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Decostruzionismo

Da Giancarlopastore @PastoreGC

LIght Bulb

è una corrente critica della seconda metà del Novecento che si è imposta a partire dall’opera del filosofo francese Jacques Derrida (1930-2004). Derrida fa proprie, a suo modo, le lezioni dei c.d. Maestri del sospetto (Marx, Nietzsche e Freud), della Scuola di Francoforte (ma in particolar modo di Benjamin) e soprattutto di due grandi innovatori ‘continentali’ come Husserl e Heidegger (ma non solo). Da un lato, dunque, riconosce e afferma l’indispensabilità del documento scritto, l’importanza fondamentale della traccia non solo come condizione di esistenza di oggetti sociali astratti che dipendono proprio dalla trascrizione, registrazione e conservazione di dati (si pensi per es. a istituzioni come il matrimonio, o ai depositi virtuali sui conti correnti bancari), ma anche come condizione di sopravvivenza ed evoluzione della civiltà, della tecnica e delle idee che le sottendono. Tuttavia, nello stesso tempo, critica l’autoreferenzialità del fondamento (onto-teologico) della storia delle idee dell’intera tradizione filosofica occidentale, che da Platone in poi diventa tradizione scritta. Tutte le teorie filosofiche occidentali, e in particolare la Metafisica, si fondano infatti sulla certezza di poter arrivare a conoscere, spiegare e comprendere pienamente, compiutamente, l’Essere (tutto quello che è, la Totalità, la Verità) attraverso il Logos, la Parola (intesa appunto come parola o discorso scritto). Il principio su cui si basa il decostruzionismo, invece, è proprio la negazione sia della possibilità che la scrittura riesca a esaurire un qualunque ‘discorso’ in modo compiuto sia che la Parola (scritta) possa esprimere, e mantenere inalterati nel tempo, significati oggettivi, assoluti, Veri e chiaramente univoci, che pertanto non necessitano di interpretazione.

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