Magazine Bambini

DECLUTTERING, DOWNSHIFTING.... ovvero MINIMAL NONNA T.

Da Vale
Downshifting, decluttering, minimal.
Sono termini il cui significato l'ho appreso nel minimoblog che trovo bellissimo e interessante. Ho qualche antipatia per l'uso smodato di parole non italiane, ma è dal mondo anglosassone che giunge quest'ondata e tant'è!
Io ero rimasta legata più al pensiero cattolico-progressista sintetizzato dalla parola sobrietà. Negli ambienti che io e K. frequentavamo (e frequentiamo) circa un lustro fa, questa era la parola chiave, il concetto che sfondava e che dentro di sè includeva tutti e tre i termini lassù riportati.
Io non l'amavo tanto, perché mi pareva un po' ipocrita, e difficile da definire. In alcuni casi quella parola serviva per ripulirsi ben bene la propria immagine di cittadino impegnato, ma di fatto rimaneva un concetto molto astratto (esistono macchine più 'sobrie' di altre? Si può misurare la sobrietà nel cibo? Negli abiti?).
Poi è arrivato Serge Latouche con il concetto di decrescita felice.

Io condivido in toto l'idea alla base della decrescita, tornata così in auge un tre anni fa con l'inizio della grande crisi economica mondiale. Ma poi mi chiedo. La mia vicina di casa, la mamma di un compagno di Gnomo Uno, che non trovano un lavoro da mesi (impiegate), vere vittime di questa crisi, cosa penserebbero se gli parlassi di decrescita felice? E' possibile che sia felice la decrescita se potesse essere una scelta consapevole, mi dico. Non una necessità. Dividerei la sfera filosofica (concetto di sobrietà e descrescita felice) dalla sfera pragmatica (concetto di decluttering). Tutti gli spunti sul decluttering sono molti interessanti e in vista del trasloco prendo appunti e cerco di applicare.
Ma io ho una maestra di quest'arte. Mia suocera.

DECLUTTERING, DOWNSHIFTING.... ovvero MINIMAL NONNA T.

Gnomo Tre in braccio a nonna T. gioca con uno dei suoi passatempi preferiti:
tira fuori e metti dentro i cucchiaini dalla scatoletta.

Ha fatto fatica insieme a suo marito a tirare grandi i suoi due figli. Tanti sacrifici, tante sveglie alle sei, tanto lavorare alla finestra ricamando. Lei la sobrietà ce l'ha nell'anima. Al decluttering non arriva, perché ha imparato dalla vita a non comprare se non il necessario, a riutilizzare gli oggetti (vedi foto sopra), a buttare se irreparabilmente rotto (l'altro giorno con chiodi e martello metteva a posto un vecchissimo orologio, non se ne faceva una ragione che fosse caduto...). Da lei ho imparato come intrattenere i miei figli con niente: una vecchia scatola di tè e dei cucchiaini. Un tappo e il contenitore di plastica della pasta. La frusta a manovella per montare l'uovo e un piattino di plastica dura. Perché fare decluttering con tre bambini intorno (loro, così conservatori!!) non è facile per niente....
La sua casa è minimal. E vi assicuro che l'effetto è positivo. Quando entri il cuore rallenta i battiti e tutto induce alla calma. 
Volevo parlare di un'illuminante prospettiva pratica e ho scritto di Latouche!!Volevo farvi partecipi dell'idea di una mia amica mamma che ha deciso per il compleanno del proprio figlio di chiedere un regalo solo condiviso da tutti i partecipanti alla festa. Volevo dirvi che non so se lei ha in mente la traduzione del termine decluttering, ma aveva sicuramente bene in mente cosa vuol dire avere in casa 3 orologi di ben 10, quattro confezioni di macchinine, un numero imprecisato di beiblade, bagukan, e ninjako.... e ha detto no.Volevo raccontarvi semplicemente che noi mamme abbiamo copiato l'idea e venti bambini hanno fatto un mega regalo ad un loro compagno che sprizzava gioia da tutte le parti. Volevo dirvi che gli oggetti è vero che ci stanno sommergendo, tutti se ne accorgono. E che spesso il problema pratico aiuta a mettere a fuoco il problema filosofico.Volevo dirvi solo che anche questo è un insegnamento che mi ha regalato la nonna T.


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