc. e quindi non può trascurare l’Italia. Verissimo, ma non è possibile che in Polonia con 22.000 dipendenti si riesca a produrre tanto quanto tutti i cinque stabilimenti italiani.
Allora: io FIAT, rimango in Italia, ma tu operaio mi devi garantire che lavori tanto E bene. Non puoi fare quello che ti pare e pretendere che tutto ti sia dovuto.

Tutto questo per dire che guardo rassegnato all’Italia, paese che fa un passo avanti e quattro indietro.  Quasi abituati alla mediocrità dello status quo. Come dice Marchionne, la colpa non è del lavoratore ma è dell’ambiente. Mi sembra di vedere un Paese in caduta libera: in un periodo di crisi, il Paese è stato senza Ministro per lo Sviluppo Economico per cinque mesi. Forse non sarebbe cambiato nulla, ma almeno, ci sarebbe  stata una parvenza di serietà.

“Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!”
[Purgatorio, Canto VI]

G.


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