
Perché la letteratura ed il cinema attuali sono, pur con qualche lodevole eccezione, tanto decaduti? Perché queste produzioni sono sempre più prodotti, anzi merci concepite e realizzate per un pubblico ogni giorno più grossolano. Si è creato così un circolo vizioso in cui la rozzezza dei fruitori alimenta la rozzezza di scrittori e cineasti che, a loro volta, si adeguano all’ignoranza della massa.
Oggi imperversano “romanzieri” come Ammanniti, Baricco, Melania Mazzucco etc. che non sono né letterati né intellettuali. Non sono neppure mestieranti né ovviamente artisti: sono improvvisatori che si arrabattano nella scrittura, proprio come quelle legioni di autoracci (gazzettieri, negazionisti, divulgatori alla pupo...) incapaci non solo di vergare una riga, ma di comprendere una sillaba di quanto si accingono a trattare.
Emblematico è quanto esigono gli spettatori dalle pellicole: forti ma effimere emozioni, effetti speciali sbalorditivi, intrecci avvincenti. Il cattivo gusto - anzi l’assenza di gusto delle nuove generazioni - si è esteso all’intero parterre che non riesce ad apprezzare quelle poche opere in cui alla trama (alla fine le storie si assomigliano tutte, perché esemplate sulle esistenze che sono ordinarie anche nella loro eccezionalità), si antepongono il montaggio, la regia, la fotografia… Solo se queste scelte sovvertono le consuetudini percettive, emotive e cognitive del pubblico, possono suscitare interrogativi, riflessioni, salutari dubbi, stimolando un itinerario di ricerca.
L’Arte, quando lo è davvero, vive non di un banale rispecchiamento della realtà, ma di risonanze, di scorci, di schegge, di solchi profondi scavati nella vita universa. L’Arte vera è innovativa, se non rivoluzionaria: si genera nella discontinuità, nella frattura per trascendere una Weltanschauung usuale, per innescare processi di rilettura del mondo.
L’Arte è percezione, intuizione e maestria; ars ed ingenium, secondo gli antichi. Si comprende che, in un’età in cui non sappiamo più nemmeno osservare, aspettarsi che sboccino i fiori della bellezza e della verità è come pretendere che sul cemento allignino foreste lussureggianti.
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