Amabili resti
Titolo originale: The Lovely Bones
Regia: Peter Jackson
Cast: Saoirse Ronan, Mark Wahlberg, Stanley Tucci, Rachel Weisz, Susan Sarandon, Rose McIver, Reece Ritchie
“Avevo quattordici anni quando fui uccisa, il 6 dicembre del 1973.” A parlare è la protagonista Susie Salmon. Non faccio spoiler, visto che è una cosa che viene detta immediatamente e anche nel trailer. E poi questo non è un thriller. O lo è solo in parte, anche se le scene ricche di tensione non mancano. Più che altro, però, “Amabili resti” è un dramma sulla perdita, su come una famiglia possa affrontare la cosa più terribile che possa accaderle. Una sorta di “La stanza del figlio” in chiave paranormale alla “Ghost” o “Il sesto senso”. Un film che mi ha rapito il cuore per poi tagliarmelo a fettine piccole piccole.
Peter Jackson lavora sui dettagli, con passo fatato e un tono intimo, sussurrato. Ricrea gli anni Settanta in maniera commovente, ricordando l’analogo lavoro di Sofia Coppola ne “Il giardino delle vergini suicide”, film cui questo “Amabili resti” si avvicina molto per atmosfere, personaggi e tipo di storia raccontato. Nelle parti più fantasy, Jackson fa invece tesssoro del tocco magico già ampiamente dimostrato con “Il signore degli anelli”.Non avendo letto il romanzo di Alice Sebold da cui il film è tratto non posso ovviamente fare un paragone. Certo è però il fatto che Peter Jackson mi ha fatto venire una gran voglia di andarmelo a leggere.
Meraviglioso il cast, capitanato da una Saoirse Ronan che già si era rivelata nel sorprendente “Espiazione” e che qui si conferma come una delle attrici più interessanti della prossima generazione. Ma cresce bene pure Rose McIver, che interpreta la sorella della protagonista.Nonostante i piccoli ruoli, si ritagliano uno spazio anche una Rachel Weisz sempre capace di illuminare la scena (persino in “La mummia”!) e una Susan Sarandon in forma come non capitava da anni (o da decenni?). Interessante, ma non del tutto convincente, il personaggio di Stanley Tucci, un cattivo delineato dall’attore in maniera forse un filo stereotipata e macchiettistica. Eppure, per quelle strane decisioni che comprendono solo a Hollywood, è stato proprio lui l’unico del cast a essere nominato a Golden Globes & Oscar.Ciliegina sulla torta le musiche firmate Brian Eno con un goccio di This Mortal Coil e Cocteau Twins (spettacolare la loro “Alice”, con cui Jackson omaggia credo non casualmente anche l’autrice del libro).
Amabili resti di questa pellicola mi rimarrano per sempre dentro. Tracce indelebili di una visione che lascia il segno.(voto 9)