Blue M ci segnala una bella lettera comparsa alcuni giorni fa sul quotidiano “Il Messaggero”, che ben riassume e sintetizza, integrandoli tra loro con una lucidità esemplare, i motivi per cui i nostri migliori professionisti fuggono da un Paese che sta erodendo ogni residuo di credibilità nel contesto internazionale.
Pubblichiamo di seguito alcuni dei passaggi più significativi, invitandovi a leggere la versione integrale cliccando a questo indirizzo:
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Le sale operative di Londra e l’Italia
Gentili onorevoli, sono un italiano residente a Londra che lavora come operatore per una delle piu’ grandi societa’ di gestione al mondo. Non passa giorno che non veda l’Italia come maglia nera dell’Europa tra i mercati azionari, cosi’ come non passa giorno che non veda i titoli che prezzano il rischio di fallimento dell’Italia salire, indicando una totale mancanza di fiducia del mercato nel fatto che l’Italia sia in grado di navigare verso acque tranquille durante e dopo la tempesta finanziaria che ormai da oltre due anni si sta abattendo sulle economie occidentali.
Cio’ che viene comunemente chiamata “speculazione” altro non e’ che la vendita dei titoli di Stato Italiani sul mercato secondario da parte di chi attualmente li detiene. La vendita e’ fondamentalmente dovuta dalla mancanza di fiducia che il mercato ripone sull’Italia e la capacita’ della sua classe politica di risolverne i problemi. Gli stessi problemi che hanno visto l’Italia crescere di soli 2 punti percentuali nell’ultimo decennio (0.2% all’anno) e problemi che ci portiamo dietro dagli anni 80, problemi che non sono mai stati realmente ne’ affrontati ne’ risolti.
In altre parole, le persone come me, che gestiscono le pensioni dei cittadini (anche di quelli italiani), la ricchezza di corporate e altre istituzioni finanziarie, non credono che la politica italiana abbia la capacita’ di risolvere i problemi che attanagliano il paese, con la conseguenza che, facendo gli interessi dei nostri clienti, ci troviamo costretti a vendere posizioni aperte sull’Italia, contribuendo cosi’ al profondo rosso dei mercati.
La scarsa capacita’ amministrativa e obiettivita’ della classe dirigente e’ apparsa chiara all’indomani dell’approvazione della manovra finanziaria quando tutti i politici si aspettavano un abbassamento degli spread con il BUND, abbassamento che non e’ mai arrivato. Difatti, il mercato in generale non ha apprezzato la finanziaria, anzi l’ha bocciata, in quanto non affronta nessuno dei problemi dell’Italia, anzi, tendera’ ad evedinziarli nel futuro. Problemi di alto debito e crescita zero non possono essere risolti da una finanziaria che miri esclusivamente alla riduzione di costi senza buttare uno sguardo verso la crescita del paese.
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La riduzione degli spread e’ si arrivata, ma non certo grazie alla finanziaria approvata, ma grazie ad un intervento dell’Europa che ha sembrato calmare le acque, grazie ad una azione congiunta di Francia e Germania a favore della Grecia e di altre misure di politica monetaria (FMI e BCE)
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Da Londra, al di là delle parole rassicuranti del FMI, di Draghi e dei nostri politici, ci si aspetta che la bufera torni ad abbattersi di nuovo sull’Italia e che questa volta non saranno sufficienti (cosi’ come non lo e’ stato per la Grecia) interventi miopi e di breve respiro come la finanziaria fatta con “le larghe intese”. Tali interventi non saranno sufficienti a contrastare e placare il mercato, rendendo necessario all’italia un aiuto dal FMI.
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Dalle sale operative, l’Italia e’ vista come una nazione che è a disagio nel mondo odierno, ha paura della globalizzazione e dell’immigrazione. Una nazione che nel corso degli anni ha scelto una serie di politiche che discriminano i giovani a favore dei vecchi, combinando a questo una forte avversione per la meritocrazia che ha portato talenti nostrani a lasciare il paese (Rubbia, Modigliani e molti altri). Una nazione che dopo essersi “liberata” dall’oppressione della prima repubblica, non è riuscita a rinnovare le sue istituzioni e tutt’ora soffre di conflitti di interesse debilitanti nella magistratura, la politica, i media e business.
Dalle sale operative sembra chiaro quale sia il grido di aiuto che noi lanciano alla classe politica: una riforma del sistema Italia, una riforma che non sia di facciata, ma sia una riforma vera. L’Italia necessita di una riforma strutturale del sistema impositivo, del sistema redistributivo e dell’utilizzo di risorse volte alla crescita del paese. In altre parole l’Italia necessita di un nuovo Risorgimento.
Tuttavia ci si chiede se questa classe dirigente sia all’altezza di queste riforme. Ci si chiede se mai una classe politica invecchiata all’interno dei palazzi sia in grado di consegnare una tale riforma strutturale del paese. Ci si chiede se chi e’ gia’ stato parlamentare, presidente del consiglio e rappresentante dello stato per piu’ di 3 legislature sia in grado di fornire quello che non ha fornito al paese negli ultimi trenta anni. Ci si chiede se sia possibile che una classe politica di ultrasessantenni sia in grado di vedere il futuro con gli occhi di un amministratore giovane e consegnare il paese ad un futuro nuovo e di speranza.
A tutte queste domande che noi operatori ci poniamo, la risposta e’ chiaramente negativa, alimentando cosi’ l’impellenza di vendere titoli per evitare di far sopportare ai nostri clienti la possibile catastrofe.
Il mercato sta chiedendo ai politici Italiani, la stessa cosa che i cittadini chiedono da ormai troppo tempo, il rinnovamento della classe politica e riforme strutturali, non una legge elettorale o una nuova finanziaria.
Chiede rinnovamento, stabilita’ e coraggio a tutta la classe politica, una classe politica senza troppi privilegi e con gli stessi diritti dei cittadini.
Chiede l’abbattimento di tutte le barriere all’entrata che opprimono i cittadini, e una classe politica competente che istaurati una sana rotazione tra i giovani e i vecchi all’interno del parlamento e organi costituzionali in quanto la politica e’ un servizio che viene reso al paese e non viceversa. Rotazione che dovrebbe avvenire forzando gli ultra ventennali parlamentari fuori dalla vita politica che consentirebbe l’applicazione di nuove idee e un rinnovamento del paese guidato da chi ha di fronte a se ancora gli anni per poter vedere l’effetto delle sue politiche economiche.
Se queste riforme non verranno effettuate quanto prima possibile, l’Italia potrebbe trovarsi nel giro di mesi o anche settimane, a vivere mesi di tensione come quelli vissuti in Grecia, perche’ il mercato punira’ severamente la politica inefficente, ma con essa, punira’ anche tutta la popolazione, facendola pagare per errori commessi dalla classe dirigente che si nascondera’ ancora una volta dietro la parola speculazione senza forse neanche sapere che loro stessi ne sono stati la causa.
Cordiali Saluti
Fabio Agostini