Brusco risveglio per Lucio Amati, presidente e fondatore del Credito Sammarinese. Questa mattina alle 4.30, infatti, a buttarlo giù dal letto sono stati i carabinieri di Riccione.
Catapultato in carcere, lui ed altre dieci persone che hanno ricevuto lo stesso trattamento, non c’è tempo di capire se si tratta di un incubo: lo è in ogni caso.
Un incubo nato da un sogno fatto insieme alla ‘ndrangheta?
Fprse, ma intanto, a sgretolare il castello che le persone accusate di riciclaggio e reimpiego del denaro proveniente dal traffico di droga con l’aggravante di aver agevolato l’associazione mafiosa, avevano probabilmente iniziato a costruire oltre l’immaginazione, sono stati i R.O.S. coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catanzaro portando a termine l’operazione “Decollo Money” con undici arresti, il sequestro di 1,3 milioni di euro (somma che, secondo l’inchiesta, rappresentava un primo rateo dei 15 milioni di euro che avrebbero dovuto confluire nelle casse del Credito Sammarinese).
L’indagine nasce in Calabria dopo l’omicidio di Vincenzo Barbieri, esponente di spicco della famiglia Mancuso, avvenuto davanti a una tabaccheria di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia, il 26 marzo scorso, per un regolamento di conti.
Gli inquirenti, nel corso delle investigazioni, hanno accertato stretti rapporti bancari tra alcuni esponenti della cosca e il Credito Sammarinese. Ulteriori approfondimenti delle indagini sul fronte patrimoniale, hanno consentito di ricostruire il complesso circuito del riciclaggio e del reimpiego dei narcoproventi utilizzato dal sodalizio. Una ricostruzione che vedeva protagonista anche Valter Vendemini, ex direttore generale del Credito Sammarinese.
Per l’uomo, lo scorso 7 luglio, con il contributo delle autorità della Repubblica di San Marino, sono scattate le manette.
E’ proprio grazie a Vendemini, infatti, che Vincenzo Barbieri, pare potesse utilizzare i due conti correnti, aperti presso la sua banca, per riciclare il denaro della ‘ndrangheta sporco di droga. Un rapporto, quello tra i due, talmente intenso che si iniziava a fare del Credito della Repubblica del Titano, la banca della cosca (o a farla divenire tale a breve).
Durante gli interrogatori, Vendemini confermava che dei due conti correnti intestati Vincenzo Barbieri erano a conoscenza altre persone all’interno della banca come il presidente e fondatore del credito, Lucio Amati.
Quest’ultimo è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Catanzaro ma, pare che nel registro degli indagati dell’ufficio inquirente del Tribunale sammarinese, gli iscritti sarebbero tutti i membri del Cda e del collegio sindacale del Credito Sammarinese.
Marina Angelo