Alla faccia della Capitale morale. Milano, come centro di potere politico ed economico della regione Lombardia, e soprattutto come capitale in pectore della Padania, si sveglia ogni giorno con qualche novità che riguarda la gestione del governatore Roberto Formigoni al limite della paranoia. Ormai gli arrestati, gli indagati, i sospettati, i collusi non si contano più. Succede quando una amministrazione inizia il suo mandato con il peso di un’accusa di brogli per aver raccolto firme false per la presentazione delle liste elettorali. L’ultimo galantuomo finito nel mirino dei giudici in ordine di tempo, si chiama Massimo Ponzoni ed è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Monza per corruzione, concussione, peculato, appropriazione indebita e bancarotta. Se i giudici avessero aggiunto anche spaccio di droga e sfruttamento della prostituzione ci saremmo trovati di fronte Mr. Hide, ma questa è una quisquilia. La giunta Formigoni non ha pace. Dopo Prosperini e Nicoli Cristiani ecco un altro arresto eccellente, quello del segretario della presidenza del consiglio regionale. Se aggiungiamo il pidino Penati la leghista Monica Rizzi il quadro che ci si trova di fronte potrebbe essere una crosta di Pollock o uno sfregio (sempre taroccato) di Fontana. E questi non sono che assessori o comunque alti dirigenti della regione perché, se si passa ai consiglieri semplici, fra indagati e sospettati, l’elenco è lunghissimo. Si parte da Gianluca Rinaldin, Pdl, sotto processo a Milano per corruzione, truffa aggravata e finanziamento illecito ai partiti. Daniele Belotti, della Lega, è indagato a Bergamo per le violenze degli ultras dell’Atalanta. Poi ci sono quelli finiti nelle inchieste sulla ‘ndrangheta che sono una squadra di calcetto: Stefano Maullu, Alessandro Colucci, Massimo Buscemi, AngeloGiammario, Domenico Zambetti che giocano tutti con la maglia del Pdl e il leghista Angelo Ciocca che fa parte della stessa squadra ma è in presto da un’altra società, la Lega. A questi signori vanno aggiunti l’assistente di NicoleMinetti, Clotilde Strada, che è la responsabile raccolta firme del Pdl, la stessa Nicole, rinviata a giudizio per favoreggiamento e induzione alla prostituzione anche minorile e il chiacchieratissimo Renzo Bossi il quale non ha commesso reati (è incapace di compiere anche quelli) ma sembra che abbia ricevuto una sfilza di regali senza fine, compreso qualche dossieraggio sui suoi avversari politici finiti nella merda. Inutile dire che l’impressione che un cittadino qualsiasi ricava da una situazione come quella della regione Lombardia, è al limite della umana comprensione. Non si capisce come e perché la regione faro economico d’Italia possa essersi ridotta a pattumiera di furbi, furbetti, mignotte e quacquaracquà dove la ‘ndrangheta impone i suoi protettori politici, mette le mani su quasi tutti gli affari leciti e non del governo lumbard e fa e disfa consigli comunali, provinciali, qualche consiglio di amministrazione a partecipazione pubblica e perfino i consigli di presidenza delle bocciofile, visto che su un campo di bocce si potrebbero edificare almeno due piani di appartamenti garage muniti. L’ormai governatore a vita Roberto Formigoni, in occasione del mandato di cattura spiccato contro Massimo Ponzoni, ha rispolverato il vecchio armamentario del suo amico e sodale SilvioBerlusconi e tirato un affondo alla sinistra: “È una questione politica e un attacco diretto della sinistra contro il Pdl e contro di me – ha tuonato l’ex testimonial della castità. Una sinistra che è tutta giustizialista, che si comporta come corvi, che schiera le sue corazzate nella stampa e nella televisione”. Ma vediamo quello che i giudici scrivono per motivare l’arresto di Ponzoni. “Più che alla politica, Ponzoni sembra essere stato completamente assorbito in una molteplicità di affari principalmente nel campo immobiliare ma non solo. C’è anche la sua dedizione al consumo di cocaina a cui si aggiungono i costi del lusso per i quali era necessario procurarsi liquidità. E poi per pagare noleggi di barche e viaggi esotici a Roberto Formigoni fino ai 13mila euro pagati a una pasticceria di via Montenapoleone e ai 62mila400 versati a un centro studi arredamenti della Brianza”. Ci piacerebbe sapere se qualcuno della sinistra ha partecipato a uno dei viaggi esotici pagati da Ponzoni al governatore. In attesa di una risposta preferiamo goderci la vista di Milano che ormai è stata completamente bevuta.