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Decorazioni della volta del vecchio vescovado di Fidenza

Creato il 07 novembre 2011 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
Decorazioni della volta del vecchio vescovado di FidenzaDa una rara serie di cartoline postalidegli anni ’20, appartenente alla Collezione Mauro Bandini epubblicata di recente da Mirella Capretti, possiamo vedere come sipresentava all’esterno e all’interno l’antico SeminarioVescovile di Borgo San Donnino, prima della sua totale distruzioneavvenuta durante l’ultima guerra mondiale. Ricordato come una delletestimonianze architettoniche più rappresentative del Baroccofidentino, lo storico edificio sorgeva accanto al Duomo, ove erastata costruito tra il 1690 e il 1704 da don Francesco Callegari, lostesso progettista del santuario mariano di Madonna dei Prati.

Decorazioni della volta del vecchio vescovado di Fidenza

Borgo San Donnino (Fidenza) Palazzo Vescovile
Il palazzo, in parte distrutto dai bombardamenti nel corso della seconda
guerra mondiale, è stato poi totalmente demolito nel dopoguerra.


Tra le immagini, tutte di grandeinteresse documentario, ricavate molto probabilmente dagli scattifotografici di Nello Coen (1890-1949), sono sicuramente damenzionare le due inquadrature della cappella di San Giuseppesituata al piano terreno. Ritroviamo così l’altare consacrato dal vescovo Adriano Sermattei nel 1714, ancora addobbato con gliarredi originari (verrà rifatto nel 1936 dal Vescovo Vianello) esoprattutto la piccola pala raffigurante la Sacra Famiglia,tradizionalmente attribuita al borghigiano Antonio Maria Formaiaroli(1679-post.1731). Da come appare nella foto stampata in bruno, latela, andata dispersa in seguito ai devastanti bombardamenti aereidel maggio del ’44, sembra non smentire la buona fama riscossadal pittore presso i suoi contemporanei.


Decorazioni della volta del vecchio vescovado di Fidenza


Ma la sorpresa maggiore è data, a mioavviso, dalla seconda cartolina che riproduce integralmente le decorazioni della volta raffiguranti San Giuseppe in gloria tra gliangeli del cielo, altra opera documentata (1714) ma perduta delFormaiaroli, Le analogie tra queste notevoli pitture, purtropposcomparse, e il suo unico ciclo affrescato ancora esistente (la fintacupola del santuario della parrocchiale di Santa Maria Annunziatacon l’Eterno Padre che ordina a san Michele Arcangelo di recarel’annuncio a Maria Vergine, i quattro profeti biblici deipennacchi e la Madonna dei Disciplinati), sono molto evidenti sulpiano compositivo, nei panneggi svolazzanti e soprattutto nelleaeree figure degli angeli, chiaramente ispirate alla tradizione emiliana, ma anche alle coeve decorazioni delle sale dell’excollegio gesuitico di Borgo San Donnino, eseguite dal sabaudo fratelGiuseppe Barbieri (1646-1733), al quale Formaiaroli procura nel 1712smalti e colori acquistati presso la spezieria di Andrea Homati.Forse fu proprio sulla base di questa labile traccia documentaria chela critica ottocentesca ritenne di poter assegnare al pittorefidentino anche le vivaci rappresentazioni degli angeli musicantiche rallegrano le settecentesche cantorie lignee della chiesa dedicata alla Gran Madre di Dio (cfr.:Scarabelli-Zunti).
L’attività di Formaiaroli, ricordatodall’abate Pietro Zani come valente, anzi “bravissimo”, ma nonproprio fortunato artista che finì i suoi giorni in estrema povertà, è testimoniata anche da un bellissimo disegno a sanguigna dellaPalatina di Parma, che costituisce l’impegnativo bozzetto deldipinto già esistente nell’oratorio di san Giorgio, raffigurantesan Pietro che visita in carcere Sant’Agata. La tela andata perduta non si sa quando, è descritta agli inizi dell’Ottocento daVincenzo Plateretti. Altre opere cui accennano le fonti locali nonsono al momento rintracciabili, come la pala dell’oratorio deiCinturati presso l’ex chiesa agostiniana di San Pietro apostolodi cui si ha notizia nel 1714 e il quadro raffigurante la “BeataVergine, San Giuseppe, e Sant’Antonio” dipinto per i Cappuccinidi Borgo nel 1726. All’elenco delle opere disperse possiamoaggiungere sempre sulla scorta dello Scarabelli un “bellissimo”Sant’Antonio da Padova eseguito per i Cappuccini di San Secondoparmense, nel cui convento aveva realizzato anche un ciclo istoriatodedicato a San Francesco d’Assisi. All’appello mancano purtroppo anche gli affreschi del 1716 della cappella di San Cristoforo in Cattedralea Fidenza, raffiguranti i santi patroni della città e diocesifidentina, coperti da nuovo intonaco negli anni passati, quando fusmantellato il novecentesco altare del Sacro Cuore, e quelli dellacappella di san Gaetano all’interno del distrutto PalazzoVescovile, mentre si deve ai rifacimenti ottocenteschi la perditadell’immagine della Madonna dipinta sulla facciata del Palazzocomunale: Clemente XIII aveva accordato un’indulgenza a chirecitasse le litanie alla sacra effige e, come rammenta il Riccardi(sec. XIX), era nata “la bell’ usanza di recitare ogni sera lelitanie in piazza a due cori”. Tale abitudine venne a cessare inepoca napoleonica (cit. da Storia della Musica?).Non solo pittore ma anche musico, donAntonio Formaiaroli (aveva preso la tonsura nel 1704), vienechiamato insieme a un altro pittore borghigiano, Tommaso Bertani, asuonare il violino per le celebrazioni di San Donnino nel 1716 e nel1728 alla corte di Parma per rallegrare le feste per le nozzeducali. La stima di cui l’artista godeva presso i suoicontemporanei, trova conferma in un inventario dei quadri di casaMiccari redatto nel 1731 da G.B. Tagliasacchi. Nel documento, resonoto da Amos Aimi, sono elencate ben sette tele del Formaiaroli,valutate “lire 336”, più “un cielo da letto, con suocornizone intagliato, pitura del sudetto Formaiaroli”. Da questadata non si hanno più notizie sicure sulla sua attività di pittore,mentre attendono conferma la recente attribuzione del quadro con S.Giacomo, S. Bonaventura, Santa Chiara e le sante Lucia eApollonia, proveniente dalla distrutta chiesa di san Francesco e oranel santuario della parrocchiale di San Pietro e la pala conl’Annunciazione (copia da Bernardino Gatti del 1734) sull’altarmaggiore della Collegiata di San Secondo.  Guglielmo PonziArticolo pubblicato in forma ridotta dal settimanale della Diocesi di Fidenza Il Risveglio del 21 ottobre 2011

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