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De Laurentis: “Non è morto solo Ciro… ma il calcio italiano”

Creato il 27 giugno 2014 da Nicola933
di Francesca Ranieri De Laurentis: “Non è morto solo Ciro… ma il calcio italiano” - 27 giugno 2014

Di Francesca Ranieri. Non potevano mancare, a margine della notizia della morte di Ciro Esposito, il tifoso napoletano coinvolto negli incidenti di Roma, in occasione della finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina, le dichiarazioni del patron della squadra partenopea, Aurelio De Laurentis.

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Parole tristi e piene di amarezza, quelle che ha rilasciato durante il funerale del giovane ragazzo vittima della tragedia: “Quella sera del 3 maggio Ciro era già morto, perché era morto il calcio e lui lo rappresentava venendo a Roma, difendendo un pullman pieno di bambini e di famiglie. Il 3 maggio mi avevano chiesto di portare la Coppa Italia, ma che valore ha aver vinto quel trofeo? I trofei li vogliamo vincere a testa alta, con onore e rispetto“.

Il presidente del Napoli si è rivolto ai familiari di Ciro: “È durissima, quando viene a mancare un figlio viene a mancare la parte migliore di noi. Però Antonella (la madre di Ciro, ndr) ha avuto forza in questa Italia scorretta, in questa Italia dove i valori si sono persi totalmente. In questo Paese corrotto, in questo Paese dove negli ultimi 30 anni aprendo i giornali si leggono scandali, da un luogo difficile come Scampia nasce la fiamma della speranza attraverso la limpidezza di una persona che, perdendo la cosa più cara, non parla di vendetta, ma vuole capire, vuole che certe assurdità non restino impunite, ma parla di perdono, di correttezza. È una donna che non ha perso di vista, nella tristezza, i veri valori morali della vita“.

Poi - ha aggiunto, infine – c‘è stata la morte vera mercoledì, in questo giorno che non dobbiamo assolutamente dimenticare, ma io spero che questa morte, che è anche la morte del calcio italiano, permetta al calcio di ripartire, di ritrovare una sua identità, una cultura della sportività, dove gli uni accanto agli altri si vadano a guadagnare la vera vittoria della vita. Bisogna trovare il modo in cui non solo Napoli ma tutti gli italiani, in questo paese giovane e troppo diviso in campanilismi, in suddivisioni tra Nord e Sud, ricordino che siamo tutti figli della stessa terra“.


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