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Decameron tradotto in calabrese

Creato il 18 giugno 2014 da Makinsud

Il Decamerone di Giovanni Boccaccio, una delle opere più importanti della tradizione letteraria italiana, verrà presto proposta in una nuova chiave di lettura e, in particolare, con una traduzione in vernacolo calabrese e, nello specifico, policastrese (di Petilia Policastro, in provincia di Crotone) ad opera di Maria Pascuzzi. L’opera di Maria Pascuzzi professoressa in pensione, autrice di otto pubblicazioni ed apprezzata pittrice, si intitola “ Dieci novelle del Decamerone ” e si pone l’ambizioso obiettivo di rispolverare quei termini e quei suoni arcaici che ormai non si usano più, per dar loro nuova vita.

Questo intenso lavoro di costruzione e ricostruzione del dialetto policastrese ha il pregio di evitare la decadenza del vernacolo, riproponendole per divulgarle anche alla nuove generazioni: un aspetto da sottolineare con grande forza soprattutto alla luce dell’importanza del lavoro della professoressa Maria Pascuzzi, che finora è la prima a livello regionale a cimentarsi con un’impresa simile.

decamerone

Ma perché la professoressa Pascuzzi ha scelto proprio l’opera del Decamerone di Boccaccio? Il tutto si riconduce allo spirito dei petilini che, tradizionalmente, sono conosciuti per la loro goliardia: ecco, dunque, che la scelta è ricaduta proprio sulle novelle che trattano alcuni temi “grotteschi” e che risultano essere più leggere per il lettore, risultando non troppo lontane dalle storie che si narrano in compagnia.

La professoressa in pensione Maria Pascuzzi, poi, nonostante abbia ormai lasciato il suo ruolo in cattedra non smette di pensare nell’ottica di docente ed, infatti, la sua opera – per sua stessa ammissione – può essere annoverata nella “narrativa per la scuola media” proprio perché il suo intento è quello della trasmissione del dialetto alle giovani generazioni, il suo target di riferimento. Un intento che, per certi versi, richiama anche l’opera di Pier Paolo Pasolini che riteneva il dialetto come l’ultima sopravvivenza di ciò che ancora è “puro e incontaminato” e, pertanto, voleva proteggerlo e divulgarlo ai giovani. Proprio quello che la professoressa Maria Pascuzzi ha tentato di fare con la sua opera “ Dieci novelle del Decamerone ” che vuol essere, prima di tutto, anche un regalo ai suoi compaesani di Petilia Policastro e, probabilmente, anche ai suoi ex discenti di un tempo.


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