De Ira #2 (chi la dura la vince!)
Da Sfollicolatamente
Non c'e' niente da fare, in questo giorni sono parecchio incazzosa.
Hai voglia a sfondarsi di olio alla lavanda, cioccolato, yoga, respirazione, passeggiate, e chi piu' ne ha piu' ne metta.
Sono proprio incazzata come una iena.
Oddio no, sto finendo come la Iena, proprio la cosa dalla quale sono scappata per mmh diciamo ventanni o giu' di li?
E' che gli ormoni non e' che se li tieni a bada il primo mese dopo il parto, poi sei a posto.
No no, loro ritornano, come in quel videogioco con quelle maledettissime
talpe che devi prendere a randellate sulla testa quando sbucano fuori
dalla tana. Per quante tu ne becchi, ce ne saranno sempre altre che
saltano fuori a sberleffeggiarti.
Comunque.
Visto che Tania oggi parla di virtu', mi e' scattata l'associazione e ho pensato ad De Ira di Seneca. Cosi, en passant.
Non che mi ricordi niente, infatti io a scuola nascondevo il bigino con
le versioni di latino in bagno e poi me le copiavo tutte; nelle
interrogazioni dal banco invece passavo ore tipo monaca amanuense a
scrivere a matita la versione italiana in miniatura sopra quella in
latino (no, non ero un genio del male, ero una pirla, e infatti mi
sgamavano ogni 2 X 3).
Comunque.
Del De Ira di Seneca mi ricordo che diceva che l'ira scaturisce quando
si hanno troppe palline in ballo, quando si e' un po' esauriti insomma, e
al contempo si hanno delle aspettative troppo alte su eventi e
persone.
Come dire, la speranza e' una brutta bestia.
E allora ben mi sta, se ho sperato ardentemente che sfangare una sfiga
dopo l'altra insegnasse qualcosa alla gente che mi circonda, che si
potesse rilassarsi un attimo, goderci quello che abbiamo, che avevamo
gia' e che abbiamo conquistato con sudore, e allo stesso tempo
impegnarci a costruire un futuro in cui continuare a godere di questa
felicita' senza troppe preoccupazioni.
Insomma, che la gente smettesse un attimo di prendersi a randellate in
testa, di tirarsi secchi di letame a vicenda e si impegnasse un po' di
piu' nelle cose che contano.
Niente. La gente non cambia.
E allora devo cambiare io, se ne voglio uscire.
Prima di tutto devo smettere di preoccuparmi per questo imminente viaggetto in UK.
Si, andiamo a un matrimonio nella terra dei cagnetti isterici e
frangettati, e io gia' mi immagino scenari apocalittici tipo cabine
Ryanair che si depressurizzano (successo recentemente), hostess in
menopausa che usano i passeggeri come stuoini umani (succede
regolarmente), pitoni che dalla stiva si insinuano su per la tazza del
bagno, vu cumpra' che attaccati all'ala dell'aereo con un Nuvenia Pocket
si affacciano al finestrino per venderti una tessera del Bingo,
seggiolini per neonato che si auto propulsano fuori dall'auto a
noleggio, fish & chips al mercurio, bed & breakfast con moquette
che pullula di vita propria, nottate in stanze grandi come un
francobollo a sbattere la testa contro la suddetta moquette pur di non
sentire gli strilli di neonata in stato lisergico...
Tra l'altro, ve l'avevo detto che fino a poco tempo fa le faccette e le
movenze di Picca G superavano quasi quelle di Jonny Deep in Paura e
Delirio a Las Vegas?
Ecco, sono un po' stanca, e urge un cambiamento di prospettiva.
Quindi.
Ripetere cento000 volte allo specchio che il viaggio in UK andra' bene e
sara' tutto bellissimo.
E ora scusatemi, ma sento una vocina dolce e suadente che mi chiama.
Mi ricorda un po' quelle pubblicita' dei profumi, mmmh, com'e' che si
chiamava quello la...
Ah, si
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