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Dazi al tessile asiatico…? Che dirà Bruxelles..

Creato il 22 agosto 2011 da Gianpaolotorres

Dazi al tessile asiatico…? Che dirà Bruxelles..

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Prima opportunità inter-europea.

Gli inglesi non ricordo come, entrarono nel MEC sicuro con dei privilegi,perché già nell’80 e prima,portavano giù dall’Asia quello che volevano di prodotti tessili,alla faccia di chiunque.

Da noi c’erano dei dazi,rimpiazzati poi da esenzioni per essere paesi in via di sviluppo.

Al CIS Nola, per non fare nomi,in Campania arriva di tutto dall’Asia.

Il container acquistato è in viaggio, e già i grossisti girano l’Italia con campioni della merce.

Come arriva il container in porto è già stato tutto venduto e collocato in giro.

I nostri tessitori saranno ancora italiani per qualche anno,le tessitrici pure, i tintori,gli addetti in filatura,poi andati in pensione diventeranno razza estinta.

E guardate che ci vuole sensibilità fatta di esperienza,per essere bravi nei lavori manuali.

Le scuole industriali tessili muoiono.

Ed i periti tessili,chimici e quanti altri, diventeranno dei disoccupati o impiegati in altri settori meno specialistici.

Finchè c’è scuola di anziani,approfittatene!

Son mestieri che non si inventano.

Italia,Spagna e Portogallo sono paesi che vivono di esportazioni di tessile-abbigliamento.

Gli Stati Uniti non hanno avuto paura di mettere dazi sull’acciaio,per difendere i loro colossi tradizionali messi in ginocchio soprattutto dai Coreani.

La US Steel che ha sfornato acciaio per tutta Detroit,automobili,tutta la vita,con i dazi sopravvive,senza dazi sarebbe morta.

Bruxelles ha già aiutato i paesi in via di sviluppo per troppo tempo,amo i turchi,ma non è una buona ragione per decentrare alla Turchia il nostro lavoro fatto di secoli di creatività.Anche perché loro,hanno frontiere vicino a tutta l’Asia e mescolano le carte,chi non lo farebbe?

Noi abbiamo ancora dei molto buoni stabilimenti di produzione,dei geniali industriali,lo styling più appropriato,e dei tecnici che vanno a lavorare fuori per mancanza di opportunità in Italia,soprattutto disegnatori di tessuti e tecnici di finissaggio.L’Asia è piena di nostri stilisti a partita IVA o consulenza.

La Francia conserva qualcosa di tessile,è stata molto importante,Parigi resta il centro delle fiere del settore,eppure tutti fingono che avere gli stands pieni non convenga a nessuno

I tedeschi conservano meno di tessile ormai, poco poco.

Austria,qualcosa.

Olanda,pochissimo.

Nei paesi in via di sviluppo non hanno necessità  di depuratori per far disinfettare le acque inquinate dalle tintorie,chiedete quanto costano in giro e lo capite da soli,che sicurezza sul lavoro ci sia in sala telai,a proposito di ambiente ed acustica,provate a fare un giro in visita,filature con aria condizionata idem.

In Sud America su lana e cotone,la musica cambia di poco,solo che lì han chiuso quasi tutti per le varie crisi,soppiantati dalle importazioni asiatiche,non da stabilimenti di produzione portati in loco.

L’Inghilterra ha fatto flop. Anche la Scozia dei tweeds.

Da loro, alle cinque del pomeriggio è tea time,sosta per il thè, cade la matita dalle dita e tutti vanno a casa,alla faccia della produttività. In più tra uno sciopero e l’altro,hanno chiuso tutti.

Si fabbrica inglese in India.

Allora si chiede a Bruxelles di mettere dazi,sull’import dall’Asia.Perchè, è forse proibito cambiare i regolamenti ?

Vi aiuteranno le varie associazioni di categoria,i  lanieri, i cotonieri,i serici, ad indicarvi perché e dove si è persa competitività,e ci salviamo quei quattro cavalli di razza e riproduzione ancora rimasti che sono i nostri anziani.

Poi,sarà troppo tardi.

Animo Roma!

Sentite un po’ gli spagnoli ed i portoghesi come la pensino,e martellate pesanti a chi è contro, a Bruxelles.

I Turchi ripeto li amo e li rispetto,vedete però un po’ cosa combinano in giro dal momento che non c’è più una filatura cotoniera cardata rimasta da noi.

E scegliete bene i consulenti da portarvi dietro. Non chiedendo al prefetto od al sindaco o in Provincia ed in Regione,che quelli, cercano solo onori,e non ne sanno nulla di lavoro in fabbrica.

Si diventa protezionisti come gli USA,tanto i prezzi ci penseranno gli asiatici ad aumentarli nel momento in cui divengano i monopolisti del settore,ed allora?

Tanto vale. Ci manca giusto poco.

Ah,dimenticavo.

I dazi che eventualmente entrano al Tesoro..sono soldi….e li prendete agli asiatici, non a noi!

Vi pare ?

 FINE


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