Magazine Lifestyle

DDPP – Dance Dance Party Party! London

Creato il 12 ottobre 2011 da Olga

DDPP – Dance Dance Party Party! London

Con questo post apriamo un’altra sezione, e ne togliamo una, devo ancora decidere quale, credo Week End.

Touring sì Sì touring, naturalmente, parla di viaggi. Avrei dovuto aprirla molto prima, ma sembra così illogico mettere  touring laddove touring è nel titolo, del mio blog, no? Una specie di mise en abime al contrario, un puntello, un’inutile pesantezza.

Tant’è, ragazzi, io torno alla carica come reporter del Mondo Della Notte, raccontandovi di questa moda, che non mi sento di definire nuova, ma immagino che per quando arriverà al Corriere, alla Repubblica e al resto, sarà già estinta come un dinosauro e qualche intellettuale dirà “la novità”, o quello che è veramente peggio “si porta”, facendoci sentire tutti dei matusa, che usiamo il termine matusa per coerenza, almeno. La coerenza è una gran cosa, ad ogni buon conto, peccato che all’oste non si facciano i conti della noia.

In ogni caso, stasera sono andata a una classe di danza/antidanza. “Dance,Dance, Party Party”. (1o appuntamento)

Che vuol dire?

Ve lo dico in breve. Sì è solo donne,  in una sala da ballo impovvisata, ci si muove al ritmo di una playlist che dura un’ora, si spegne la luce, si accendono I riflettori mobili da disco delle Mele, o da autoscontri, e si balla, per un’ora. Gli uomini non ci devono stare, perché così recita il sottotitolo: “ No boyz, no booze, no judgement”. Il che significa: “Niente ragazzi, niente alcol, e nessun giudizio”. Evviva! Le femministe sono tornate, le femmine della notte.

La moda è nata a New York, tanto per cambiare, perché  due amiche amavano andare adanzare ma non volevano l’aspetto sociale e sporco e puzzolente dell’atto (odore di sigaretta, odore di alcol, il giudizio degli altri esseri umani – magari si potesse fare anche col sesso).

La mia esperienza

Non appena entrata, vedo una sfigata che se ne sta con la sua moleskine a scrivere e a telefonare in polacco. Sarà una blogger russa, mi dico. E’ bionda, dall’aspetto, oserei dire, addirittura, una GiornalistaSuCarta. Non siamo ridicoli, I GiornalistiSuCarta mica si schiodano dalle poltrone in velluto della redazione. Certi articoli li possono scrivere grazie ai blog. E’ una nerd con gli occhiali a fondo di bottiglia, e gli occhiali sono propriamente fuori moda. E’ una magretta che alle medie aveva l’apparecchio. Lei è il taglio del mio racconto. E io sono il suo.(“Caro diario, c’è una tipa solare, bellissima, e rotonda sui fianchi ma che cerca invano di dimagrire che prende appunti sul cellulare facendo finta di mandare dei messaggi).

La sala ha il pavimento di parquet, nessuno specchio e qualche sparso elemento di design da East London, ca veut dire, robe vintage ma con stile -ca va sans dire (Enzo Miccio, mi manchi). Ci cambiamo e ci mettiamo l’outfit per il work out. Io faccio amicizia con un caso umano, una ex hippie carinissima e vecchia, mi confessa che è la sua prima volta (Olga ce la faremo, Olga che bel nome) e mi dice che non ha dei calzari adeguati, e che secondo lei la cosa più comoda per ballare è la gonna. Non ha il reggiseno. Ha uno strampalato concetto di comodità, ne deduco.

Si aprono le danze, si comincia col rockabilly che mi dà una carica straordinaria. La maestra, che si chiama Helen, ci dice che non dobbiamo darci fastidio a vicenda (lesbiche non ci provate). Il gineceo resti un casto gineceo.

Dopo il rockabilly è il caso a dominare le scelte musicali, che non sono un gran che e spaziano fino agli anni 90 (a un certo punto c’è pure il Principe di Bel Air).

A danzare sul parquet con cotanta energia mi viene in mente di quando ero ragazzina, e danzavo come una pazza nei pomeriggi solitari. Ho cominciato a 13 anni, ed era roba latino Americana; poi sono passata all’hip hop. Poi ai Beatles. Poi a roba mista. Più o meno è stato lo stesso con la letteratura e i libri.

Cioè, posso ballare, male, tutto. A questa conclusione arrivo dopo la prima mezz’ora di salti e capriole, e ci arrivo quasi soddisfatta, come dire “beh, io posso andare ovunque” e tutto questo sudare senza un Motivosportivo (nessuna vasca, nessun running) mi fa venire voglia di un vodka redbull.

Arriviamo alla fine. Siamo tutte madide  -thanks God, finalmente ho usato questa parola  – siamo tutte rilassate. Ci guardiamo tutte negli occhi. Ci vogliamo bene. Oh, torneremo, sì Helen, la prossima settimana ti faccio una lista di musica di Madonna.

Bene, e adesso? Una vodka redbull, ragazze?

(Dove: 4th Floor Studios, 255-259 Commercial Road, London E1 2BT. Quando:  Martedì sera, alle 19)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :